Autore Redazione
giovedì
14 Novembre 2024
15:00
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Cronaca

All’Istituto Vinci-Nervi-Fermi un convegno con il padre di Carolina Picchio, la giovane vittima di cyberbullismo

All’Istituto Vinci-Nervi-Fermi un convegno con il padre di Carolina Picchio, la giovane vittima di cyberbullismo

ALESSANDRIA – Si intitola “Il bullismo femminile” il convegno ospitato questo mercoledì nell’aula magna dell’Istituto Vinci-Nervi-Fermi di Alessandria con Paolo Picchio, padre di Carolina, la ragazza di Novara vittima di cyberbullismo che 11 anni fa si tolse la vita dopo che un suo video denigratorio su un suo malessere durante una festa tra amici venne diffuso contro la sua volontà. Dopo questa tragedia la sua famiglia ha promosso una fondazione per sensibilizzare i giovani su questo delicato tema. Al convegno di mercoledì erano presenti anche il sostituto commissario coordinatore della polizia postale Giorgio La Piana, il commissario della Polizia Locale di Alessandria Giuseppe Ceravolo, la psicologa e psicoterapeuta Francesca Tinelli e l’avvocato Silvio Bolloli. 

“Sempre più di frequente le notizie di cronaca raccontano storie sconvolgenti legate ad atti di bullismo, storie che troppo spesso finiscono male e rovinano giovani vite. Nell’epoca della tecnologia avanzata si parla più propriamente di “cyberbullismo”, che si verifica quando i social media fanno la loro parte, diventando un famigerato e potente mezzo per perpetrare intimidazioni e persecuzioni. Scopo del convegno è stata la sensibilizzazione dei ragazzi e dell’intera comunità educante nei confronti del problema, la conoscenza del pericolo, ma anche l’insegnare ai giovani quanto potere si possa concentrare nelle parole”.

Nella lettera lasciata prima del gesto estremo, Carolina scrive “Le parole fanno più male delle botte”, tale frase è stata spunto di conversazione e riflessione che ha portato il prof. Tommaso Febbraro, moderatore del dibattito che ne è conseguito, a citare Carlo Levi con “Le parole posso distruggere, ma possono anche costruire”. Ed è infatti l’invito a parlare, a non nascondere, che emerge dalla testimonianza del papà di Carolina, che esorta i giovani ad “abbracciare i genitori” e gli adulti a favorire l’empatia con i ragazzi.

“Esperienza arricchente – afferma il prof. Febbraro – alla quale i ragazzi hanno partecipato in maniera encomiabile e con vivo interesse, tanto da prolungare la durata dell’incontro oltre l’ora stabilita. Toccanti gli interventi di Paolo Picchio che ha insistito sull’importanza di un approccio empatico al problema, per fare in modo che le vittime di bullismo riescano ad uscire da quel ‘corto circuito’ che le imprigiona, facendole a volte sentire colpevoli”.

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