Cronaca - Alessandria

Con lo Yoga della risata i pazienti oncologici tornano a ridere come bambini

ALESSANDRIA – Camminare e ridere nonostante tutto. In una grande sala del Circolo la casetta ad Alessandria una quindicina di persone ridono. Ridono della bolletta del gas, ridono delle loro tasche vuote, tutti insieme ridono “come fanno i bambini, è la prima emozione che i più piccoli esprimono, già a due mesi“. Quello di martedì 4 giugno era l’ultimo appuntamento dello Yoga della risata, un percorso che da anni il medico Vittorio Fusco ha fortemente voluto, portandolo in ospedale per i pazienti oncologici e per le loro famiglie, e per gli operatori “perché – spiega -, lavorano in una situazione psicologicamente difficile ogni giorno. E siamo riusciti a far riconoscere i corsi di Yoga della risata con i crediti Ecm“.
Intanto nella grande sala, pazienti e familiari, volontari con Maura Como che è l’istruttrice yoga che coordina i movimenti e le risate.

Ho conosciuto lo Yoga della risata sette anni fa – racconta Fusco – attraverso una psicoterapeuta Elisabetta Grosso, e mi ha colpito tanto perché stavo molto male personalmente e mi sono convinto a portarlo sia agli operatori dell’ospedale di Alessandria, sia ai pazienti oncologici e ai loro familiari. Ma è un metodo di benessere per tutti, è comunissimo in tutto il modo e per principio deve essere gratuito“. I club di questo particolare yoga servono per far star beneindipendentemente dal ceto sociale e dal reddito – dice ancora Fusco – abbiamo portato lo yoga della risata anche in carcere a San Michele, nelle case di riposo. Con i pazienti oncologici abbiamo avuto un riscontro molto positivo, anche con i familiari“. Al Circolo la casetta a ridere insieme c’erano anche le volontarie dell’associazione Bios, che quest’anno compie 30 anni, trent’anni di colazioni consegnate nel reparto oncologico dell’ospedale durante le chemio, cinque giorni a settimana tutte le settimane. “Un record – sottolinea Fusco, che poi dice – loro ci aiutano e ci sostengono“.

Come si può ridere se un familiare sta così male, se deve essere sottoposto a chemioterapia? Eppure in questa grande sala in un grande girotondo le risate sono tante, soprattutto quando c’è la grande danza finale tutti in cerchio e chi vuole sta in mezzo per essere in vestito da una marea di risate. Dicono che ridere abbassi l’ormone dello stress – il cortisolo – che aumenta la secrezione degli ormoni “positivi” e forse la capacità di auto cura, studi scientifici non ce ne sono e lo vuole sottolineare Fusco, perché non si creino false speranze, ma di sicuro quando questi portatori di risate si sono presentanti all’Hospice molti dei familiari hanno chiesto di partecipare agli incontri. Una risata forse non ci può salvare, ma di sicuro ci può far stare meglio.

Condividi