Autore Redazione
martedì
8 Ottobre 2024
05:55
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Cronaca - Alessandria

Su Rai 3 Presa Diretta racconta Alessandria e la provincia tra negozi chiusi, crisi e lavoro povero

Su Rai 3 Presa Diretta racconta Alessandria e la provincia tra negozi chiusi, crisi e lavoro povero

PROVINCIA DI ALESSANDRIA – Nell’ultima puntata di Presa Diretta su Rai 3 si è parlato della provincia di Alessandria non solo per la presenza dei Pfas. L’inchiesta intitolata “Italia in vendita” ha infatti acceso i riflettori sulla crisi economica che ha toccato il nostro territorio. Il capoluogo, esempio, “dal 2008 si è impoverito: girano meno soldi e le attività commerciali del centro chiudono. Secondo Confcommercio negli ultimi 10 anni si è registrato un -30% dei negozi” ha sottolineato Riccardo Iacona, arrivato ad Alessandria a intervistare tanti attori del territorio. Secondo il presidente Ascom, Vittorio Ferrari, infatti “è un impoverimento per tutti, non c’è più attività e non c’è più ricambio, le famiglie non hanno più fonte di reddito”.

Intervistato nella sede della Camera del Lavoro, in via Cavour, il segretario provinciale Cgil Franco Armosino ha evidenzato che è rimasta “pochissima produzione, resta solo qualche manutentore“. Presa Diretta ha anche parlato del fallimento della Centrale del Latteper gli allevatori e i produttori di latte non c’erano più le condizioni per portare avanti le aziende, abbiamo perso 50 posti di lavoro e un simbolo della città. Stiamo attraversando una mutazione” ha aggiunto Armosino non abbiamo più lavoratori stabili ma un esercito di disoccupati. Qui al sindacato ci sono file di gente in cerca di bonus. Stiamo diventando un sindacato di persone disagiate, disoccupati, inoccupati, con grandi difficoltà economiche e indebitamenti”.

Vanessa, una lavoratrice per una cooperativa che ha vinto l’appalto per le pulizie alle Poste, lavora in media 4 ore al giorno: “In tutto sono appena 24 a settimana, per 600 euro al mese ma ci sono colleghe che lavorano solo 6/7 ore a settimana. Ci chiedono di pulire gli uffici in appena 15 minuti. Prima il nostro lavoro durava 7/8 ore al giorno, e abbiamo sempre la spada di Damocle del cambio appalto”.

Iacona ha poi visitato il centro logistico di Tortona: “In mezzo al terreno una volta agricolo c’è una vera e propria città di cemento dove non si produce nulla, si raccolgono e distribuiscono le merci per la maggior parte non prodotte in Italia. Sono enormi edifici pieni di bocche per i camion che caricano e scaricano merci. Mano a mano che in Piemonte chiudono le fabbriche vengono sostituite da capannoni della logistica come questo che sta diventando di fatto il retroporto di Genova, accogliendo i container scaricati dalle navi mercantili”.

A Iacona Giancarlo Topino, segretario provinciale Filt Cgil, ha spiegato quanto però il lavoro si sia impoverito: “Molti lavori chiedono di passare dalla industria manifatturiera alla logistica. Sei mesi fa, però, non riuscivamo a risalire alla cooperativa che dava lavoro a 20 lavoratori pakistani. Era sparita da un giorno all’altro ma, grazie alla collaborazione dell’Ispettorato del Lavoro, ora stanno pagando tfr e le ultime mensilità. C’è il rischio che possa calare il mercato della logistica? Ritengo sia legato alla centralità del Mediterraneo per le merci”. Un driver della logistica che ha preferito restare anonimo ha sottolineato che, dal 2008, le aziende hanno “diminuito il budget, con contratti multiservizi e un gap di almeno 300 euro mensili sulla paga base. Quello della logistica è un mercato in espansione ma è un mercato povero. Questi colossi potrebbero pagare di più ma è un sistema che, dal 2008, è votato al risparmio”.

Foto tratte dalla trasmissione Presa Diretta

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