23 Agosto 2024
05:33
Pfas, scoperto un metodo che li elimina dall’acqua: “Spariti in due ore, ora si sperimenti anche sul sangue”
ITALIA – Per ora è “un primo passo” ma i risultati sono stati sorprendenti. In Veneto l’Istituto internazionale di ricerca sulle malattie renali del professor Claudio Ronco ha testato una sperimentazione che, in base ai riscontri, è in grado di depurare l’acqua contaminata dai Pfas in appena due ore. Un tema, quello delle sostanze alchiliche perfluorurate e polifluorurate, che inevitabilmente interessa anche il territorio alessandrino.
“Ora sarà importante far proseguire questa ricerca” ha sottolineato a Radio Gold l’Onorevole Cristina Guarda, europarlamentare veneta di Alleanza Verdi Sinistra “questa sperimentazione potrebbe rappresentare il primo tassello per poter poi avviarne un’altra a supporto delle persone che hanno riscontrato un valore elevato di Pfas nel sangue. Secondo il dottor Ronco, un esperto di fama internazionale, il comportamento del sangue potrebbe essere molto simile a quello dell’acqua ma occorre andare avanti. Ritengo importante far proseguire questa ricerca, in collaborazione con le istituzioni che hanno competenza di prevenzione sanitaria”.
La europarlamentare Guarda ha quindi fatto un appello alle Regioni Veneto e Piemonte per valutare, insieme all’Istituto Superiore di Sanità, questa possibilità. “Proverò a contattare direttamente anche l’assessore regionale competente del Piemonte, gli altri rappresentanti di Alleanza Verdi Sinistra faranno altrettanto” ha sottolineato Guarda “il tempo di eliminazione dei Pfas è stato notevolmente più basso rispetto alle strategie finora adottare. Da quello che mi risulta il dottor Ronco ha già informato la Regione Veneto di questo studio. Il mio intento è sensibilizzare pubblicamente le istituzioni regionali. Si faccia una sperimentazione su cluster di persone volontarie per capire che differenza di comportamento c’è nella degradazione del pfas nel sangue”.
L’esponente di Alleanza Verdi Sinistra-Europa Verde coinvolgerà anche i colleghi a Bruxelles di altri Stati: “Penso, ad esempio, ai deputati francesi. La Francia ha dimostrato una grande sensibilità rispetto a questa materia dal punto di vista normativo e di azione locale. Questa ricerca non deve finire. Le Regioni dovrebbero prendersi la responsabilità di collaborare con l’Istituto internazionale di ricerca sulle malattie renali per avviare una sperimentazione con gruppi di persone già esposte. Una azione politica altrettanto urgente, però, deve concentrarsi sul fermare l’utilizzo dei pfas, sollecitando le imprese a investire nella ricerca di alternative, dando spazio a politiche figlie della cultura della sanità e non delle lobby della chimica. A mio avviso è essenziale che ogni istituzione possa prendere consapevolezza delle propria possibilità: l’Europa ha la possibilità di fermare la contaminazione e investire nella bonifica e regolamentazione dell’utilizzo dei pfas, le Regioni hanno il compito di intervenire dal punto di vista sanitario, lo Stato potrebbe già legiferare sull’utilizzo dei pfas”.
Foto di repertorio