1 Maggio 2024
17:46
Orgoglio Coldiretti: 80 anni di storia a difesa del reddito degli agricoltori e del territorio
ALESSANDRIA – “L’orgoglio Coldiretti significa 80 anni di storia a difesa dei soci, dei coltivatori diretti ma anche al fianco della società, dei cittadini, a tutela dei prodotti del territorio e della biodiversità che caratterizzano le nostre campagne. Siamo pronti alle nuove sfide, ce ne saranno molte e non facili, ma abbiamo ben chiare le traiettorie per il futuro e sappiamo quale strada seguire con l’entusiasmo, la forza e la determinazione che ci contraddistinguono da sempre”. Così Mauro Bianco, Presidente Coldiretti Alessandria, dal palco della Sala polifunzionale di San Michele che ha visto centinaia di agricoltori provenienti da ogni parte della provincia per celebrare la giornata dell’Orgoglio Coldiretti, un momento importante per far luce sulle sfide future, sulle battaglie e mobilitazioni che Coldiretti sta portando avanti e che proseguirà nei prossimi mesi.
“Una giornata che rappresenta una conquista perché un’organizzazione sindacale deve essere orgogliosa del percorso che ha fatto. E’ giusto ragionare su un orgoglio che deriva da 80 anni di storia, di sostegno al reddito economico delle aziende agricole e tutela della filiera per valorizzare i prodotti locali e nazionali ma sappiamo anche che si prospetta un futuro dove le sfide saranno sempre più complesse e noi le affronteremo insieme ai nostri soci”, ha aggiunto il Direttore Coldiretti Alessandria Roberto Bianco.
A minacciare la sovranità alimentare nazionale c’è, infatti, l’invasione di prodotti stranieri con le importazioni di cibo che sono aumentate del 60% nell’ultimo decennio raggiungendo il valore record di 65 miliardi di euro, secondo l’analisi Coldiretti su dati Istat. Prodotti spesso provenienti da Paesi che non rispettano le stesse regole di sicurezza alimentare e ambientale e di rispetto dei diritti dei lavoratori e che spesso vengono spacciati per tricolori sfruttando il codice doganale che consente di “italianizzarli” grazie a minime lavorazioni. L’altro problema che pesa sui bilanci delle imprese è il crollo dei prezzi pagati alla produzione a cui si aggiunge il fenomeno delle pratiche sleali.
“Chiediamo lo stop alla concorrenza sleale che danneggia gli agricoltori italiani ed europei sottoposti a regolamenti e vincoli spesso fuori dalla realtà. Vogliamo che gli obblighi ambientali, sociali e sanitari imposti ai nostri produttori valgano per chiunque voglia vendere sul mercato europeo. Serve reciprocità negli scambi commerciali – ha continuato il Presidente Mauro Bianco -. Altra priorità è l’abolizione del codice doganale, bisogna fermare i cibi importati che, grazie a minime lavorazioni, diventano magicamente italiani, rivedendo il criterio dell’ultima trasformazione sostanziale. Non è più accettabile assistere a scene come quelle che abbiamo vissuto durante la mobilitazione al Brennero, dove si sono visti arrivare dei prosciutti, del concentrato di pomodoro, della frutta o della verdura stranieri destinati a diventare a tutti gli effetti dei prodotti italiani”.
Dal palco, con i presidenti di Zona e i responsabili dei Movimenti, sono stati affrontati i punti di forza e le problematiche che devono affrontare i settori, dal cerealicolo allo zootecnico, dal vitivinicolo all’ortofrutta sino all’internazionalizzazione e naturalmente il grande tema dei danni procurati dalla fauna selvatica e dalla peste suina africana, con il numero degli abbattimenti dei cinghiali che sul territorio resta ancora basso.
“Questa assemblea – ha concluso i Direttore Roberto Bianco – rappresenta l’occasione per ribadire che il punto di forza dell’agricoltura sono i coltivatori diretti che credono sempre nel loro mestiere nonostante la fatiche, le avversità atmosferiche e dei mercati: l’agricoltura è e resta il settore primario perché senza cibo non si vive”. La giornata di ieri è stata l’occasione per promuovere la raccolta firme #nofakeinitaly, finalizzata ad ottenere una legge popolare europea per garantire trasparenza sulle etichette di tutti gli alimenti in commercio nell’Unione europea.