Autore Redazione
lunedì
21 Agosto 2023
05:53
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Cronaca - Alessandria

Studio sul turismo locale: “Gli imprenditori chiedono una regia che ancora non c’è”

Studio sul turismo locale: “Gli imprenditori chiedono una regia che ancora non c’è”

PROVINCIA DI ALESSANDRIA – In un’estate in cui si è parlato di spiagge affollate e prezzi folli ripensare al turismo e riportarlo a una dimensione sostenibile diventa quasi una necessità. Per questo la provincia di Alessandria, come tanti altri luoghi meno battuti, può cominciare a costruire un percorso serio e robusto che garantisca un futuro a molte attività. La domanda c’è anche se sono ancora molti i limiti che frenano un percorso ricco di opportunità. Questa analisi emerge anche da uno studio condotto da Michele Fontefrancesco, ricercatore alessandrino presso l’Università di scienze gastronomiche di Pollenzo, autore di un ebook che analizza vari esempi di turismo rurale, tra cui quello della provincia di Alessandria.

Il focus fa parte del progetto europeo “The European Network for the Promotion of Culinary and Proximity Tourism in Rural Areas” e indaga sui bisogni principali del settore del turismo rurale attraverso diversi partner pubblici e privati di sei nazioni dell’Europa del Mediterraneo (tra le quali Francia, Italia e  Grecia). Uno studio che per certi versi sorprende perché denota una grande vitalità degli imprenditori locali, orfani però di una reale regia, spiega Fontefrancesco. “Lo studio svela che da una parte questo è un settore che si sta professionalizzando e sta mettendo in rete diversi tasselli e realtà, ma dall’altra lamenta la necessità di una maggiore collaborazione e cooperazione“. “La collaborazione – ha spiegato il ricercatore alessandrino – si è già manifestata attraverso itinerari costruiti da operatori che hanno messo insieme diverse opzioni per far fronte alle richieste dei turisti, ma senza un coordinamento rispetto a queste richieste turistiche“.

La latitanza di un coordinamento reale è un aspetto, continua Fontefrancesco, “diffuso ma con sfumature diverse. Il problema sussiste anche nel Lazio e nel resto dell’Europa sebbene la distanza riscontrata con l’ente pubblico possa essere diversa. A Cipro , per esempio, c’è un contatto differente tra gli enti e gli imprenditori turistici rispetto a molti altri luoghi ma semplicemente per dimensioni geografiche: Malta è molto più piccola rispetto al resto degli esempi riportati“. La provincia di Alessandria d’altra parte rispecchia perfettamente queste difficoltà, sostiene l’autore del progetto: “Sicuramente noi abbiamo una situazione in cui la storica frammentazione degli enti turistici ha impedito la concretizzazione di una reale massa critica. Alexala in questo caso  vive le difficoltà nel recuperare un gap storico“. Eppure il coordinamento è necessario e cruciale per un reale sviluppo del turismo rurale. “La regia è chiesta ai Comuni e alla Regione ma si è verticalizzata su territori con opportunità già acclarate mentre il Governo centrale si concentra sulla Venere di Botticelli e questo si traduce in un problema istituzionale riguardo le politiche sul turismo“. In sostanza, dice Fontefrancesco, “gli enti di promozione del turismo arrancano e ancora oggi manca la capacità di presentarsi non come singoli territori ma come realtà che dialogano tra Comuni, province, e aree vaste“. Manca appunto un coordinamento ritenuto necessario per il territorio dell’alessandrino, capace di offrire qualcosa di peculiare e caratteristico. C’è un prodotto che si articola in storia, siti d’arte, prodotti e paesaggi eppure tutto questo si sta sgretolando sotto i nostri occhi per uno spopolamento costante. Portare turismo invece potrebbe quantomeno trattenere qualcosa e, in prospettiva, attrarre anche capitali. “Questo tipo di turismo – conclude Fontefrancesco –  può dare una risposta a un nuovo modello di sviluppo reale anche perché molti turisti oggi guardano all’ambiente, al carattere sportivo, alla sostenibilità”. 

Oggi solo i privati guardano con lungimiranza a questo modello, e rompono anche i campanilismi del passato ma allo stesso tempo chiedono formazione, sostegno, tavoli di coordinamento. Lo studio e il progetto dell’Università hanno prodotto un corso di formazione di otto moduli disponibili in multilingua e linee guida per gli operatori e le istituzioni, con l’intento di dare risposte calzanti al bisogno del settore  (disponibile online all’indirizzo: https://www.gastronomytourism.eu/) ma soprattutto sperano di animare un dibattito che permetta di percepire il valore dei territori meno battuti che però possono sviluppare margini migliori e soprattutto contribuire a preservare pezzi interi di storia e ambiente che oggi sono tenuti in piedi solo grazie al lavoro coraggiosi di pochi.

LA SINTESI DEL PROGETTO

“In primo luogo, la ricerca evidenzia l’urgente necessità di una formazione continua che abbracci tutti gli aspetti della vita di un’impresa turistica e che coinvolga sia gli imprenditori che i dipendenti. La necessità è reale e riguarda i professionisti già coinvolti nel settore, pertanto è necessario sviluppare strumenti che corrispondano alla limitata disponibilità di tempo e mobilità di questi professionisti. A tal proposito, l’offerta formativa dovrebbe passare dai lunghi corsi convenzionali, erogati in luoghi specifici (generalmente nei centri urbani), a forme flessibili di istruzione, in grado di fondere l’e-Learning con momenti specifici di insegnamento in loco. Inoltre, l’insegnamento dovrebbe essere diretto verso un’applicazione diretta e pratica piuttosto che rimanere su un livello più astratto e teorico. Mentre queste raccomandazioni si riferiscono al presente, in una prospettiva futura vi è la necessità di ampliare i curricula esistenti nell’istruzione superiore per quanto riguarda l’hospitality e la gestione del turismo, al fine di comprendere anche gli aspetti riguardanti le esigenze specifiche del turismo rurale emerse da questa ricerca.

Infine, insieme all’informazione professionale, l’educazione dovrebbe affrontare il tema della collaborazione, presentando i diversi strumenti per stabilire azioni collettive e creare una solida interfaccia con le istituzioni private e pubbliche. A tal proposito, l’istruzione dovrebbe abbracciare pienamente il messaggio della cooperazione. Lungi dall’essere nuovo, questo concetto suggerisce che anche le imprese concorrenti, attraverso il coordinamento delle loro azioni, possono ottenere prestazioni di mercato migliori e reciprocamente vantaggiose (ChimMiki et al., 2017). Questa lezione appare particolarmente utile sia per il settore turistico in generale che per il turismo rurale in particolare (Machado et al, 2020). In questa prospettiva, dovrebbe essere recepito nei programmi scolastici, indicando le strategie attraverso le quali raggiungere tale coordinamento, al fine di ottenere una migliore diversificazione dell’offerta turistica e una più efficace promozione delle singole aree.”

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