Autore Redazione
mercoledì
21 Agosto 2024
05:49
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Cronaca - Alessandria

Vaiolo delle scimmie, dottor Chichino: “Nessun caso in Italia ma potrebbe arrivare un nuova variante”

Vaiolo delle scimmie, dottor Chichino: “Nessun caso in Italia ma potrebbe arrivare un nuova variante”

ALESSANDRIA – Al momento nel nostro territorio e in Italia non risultano casi ma “potrebbero arrivare”. Ai microfoni di Radio Gold il primario del reparto di Malattie Infettive dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Alessandria, Guido Chichino, ha fatto il punto sul Monkeypox virus, il cosiddetto vaiolo delle scimmie. “Si tratta” ha spiegato il professionista alessandrino “di una variante del vaiolo. In particolare è stata riscontrata una diffusione più marcata di un nuovo ceppo, in Congo e in Sudan. Ad oggi in Italia non ci sono casi ma, statisticamente, ce li aspettiamo. In Congo, infatti, la malattia sta colpendo ampi strati di popolazione, soprattutto i bambini. Negli anni scorsi anni c’erano state segnalazioni riguardo un altro ceppo che, però, non aveva colpito con questa diffusione così grande. L’attuale numero di casi emerso in Africa, invece, desta più preoccupazione. Anche perché questa variante ha un tasso di mortalità più alto del precedente, soprattutto nei confronti di persone già fragili”. In Europa sono emersi alcuni casi di questa nuova variante nei paesi nordici come Danimarca o Svezia.

I sintomi, ha spiegato il dottor Chichino, sono simili a quelli della varicella: “Febbre, dolori muscolari, mal di testa ed eruzioni cutanee. I malati devono stare isolati fino a quando non seccano tutte le vescicole. Il periodo tra il contagio e la prima comparsa dei sintomi dura tra le due e le tre settimane. Il contagio avviene attraverso il contatto tra la cute e le mucose. Si definisce vaiolo delle scimmie ma in realtà gli animali che mantengono la diffusione sono i roditori“.

Infine il primario ha toccato il tema della vaccinazione: Le persone anziane che, da giovani, sono state vaccinate contro il vaiolo potrebbero avere dei vantaggi. Se contagiate, infatti, non dovrebbero manifestare la malattia in modo grave. Al momento la vaccinazione non è stata raccomandata. Si tratterebbe, comunque, di una evoluzione del vaccino contro il vaiolo, interrotto dopo che la malattia era stata dichiarata debellata nel 1980: ad oggi, infatti, non esiste un vaccino specifico per questa nuova variante”.

Foto di Gerd Altmann da Pixabay

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