4 Ottobre 2023
14:41
Perde una gamba per lo stop delle visite durante il covid e da 1 anno attende la protesi
ALESSANDRIA – “Stavo male, ma per loro non stavo male abbastanza. Hanno perso tempo”. Questo mercoledì il giornale La Repubblica ha raccontato la tragica vicenda di Aldo, un pensionato 75enne di Alessandria, costretto a subire una amputazione urgente di una gamba. Tutto questo, ha sottolineato l’uomo, a causa di alcune visite saltate e delle liste d’attesa.
La storia di Aldo Z., 74 anni, residente in provincia di Alessandria, sta facendo il giro d’Italia e parte da lontano, dal 2018, come ha confermato Mara Scagni, coordinatrice del Tribunale per i diritti del malato di Alessandria. “Si tratta di un uomo che aveva già problemi circolatori curati però con anti infiammatori. La situazione quindi era peggiorata e gli assistenti sociali che lo seguivano avevano quindi chiesto delle visite per monitorare continuamente le sue condizioni”. “La gravità di questo scenario si tradusse addirittura nell’amputazione di due dita di un piede“, ma nonostante l’accaduto la già difficile situazione poteva ancora essere accettabile per la vita del pensionato. Poi tutto però è degenerato ulteriormente durante la pandemia. “Il quadro avrebbe richiesto controlli continui ma con il covid – spiega Mara Scagni – non è stato possibile prenotare altre visite nonostante avessimo spiegato come Tribunale del Malato l’urgenza e la necessità: sono state considerate visite di routine e quindi sospese“. L’unica concessione è stata quella di un controllo cardiaco “da cui poi è emerso il grave problema di setticemia e quindi la decisione di amputargli la gamba“.
Su Repubblica il racconto di Aldo è disarmante e paradossalmente il problema cardiaco gli ha salvato la vita: “Potevano tagliare sopra o sotto il ginocchio. Hanno preferito tagliare sopra perché costa meno. Me l’hanno anche detto. Io non ci potevo credere. Se avessi avuto i soldi gli esami li avrei fatti in privato. Ma non ero abbastanza grave per aspettare dei mesi la visita. Senza quel coccolone sarei morto di cancrena“.
L’operazione è stata effettuata più di un anno fa e l’ulteriore beffa “è che ancora oggi – conclude Mara Scagni – non ha una protesi e quindi è costretto a muoversi con le stampelle“. “L’obiettivo è di ottenere almeno questo ausilio per consentire ad Aldo di continuare a essere vitale e quanto più autonomo possibile“. “Mi hanno assicurato – ha spiegato Aldo a Repubblica – che la protesi è quasi pronta. Manca solo una parte del ginocchio. Non è colpa dei signori delle protesi. Loro ce la mettono tutta. Lo sbaglio lo hanno fatto all’inizio. Stavo male, ma per loro non stavo male abbastanza“.
Oggi l’alessandrino vittima di questo caso vive in una residenza per anziani e può contare solo su una pensione di 600 euro.