Autore Redazione
giovedì
4 Febbraio 2016
04:18
Condividi
Cronaca - Alessandria

Da tredici anni costretta a svolgere un lavoro non suo: ora la Provincia dovrà risarcirla

Da tredici anni costretta a svolgere un lavoro non suo: ora la Provincia dovrà risarcirla

ALESSANDRIA – Una battaglia giudiziaria lunga 13 anni e già per tre volte vinta quella di una architetto della Provincia di Alessandria. Nel 2003 la funzionaria (L.C.) ricopriva il ruolo di capo reparto stradale, con alle sue dipendenze 17 sottoposti. A un certo punto le venne destinato un nuovo compito, legato alla vigilanza e alla sicurezza del traporto pubblico locale. La donna si è così trovata a monitorare quasi 170 autobus, i 50 scuolabus, i centri di revisione e le agenzie per le pratiche auto. Tra i suoi compiti, ad esempio, il controllo della pressione delle gomme degli autobus e il numero dei passeggeri in salita e discesa dai mezzi. Una novità che l’architetto non ha accettato, ritenendola estranea rispetto alla sua professionalità. Cinque anni dopo, nel 2008, il Tribunale di Alessandria certificò il demansionamento ma in concreto i compiti della funzionaria non cambiarono. Palazzo Ghilini fece ricorso alla Corte d’Appello che diede di nuovo torto all’ente. “La nostra cliente è stata sottoposta a stress psicofisico notevole, unito alla frustrazione nata dal fatto che le sentenze non venivano adempiute” ha detto a Radio Gold Ester Baessato, avvocato dell’architetto “Abbiamo così deciso di intentare una nuova causa per inadempimento e ora il Tribunale di Alessandria ha di nuovo riconosciuto la ragione della signora e il danno sotto il profilo della salute e esistenziale.” Ora Palazzo Ghilini dovrà pagare 60 mila euro di risarcimento, oltre alle spese legali. “Grazie all’intervento dell’avvocato della Provincia, Alberto Vella, mi è stato comunicato che qualcosa si starebbe muovendo per far tornare la nostra cliente al suo vecchio lavoro” ha concluso l’avvocato “Noi abbiamo anche paventato di adire all’autorità giudiziaria in sede penale per l’accertamento di questo tipo di condotta. L’interesse però è che questa persona sia riconosciuta per i suoi meriti. Non vogliamo inasprire gli animi ma la Provincia deve pagare. In caso contrario agiremo nelle sedi opportune.”

 

Condividi