Autore Redazione
sabato
25 Maggio 2024
05:23
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Cronaca - Alessandria

Alessandria si colora di arcobaleno: è il giorno del Pride. Su Radio Gold la diretta del corteo in centro

Alessandria si colora di arcobaleno: è il giorno del Pride. Su Radio Gold la diretta del corteo in centro

ALESSANDRIA – Sono attese tra le 5 mila e le 10 mila persone alla quarta edizione dell’Alessandria Pride, il corteo arcobaleno a sostegno della comunità LGBTQIA+ che, questo sabato pomeriggio, colorerà il centro della città, grazie all’organizzazione di Tessere le Identità in sinergia con il Comune di Alessandria. Dalle 17 scatterà il lungo serpentone di persone da corso Crimea, angolo corso Roma. Dalle 17 circa partirà anche la diretta su Radio Gold. Le persone arriveranno in piazzetta della Lega per poi percorrere via dei Martiri, piazza della Libertà, via dei Guasco e spalto Marengo. Alla rotonda che segna l’inizio di viale Milite ignoto il corteo svolterà a sinistra per arrivare alle 19 al “Pride Village” del parco Carrà. 

Guidato dalle drag queen Mario Maraya Endimini, Ines Pressa e la madrina Vera Aloe, il corteo sarà anche caratterizzato da ben sei carri, allestiti da Tessere le Identità, Casa di Quartiere, da Non Una di Meno, dai sindacati Cgil e Uil, dalla cooperativa Il Gabbiano e dal collettivo Bunch.

Alle 19 dal palco le associazioni e gli enti partecipanti saluteranno e ringrazieranno il pubblico e sottolineeranno le ragioni del Pride. Seguiranno poi momenti di ristoro al Pride Village del parco Carrà, visite ai banchetti e musica fino a mezzanotte. Contemporaneamente, alle 23, inizierà l’Official After Pride Party all’Officina in largo Catania con musica e intrattenimento fino a tarda notte.

Il Pride è sostenuto da Coordinamento Piemonte Pride, Medea, Casa di Quartiere, Non Una di Meno, Cultura e Sviluppo, Abilitando, Associazione YGGDRA-Aula Studio, Le Metamorfosi book club, La Fenice, Alterego, Cgil e Uil, Isral, Coompany, La Città Nostra, Stregatti, Teatro Sociale di Valenza, Il Gabbiano, Associazione Attività e Commercio Quartiere Cristo.

“Nonostante progressi, l’Italia rimane indietro nella parità di diritti” hanno sottolineato gli organizzatori di Tessere le Identità “il tema del Pride quest’anno sarà la violenza di genere col motto “non è tempo di fermarsi” ad indicare che nonostante il mondo politico sembri rallentare sul fronte dei diritti, noi dobbiamo continuare a batterci per raggiungere pari diritti e pari dignità, promuovendo cultura, formazione e informazione per contrastare un pensiero ancorato a schemi patriarcali ormai desueti. Il Pride unisce coloro che lottano per una società più giusta e rappresenta un momento di orgoglio e di lotta per l’uguaglianza. La collaborazione con l’amministrazione comunale è fondamentale per diffondere rispetto e uguaglianza. Inoltre, quest’anno si è manifestata in modo particolarmente proficuo, grazie alla co-organizzazione, così da concentrare le nostre risorse su altri aspetti organizzativi. Infine, numerose realtà coinvolte in passato si sono di nuovo impegnate e supportate da nuove collaborazioni. Riteniamo infatti ancora necessario celebrare l’orgoglio LGBTQIA+ e rivendicare i diritti delle persone appartenenti a questa comunità. Nei decenni, grazie all’impegno e all’attivismo di persone che credono che arrivare ad una parità di diritti sia possibile, molti risultati sono stati raggiunti. E tuttavia, è sotto gli occhi di tutti come, nel nostro paese, questo obiettivo sia ancora lontano. Non è tempo di fermarsi, appunto. Nel ranking dei diritti elaborato ogni anno da ILGA, Europe Rainbow Europe Map 2023, l’Italia è scesa ancora di un posto rispetto all’anno precedente, posizionandosi al 34° posto su 49 Paesi per uguaglianza e tutela delle persone LGBTQIA+, posizionandosi persino dietro all’Ungheria di Orban. Ma il Pride è diventato negli anni molto altro: un momento di unione di tutte quelle persone che si battono ogni giorno per una società più giusta, perché credono che il cambiamento sia possibile solo se si resta uniti e si combatte tutti insieme. Di tutte quelle persone convinte che i diritti o sono di tutti o NON sono. Di tutte quelle persone coscienti che il primo diritto per cui battersi è proprio il diritto di essere quello che siamo, quello che scegliamo o accettiamo di essere”. 

“Quest’anno abbiamo scelto di dedicare il Pride al tema della violenza di genere, e di come solo con diffusione della cultura, della formazione e dell’informazione, sia possibile sradicare
questo male della società dalla società stessa. La violenza di genere, fisica e verbale, è infatti diventata nel corso degli ultimi anni un’emergenza sociale. La comunità LGBTQIA+ è da sempre vittima di manifestazioni di matrice omotransfobica. E ancora oggi, sono tanti gli episodi che dimostrano come persistano radicate nel territorio nazionale sacche di odio e discriminazione verso persone che manifestano il loro appartenere alla comunità. Questo avviene talvolta anche all’interno dello stesso nucleo familiare. La violenza subita da sempre dalla comunità LGBTQIA+ è, negli ultimi anni, sempre più frequentemente affiancata dalla violenza verso le donne, arrivando a palesarsi come una vera e propria emergenza sociale. Questo fenomeno colpisce in particolar modo quelle donne che, come nel caso delle persone della comunità LGBTQIA+, non abbassano la testa e rivendicano orgogliosamente i loro diritti e le loro prerogative sociali, verso una completa emancipazione della loro figura nella società ancora troppo maschilista e di stampo patriarcale”.

“Noi crediamo che la risposta a questa violenza sia da ricercare nell’educazione e nella cultura. Promuovere la cultura significa far sì che le persone abbiano gli strumenti per interpretare la società che cambia, per apprezzare le diversità che li circondano, per far propri i meccanismi sociali che portano al rispetto dell’altro, delle sue scelte, delle sue opinioni, e alla base di tutto, del suo “essere”. La formazione e l’informazione sono mezzi preziosi per far sì che tutte le persone siano in grado di capire, prima ancora che accogliere, le istanze delle comunità LGBTQIA+, per far sì che i professionisti che si trovano a dover interagire con essa – pensiamo ad esempio al personale sanitario, ad avvocati e magistrati, al personale scolastico – abbiano gli strumenti per supportare professionalmente le loro necessità”. 

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