Autore Redazione
martedì
19 Settembre 2023
05:21
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Cronaca - Alessandria

Assessora Oneto: “Meno divieti per tornare a vivere davvero i giardini”

Assessora Oneto: “Meno divieti per tornare a vivere davvero i giardini”

ALESSANDRIA – Se i cartelli smettessero di vietare e invitassero a fare cose costruttive forse anche i luoghi più complicati potrebbero rinascere. La manifestazione Afa26 ha dimostrato che i giardini della stazione di Alessandria sono un luogo che può essere vissuto davvero e con una provocazione l’assessora Vittoria Oneto ha spiegato questo concetto. Su Facebook ha scattato una foto a uno dei cartelli che elenca tutte le cose che non sono ammesse in quegli spazi verdi. Lo ha fatto per commentare con compiacimento una giornata che ha popolato i giardini di bambini intenti a giocare, camminare sull’erba, percorrere le viuzze in bici.

Quei cartelli – ha raccontato – sono figli di un regolamento vecchissimo e la manifestazione Afa26 ha dimostrato come quei divieti possano essere rivisti. I parchi e i giardini, se vissuti solo come luogo di passaggio, non avranno mai nuova vita“. Il ragionamento prende spunto anche dal fatto che “ormai le persone vivono i parchi in modo differente in moltissime città: un luogo in cui passare il tempo in serenità. Questo, per esempio, succede al Parco Carrà e non capisco perché non possa succedere ai giardini della stazione“. In quei giardini “la prima cosa che si vede è quella sfilza di cartelli con l’elenco di divieti e non è un buon modo di rendere accogliente uno spazio del genere“. Vittoria Oneto intende restituire i giardini alle famiglie e ai cittadini, un desiderio che può concretizzarsi popolando quel luogo, un proposito che potrebbe realizzarsi partendo proprio da quei cartelli. L’assessora proporrà infatti il coinvolgimento dei ragazzi delle scuole per chiedere loro cosa disegnare sopra quegli austeri messaggi. “Non più divieti ma cose che è possibile fare nei giardini, per poi tradurre questi pensieri in disegni realizzati da artisti alessandrini“. “Ormai tutti sappiamo cosa si può fare o non fare in uno spazio pubblico, a nessuno verrebbe in mente di tuffarsi nell’acqua di una fontana, e quindi dovremmo comunicare meno divieti per avvicinare anziché allontanare – ha concluso”.

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