Autore Redazione
mercoledì
30 Ottobre 2024
05:44
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Cronaca - Alessandria

“Azienda politicizzata e usata come un bancomat, i lavoratori sono stremati”: su Amag le critiche dei sindacati

“Azienda politicizzata e usata come un bancomat, i lavoratori sono stremati”: su Amag le critiche dei sindacati

ALESSANDRIA – “La politica di questa città ha utilizzato questa azienda come un bancomat ma, come in tutti i bancomat, se continui a prelevare senza investimenti il conto si azzera”. Una severa disamina quella tracciata ieri dai sindacati di Cgil, Cisl e Uil sul gruppo Amag nell’ultima commissione Bilancio. Nell’aula consiliare del Comune di Alessandria le parti sociali hanno rimarcato le difficoltà dei lavoratori della multiutility cittadina. In particolare la segretaria provinciale Filctem Cgil Maria Iennaco ha così proseguito il suo intervento: “Una azienda politicizzata da anni. Per anni ci siamo sentiti dire che chi aveva gestito prima aveva fatto male, si scarica il barile su chi c’era prima. Vogliamo capire cosa si intende fare per mettere in sicurezza questa azienda. Le notizie che leggiamo ogni giorno sui giornali rendono complicato il lavoro dei dipendenti. Per fare un paragone è come la palla di neve che cresce e nel frattempo travolge quello che c’è intorno“. Secondo Iennaco “il declino” sarebbe iniziato con la cessione di Alegas: “Inoltre ci hanno detto che i lavoratori sono troppi ma le selezioni non si sono mai chiuse: si è continuato ad assumere. Ci hanno detto che i lavoratori non sanno fare il loro lavoro: ora basta parlare di questo. I lavoratori sono gli unici fattori costanti, che portano avanti questa azienda. Bisogna avere rispetto. Ci è stato spiegato che c’è stata la fase delle vendite delle reti del gas, anche sul gestore unico c’è un grande punto interrogativo, vediamo tante idee confuse e vorremmo avere una certezza”. Nel mirino delle parti sociali anche il ricorso alla consulenza di MoveOnTeam: “Bisogna avere una oculata attenzione. Se ogni amministratore ha bisogno di un consulente c’è qualcosa che non va, mi aspetto che un dirigente sappia di cosa si sta parlando, questo è un tema che ricorre negli anni. Ora basta. I dirigenti devono essere competenti e non essere amici o parenti di”.

“Da 14 anni i lavoratori sono stremati, vedono il loro posto traballare” ha aggiunto Alessandro Porta, segretario provinciale Uil Trasporti, riferendosi in particolare ad Amag Ambiente “dopo il 2010 con il fallimento dell’ex Amiu c’è stato il passaggio ad Amag Ambiente. I lavoratori hanno rinunciato a molti soldi. A quel punto si pensava che questa azienda potesse essere rilanciata ma in questi anni non è accaduto nulla. Si è continuato a lavorare sull’onda di improvvisazione, con la disponibilità massima dei lavoratori nonostante le difficoltà. Oggi la situazione è al limite del sopportabile, sia come carico di lavoro, che come organizzazione del lavoro e come attrezzature. Non si può lavorare senza soldi. Ci chiediamo perché non si possa veicolare la Tari sulla azienda? Ci risulta che negli anni non sia quasi mai avvenuto, a noi risulta che l’azienda riceva delle quantità economiche a seconda delle necessità. Amag Ambiente ha quasi tutti i mezzi a noleggio che costano tanti soldi. Non riesce a fare manutenzione dei mezzi, quindi i lavoratori sono spesso costretti a uscire con mezzi in condizioni non ottimali, non mi sembra il caso di dire altro. Tutto questo non va bene. Ci chiediamo come mai non si è riusciti a garantire il pagamento del premio di risultato. Manca un accordo sul 2023. Quando è stato il momento ci hanno detto che non c’è un euro da mettere sui lavoratori: è successo nel 2023 e sta succedendo nel 2024″.

Porta ha anche aggiunto il “problema di valutazione di personale: leggiamo che ci sono 40/50 lavoratori inidonei su 150. Ma stanno comunque continuando a lavorare. Inoltre si tratta di una prescrizione temporanea o definitiva. Ricordo anche che il lavoro di operatore di igiene ambientale è usurante. I lavoratori di Amag Ambiente hanno una anzianità piuttosto elevata e negli anni hanno riscontrato grosse difficoltà alle ginocchia, alla colonna vertebrale e alle spalle. L’organizzazione prevede ancora oggi di alzare la spalla per mettere l’immondizia nei cassoni. E’ normale che dopo tanti anni ci siano delle prescrizioni ma possono trovare comunque una collocazione idonea, si tratta di valutarli e inserirli nella produzione. Questo però diventa difficile se ci sono lavorazioni date all’esterno: dall’anno scorso continuiamo a opporci all’utilizzo delle cooperative. L’anno scorso una cooperativa ha lavorato in condizioni disumane: i mezzi erano parcheggiati su suolo pubblico. I lavoratori non potevano cambiarsi e lavavano i mezzi ai distributori di benzina, con un rischio biologico altissimo. Il lavoratore, infatti, non può uscire dal posto di lavoro con gli abiti utilizzati sul lavoro e non può lavare i mezzi in una struttura pubblica perché servono dei filtri specifici. Invece succedeva e venivano lasciati i mezzi pieni di rifiuti in mezzo alla strada. Tutte queste assegnazioni sono state fatte senza informare il tavolo sindacale. Un’altra anomalia pesante è il fatto che le cooperative, inoltre, non applicano il contratto di igiene ambientale. Sono inquadrati invece con un contratto di multiservizi che eroga meno. I lavoratori, inoltre, devono avere fatto dei corsi abilitanti, devono trattare il materiale in un certo modo. Oggi chi pulisce intorno ai cassonetti mette quello che trova a terra nel bidone dell’organico, poi lo aggancia e lo rovescia nel cassone. Questo non si può fare. Non si può mescolare l’umido con quello che si trova per terra. Abbiamo saputo che per risparmiare Amag ambiente ha deciso che l’esposizione dei cassonetti andrà a carico dei condomini, un costo che dovrebbe aggirarsi intorno a 500 mila euro. C’è stata una assemblea tra azienda e amministratori di condominio. Ma Amag Ambiente non può consigliare agli amministratori i nomi delle cooperative: dovrebbe coinvolgere se stessa, per portare a casa il lavoro”.

Anche Porta ha espresso più di un dubbio sui consulenti esterni: “Sono entrati in azienda come se fossero padroni. Poi veniamo a sapere ad agosto che una delle proposte fatte era che gli operativi di Amag Ambiente sarebbero dovuti andare a lavorare per il privato. Siamo intervenuti insieme al presidente del Consorzio di Bacino Mauro Bressan: ora sembra che questa cosa sia stata tolta. Invito a immaginarsi cosa significa per un lavoratore avere continue notizie contrastanti rispetto al suo posto di lavoro, come può essere sereno mentre sta lavorando. Inoltre in questo periodo stavano partendo a raffica le contestazioni, nella gran maggioranza inutili. Ci è stato detto che lo si faceva per “educare” i lavoratori. Gli operativi si stanno spaccando la schiena ed ad oggi non capiscono il loro futuro, non lo capiscono da 14 anni”.

“Dalla politica e dalla azienda” le parole di Francesca Voltan, della Fp Cgil “mi aspetterei di ricevere risposte. In questa azienda sono successe cose assurde e non abbiamo mai avuto risposte. Tutti i verbali frutto di riunioni sono stati puntualmente disattesi: ora servono risposte concrete. Vogliamo ripartire. Abbiamo fatto segnalazioni all’Ispettorato del lavoro e allo Spresal, siamo arrivati a un punto di non ritorno. Siamo in una situazione grave, emergenziale, mi aspetterei dalla politica di sapere che cosa ha intenzione di fare. Ad oggi non c’è stato presentato un piano industriale, i lavoratori sono stanchi e stufi. Abbiamo dato mille possibilità di intervenire ma siamo stancati di essere presi in giro, mi aspetto risposte chiare dall’amministrazione comunale e dall’azienda”.

“Questa azienda versa da troppi anni in una condizione economica difficile” ha aggiunto Roberto Marengo della Femca Cisl “manca un vero direttore industriale, una persona in grado di rilanciare questa società senza interferenze esterne. Ogni quattro anni cambia il quadro dirigente. Siamo fortemente preoccupati per il futuro. Si sta sfogliando Amag come un carciofo. Ora cosa resta? L’idrico all’interno della holding: sappiamo che quella struttura è sovradimensionata. Si parla di investire nella economia green ma dove sono le risorse e le competenze nel gruppo? Riguardo la società di consulenza  mi scandalizzo quando questa società sembra che diventi la direzione aziendale. Non deve governare l’azienda. Siamo preoccupati, serve lavoro dentro al gruppo Amag, non le esternalizzazioni. Le condizioni dei mezzi riguardano tutte le società. Infine non possiamo accettare lo scivolone legato al caso della psicologa dei lavoratori. I lavoratori sono stanchi stufi e preoccupati, è imbarazzante trovare questo tipo di condizioni. Ogni volta la proprietà ci mette davanti un libro dei sogni che non si realizza“.

Come ha aggiunto Francesco Tutone, della Fit Cisl Piemonte, inoltre, “non ci sono soluzioni facili a problemi difficili. Da una parte questa azienda è troppo politicizzata ma riscontriamo l’assenza drammatica della politica. L’anno scorso, quando ci è stata annunciata la gara a doppio oggetto abbiamo costituito un tavolo permanente in Prefettura. In quella occasione erano presenti assessore e vicesindaco. Più volte però l’amministrazione comunale non si è vista. Continuiamo a chiedere quanto sono costate le due operazioni di esternalizzazione. Se si fossero evitati questi scivoloni magari i lavoratori avrebbero la retribuzione che meritano. Questa azienda non ha il contratto di servizio e la sabbia nella clessidra finisce. Qui è intervenuta Agcom rimarcando che Amag Ambiente non è a posto. La città di Alessandria ha già pagato il loro prezzo. L’azienda è un bene dei cittadini: si può creare occupazione sana ma invece ci si gira dall’altra parte. La politica si interessi di questi temi. Il tempo è scaduto”.

Gianni Di Gregorio Uiltec Uil: “Le persone devono lavorare in serenità, con i mezzi necessari. Chiediamo chiarezza sul futuro di Amag e dei dipendenti, chiediamo un piano industriale chiaro per garantire occupazione e servizi dei cittadini”.

Ai sindacati ha replicato l’amministratore delegato di Amag, Emanuele Rava: “Il gruppo ha una serie di criticità: mezzi vecchi, attrezzature magari non idonee, derivanti dal passato non di 3/4 anni fa ma anche più lungo. Ci sono state gestioni che non hanno fatto investimenti sulle reti, sui mezzi e sulle attrezzature. Per molti anni c’è stato un aumento dei crediti scaduti, con la conseguente mancanza di liquidità finanziaria. Solo nell’ultimo periodo siamo riusciti a recuperare. Alla fine del 2022 c’erano 16 milioni di euro da recuperare: c’era una limitata azione finanziaria. Negli ultimi 10 anni gli investimenti sono stati assolutamente insufficienti in tutte le aziende. Non averli fatti ha comportato condizioni lavorative non ottimali: per sopperire a questa situazione sono stati noleggiati mezzi a costi importanti. Non aver fatto investimenti ha comportato l’abbassamento tariffe. I mercati dei rifiuti, idrico e gas sono regolati da Arera. Dal 2019 a al 2022 Amag Reti gas ha perso 1 milione di euro di ricavi. Abbiamo ricominciato a fare investimenti soprattutto nel settore idrico grazie ai fondi Pnrr, per l’efficientamento della rete. Il ministero ha però bloccato 3.5 milioni di euro di fondi del Pnrr che noi avevamo già speso perché le concessioni su Ato 6 non sono conformi alla normativa. Serve la creazione del gestore unico entro il 31 dicembre. Alla fine dell’anno il gruppo Amag dovrà anticipare 7 milioni. Ci sono purtroppo anche criticità oggettive che ci portano ad affrontare emergenze dal punto di vista finanziario. Oggi, però, l’andamento economico del gruppo ci soddisfa nei primi sei mesi del 2024. Dal punto di vista finanziario, invece, siamo un po’ in difficoltà a causa di situazioni pregresse. Relativamente al personale ci siamo resi conto che per molto tempo non è stata data la corretta e giusta attenzione. Abbiamo fatto colloqui con i dipendenti per fare il punto sul clima aziendale. Abbiamo lanciato un piano di welfare aziendale per creare qualcosa di positivo per i lavoratori. Abbiamo riorganizzato una serie di settori per renderli più efficienti. Abbiamo iniziato un percorso nuovo di formazione del personale e abbiamo avviato percorsi di carriera per persone giovani nel gruppo che prima non erano valorizzate. Sappiamo che è un primo passo: siamo consapevoli che non è tutto bellissimo”.

“Su Amag Ambiente: posso dire che in questi ultimi 20 giorni abbiamo fatto più riunioni con il presidente Borbon per capire come superare situazione di stallo. Grazie all’accantonamento dei fondi abbiamo trovato una soluzione per riconoscere il premio di risultato del 2023 e del 2024.Sono state promosse operazioni di riduzioni dei costi che hanno portato a risparmi importanti, operazioni di recupero, ora le semestrali del 2024 sono positive. Ci sono però delle criticità. Riguardo Amag Ambiente la gara a doppio oggetto sta andando avanti ma ha avuto tempi più lunghi. Siamo nella fase in cui la parte tecnica è stata definita. Ora gli avvocati del consorzio e di Amag stanno lavorando sullo statuto e sui patti parasociali. Tutti i lavoratori rimarranno dentro ad Amag Ambiente: non so dove sia uscita l’ipotesi di un passaggio al privato” ha rassicurato il dirigente “Amag Ambiente avrà poi un azionariato differente rispetto a quello attuale: sarà composto al 50% da Amag, 1% Comuni e 49% assegnato al privato o alla società che vincerà la gara”

“Amag Reti Gas è la società più piccola. Da due anni continua a perdere: sono calate le tariffe. Anche a fronte di investimenti non c’è un miglioramento del conto economico. L’idea è bandire una gara a doppio oggetto per cercare un partner che faccia procedere la società nel suo lavoro. Amag Reti Idriche: è rimasta questa situazione incompiuta. Dal 2018 sappiamo di dover passare al gestore unico. Questo comporta che le società dovranno capire come stare insieme: non sarà un percorso immediato.In questo scenario c’è un tema legato a holding Amag: oggi ha 61 dipendenti, potrebbe risentirne, potrebbe capitare che non riesca ad avere service sufficienti a coprire le spese, da qui parte idea su come farla stare sul mercato e garantire occupazione dei dipendenti. Ci sono ragionamenti aperti: con le somme che Amag incamererà dalla vendita di azioni di Reti Gas si possono affidare una serie di risorse per Reti Idriche che ha situazione debitoria importante, si potranno promuovere investimenti in Amag Ambiente e una parte di risorse darle per le energie alternative delle Comunità Energetiche in capo ad Amag, oltre a cercare altri settori di business affinché possa garantire il livello occupazionale” ha concluso Rava.

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