Autore Redazione
mercoledì
6 Marzo 2024
18:05
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Cronaca - Alessandria

Imprenditoria femminile: provincia di Alessandria è la prima in Piemonte nel 2023

Imprenditoria femminile: provincia di Alessandria è la prima in Piemonte nel 2023

PIEMONTE – A fine dicembre 2023 le imprese femminili con sede in Piemonte ammontavano a 94.690, in diminuzione di circa 900 unità rispetto a quanto registrato nel 2022, circa 4mila in meno rispetto a dieci anni prima. Il lento e progressivo processo di ridimensionamento che ha coinvolto il tessuto imprenditoriale regionale ha riguardato, quindi, anche la sua quota “rosa”. Oggi in Piemonte le imprese femminili rappresentano il 22,4% delle circa 423mila realtà con sede legale sul territorio regionale, quota in linea rispetto a quella di dieci anni fa (nel 2014 il peso era del 22,1%). Le quasi 95mila imprese femminili registrate in Piemonte rappresentano il 7,1% delle realtà imprenditoriali guidate da donne presenti in Italia. Il Piemonte rappresenta la sesta regione per numerosità di aziende “in rosa”.

L’analisi provinciale rivela come l’incidenza dell’imprenditoria femminile sia superiore alla media regionale nelle province di Alessandria (23,1%), Novara (23,0%), Verbano C.O. (22,9%) e Vercelli (22,8%). Asti (22,6%), Cuneo (22,3%) e Torino (22,2%) registrano una quota rosa prossima alla media regionale, mentre Biella registra la concentrazione minore (21,3%). Quanto alla dinamica esibita nel corso del 2023 l’unica provincia a mostrare una tenuta della rispettiva base di imprese femminili è quella di Novara. Il bilancio demografico è risultato, invece, negativo in tutti gli altri territori: sono Asti e Biella ad avere patito le contrazioni maggiori (tassi di crescita rispettivamente del -1,7% e -1,3%).

Circa un’azienda su quattro opera nel settore del commercio, il 12,8% è guidato da straniere, il 10,5% da giovani imprenditrici e il 20,9% è artigiana: è questo l’identikit delle imprese femminili registrate in Piemonte. Il 2023 ha visto nascere sul territorio regionale meno realtà amministrate da donne di quante, invece, ne sono cessate: il Registro imprese delle Camere di commercio piemontesi ha registrato, infatti, 5.836 iscrizioni di nuove imprese (49 in meno rispetto al 2022), a fronte delle 6.293 che hanno invece posto fine alla propria attività (124 in più rispetto al 2022, valutate al netto delle cancellazioni d’ufficio). Il saldo tra i due flussi è risultato, così, negativo per 457 unità, traducendosi in un tasso di crescita del -0,5%.

La componente femminile del tessuto imprenditoriale piemontese registra, per il 2023, un risultato in termini di natimortalità peggiore rispetto al dato complessivo regionale (+0,1%). Anche il confronto temporale e quello territoriale penalizzano questa porzione del sistema economico locale: il risultato è stato infatti peggiore sia rispetto a quello messo a segno dallo stesso nel 2022 (-0,3%), sia soprattutto rispetto a quello registrato nel 2023 dalla quota rosa del sistema imprenditoriale a livello complessivo nazionale (+0,5%).

“Le imprese femminili portano con sé una ricchezza di esperienze, competenze e visioni che arricchiscono il tessuto economico in modo straordinario. Purtroppo sono anche le più fragili – commenta Gian Paolo Coscia, Presidente Unioncamere Piemonte –. Il Sistema camerale dedica un’attenzione particolare alle imprenditrici: presso tutte le Camere di commercio piemontesi sono costituiti i CIF, Comitati provinciali per la promozione dell’imprenditoria femminile, che si occupano di sviluppo e qualificazione della presenza delle donne nel mondo dell’imprenditoria, promuovendo azioni per il miglioramento dell’accesso al credito e attività di formazione. È fondamentale per il nostro sistema sociale adottare misure concrete e politiche di sostegno per contrastare il declino delle imprese femminili, riconoscendo il valore che queste imprese rappresentano nella costruzione di un’economia sostenibile e inclusiva”.

Il commercio all’ingrosso e al dettaglio (24,2%), l’agricoltura (12,6%), le altre attività dei servizi (12,4%) e il turismo (9,6%) si confermano i principali settori in cui operano le imprese femminili piemontesi. Quote superiori ai cinque punti si registrano anche per le attività immobiliari e quelle manifatturiere. Valutando il tasso di femminilizzazione per settore, si conferma anche per il 2023 l’importante specializzazione femminile delle altre attività dei servizi (circa il 57,6% delle imprese è amministrato da donne), delle attività di alloggio e ristorazione (30,8%) e di noleggio, agenzie di viaggio e servizi di supporto alle imprese (30,7%). Analizzando la dinamica espressa dalle imprese “in rosa” nel corso del 2023 emergono rilevanti differenze settoriali.

A conferma di una tendenza osservata già nel corso del 2022, le dinamiche peggiori sono quelle registrate per le attività più tradizionali, in primis agricoltura e commercio, con tassi di variazione annui dello stock pari a rispettivamente a -3,0% e -2,0%. La flessione appare meno intensa per le imprese che operano nei comparti del turismo (-0,7%) e delle attività manifatturiere (-0,7%). Tutti gli altri principali settori di attività della quota rosa del sistema imprenditoriale piemontese registrano, invece, sviluppi più o meno intensi delle rispettive basi imprenditoriali, passando dal +0,8% delle altre attività dei servizi al +4,0% delle attività professionali, scientifiche e tecniche.

L’analisi per forma giuridica delle imprese femminili piemontesi conferma, rispetto al sistema imprenditoriale nel suo complesso, una maggiore concentrazione di ditte individuali, che rappresentano il 66,1% delle realtà guidate da donne, a fronte di una quota del 55,9% osservata a livello complessivo regionale. Sia le società di persone che le società di capitale rivestono, invece, un’importanza inferiore rispetto a quanto rilevato per la totalità delle imprese piemontesi, con quote pari rispettivamente al 16,4% (20,6% per il totale) e 15,7% (21,4% per il totale).

Si rileva, tuttavia, anche per l’imprenditoria femminile piemontese, la tendenza al progressivo rafforzamento strutturale: dieci anni fa, infatti, la quota delle società di capitale (11,0%) era cinque punti inferiore a quella attuale. Anche concentrando l’attenzione sul solo 2023 si rileva come, tra le diverse forme giuridiche, le società di capitale siano le uniche ad avere registrato un tasso di crescita positivo (+3,0%), frutto soprattutto di un basso tasso di mortalità imprenditoriale (2,5%, a fronte del 6,6% registrato in media per la quota rosa del sistema imprenditoriale regionale).

Foto di Pexels da Pixabay

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