10 Dicembre 2015
13:36
Più di mille chilometri per rubare 84 mila euro: in manette i quattro pendolari della rapina
CASTELNUOVO SCRIVIA – Sono arrivati dalla Sicilia fino in provincia di Alessandria per prosciugare la cassaforte della Banca Regionale Europea di Castelnuovo Scrivia, portando via 84 mila euro, lo scorso luglio (si legga QUI). Alle prime luci dell’alba di questo giovedì mattina, i quattro “pendolari” della rapina sono stati arrestati dai Carabinieri di Alessandria nelle loro abitazioni a Catania, in provincia di Messina e a Bologna. A condurre le indagini il Nucleo Investigativo dei militari di Alessandria. Accurata e decisiva per il buon esito delle operazioni l’analisi sul traffico telefonico tra i quattro, avvenute durante il colpo. “Collega 1, collega 2 e collega 3″ questo l’appellativo che si davano, per i 30 minuti della rapina durante i quali hanno sempre comunicato con il quarto rapinatore, il “palo”, fuori dall’edificio, attraverso delle schede telefoniche intestate a un finto cittadino indiano, attivate solo qualche giorno prima del colpo e mandate in crash poco dopo. Nonostante questo, però, i Carabinieri sono riusciti a individuarli. Quattro malviventi “professionisti, organizzati e molto pericolosi” hanno sottolineato il Comandante Provinciale Enrico Scandone, il comandante del Nucleo Investigativo Giacomo Tessore e il Comandante del Reparto Operativo Giuseppe Di Fonzo.
A entrare per primo nella filiale, a volto scoperto, era stato il messinese Giuseppe Abate, 29 anni, fingendosi un cliente con la scusa di voler aprire un conto corrente. A urlare “Questa è una rapina”, invece, il 34enne catanese Antonino Corio, col volto mascherato da una parrucca e da un paio di occhiali da sole. Era armato di taglierino, invece, il terzo rapinatore, il 56enne catanese Nunzio Della Vita, travisato con una calza da donna in testa e un cappello. Fuori dalla filiale il fratello Antonino Della Vita, 49 anni, faceva da palo a bordo di una Panda rubata a Tortona e trovata poco dopo dalle forze dell’ordine nei pressi di Castelnuovo Scrivia, un obiettivo scelto per la vicinanza al casello autostradale che ha facilitato la fuga. Due mesi fa, poi, Abate e Corio sono stati arrestati per un’altra rapina con taglierino, a Imola.
Durante il colpo gli impiegati e clienti sono stati chiusi nell’ufficio della direttrice della filiale. Su di lei e su un impiegato i malviventi hanno esercitato una forte pressione psicologica comunicando al quarto complice i loro nomi e i loro dati facendo temere alle vittime delle possibili ritorsioni, in caso di mancata collaborazione.
A inchiodare i quattro responsabili anche l’analisi dei dati antropometrici, basate cioè su alcune caratteristiche fisiche del volto o della corporatura: le immagini delle videocamere di sorveglianza sono state comparate con quelle delle banche dati sui possibili sospetti.
“Si tratta dei cosiddetti rapinatori in trasferta” ha sottolineato il Colonnello Enrico Scandone “malviventi che decidono di rapinare la banca di un paese lontano dalla zona di residenza, dove nessun uomo delle forze dell’ordine conosce bene i loro volti. E poi non avevano armi, per evitare di essere fermati durante un possibile controllo. Sono arrivati in giorni diversi nella nostra provincia, hanno dormito a Tortona la notte prima del colpo e sono ripartiti subito dopo, cambiando auto.”