Autore Redazione
sabato
18 Maggio 2024
05:59
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Cronaca - Casale Monferrato

La dottoressa Grosso ringrazia Franco Di Mare: “Ha acceso i riflettori sul mesotelioma e sui pazienti”

La dottoressa Grosso ringrazia Franco Di Mare: “Ha acceso i riflettori sul mesotelioma e sui pazienti”

PROVINCIA DI ALESSANDRIA – Era stata citata nel suo libro “Le parole per dirlo” e ieri, poco dopo la notizia della sua scomparsa, lo ha voluto ringraziare pubblicamente “per aver acceso i riflettori sul mesotelioma e sui pazienti. La dottoressa Federica Grosso, responsabile della struttura mesotelioma e tumori rari dell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Alessandria ha commentato così la morte del grande giornalista Franco Di Mare, mancato a 68 anni proprio a causa del cosiddetto mal d’amianto. 

“Come in tutti i tumori rari, il grosso limite è che è molto difficile fare ricerca, non ci sono investimenti. In questo senso è una malattia trascurata ha sottolineato la dottoressa Grosso “eppure nella mia struttura vedo uno o due nuovi casi la settimana. Sono 2 mila le diagnosi in Italia ogni anno. Sul mesotelioma ancora più delle altre patologie oncologiche rare, c’è sempre stato meno investimento. Forse perché si pensava che, con il bando dell’amianto il problema sarebbe andato ad esaurirsi. In realtà non è assolutamente così, perché l’amianto è stato bandito, ma i casi in Italia sono costanti e il decremento c’è stato solo in poche regioni. Il numero dei casi è ancora elevato. E così, purtroppo, ci attendiamo nei prossimi anni”. L’amianto è stato bandito nel 1992, “ma la discesa non si vede. Sta cambiando l’epidemiologia nel senso che i casi, prima, erano solo tra gli operai che lavoravano l’amianto, oggi emergono esposizioni differenti, tipo quella di Franco Di Mare. C’è tutta l’edilizia, dove l’amianto è stato utilizzato largamente. Così come nelle navi. Paghiamo lo scotto del passato e paghiamo il fatto che questa malattia ha una latenza di circa 40 anni dall’esposizione allo sviluppo della patologia”.

“Parliamo di un materiale indistruttibile ha aggiunto l’oncologa. “Quando è stato bandito in realtà non è stato bonificato e siamo molto in ritardo con le bonifiche nel nostro Paese: ovunque vediamo ancora pezzi di eternit. Ci sono sicuramente dei posti dove c’è stata una buona bonifica, altri però quasi imbonificabili, come può accadere in diverse situazioni nell’edilizia. Servono più investimenti sulla ricerca. I vaccini Covid hanno dimostrato che se si investe tanto qualche soluzione si trova. In Italia esistono tanti centri di riferimento d’eccellenza, ma una vera e propria rete si sta formando solo adesso e, tra l’altro, catalizzata da gruppi di pazienti, in particolare un’associazione che si chiama ‘Tutor’ e che sta lavorando tantissimo per far nascere un collegamento e rendere più omogeneo il trattamento a livello nazionale. Attualmente le differenze tra le aree dove ci sono più casi e quelle con meno casi sono elevate”.

“Sono grata, dal mio osservatorio che è anche particolarmente disagiato visto il numero di pazienti che seguo, a Franco Di Mare perché ha portato questo problema in televisione, sotto gli occhi di tutti. E ha fatto un’opera di sensibilizzazione molto importante. Ha acceso riflettori su una malattia di cui molti non sanno pronunciare nemmeno il nome, eppure l’Italia è uno dei Paesi europei a più alta incidenza. E abbiamo lo stesso numero di casi tutti gli Stati Uniti ha concluso la dottoressa Grosso.

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