20 Novembre 2024
05:53
Violenza sulle donne: in provincia impennata dei codici rossi e dei braccialetti elettronici
PROVINCIA DI ALESSANDRIA – Nata dieci anni fa, martedì si è tenuta una nuova riunione della Rete Provinciale Antiviolenza con l’obiettivo di fare il punto sul fenomeno della violenza di genere nel territorio alessandrino, a pochi giorni dal 25 novembre, la Giornata Internazionale contro la Violenza sulle Donne. Tanti gli enti e le forze dell’ordine che ne fanno parte: Procura della Repubblica, Questura, Carabinieri, Guardia di Finanza, Comuni, Polizie Locali, Ufficio Scolastico Provinciale, Asl, Ospedale di Alessandria, i Consorzi di Servizi Sociali, l’Ordine degli Avvocati e le associazioni me.Dea, Alter Ego e Dafne.
Come ha riferito il Procuratore Aggiunto Enrico Arnaldi di Balme, dal giugno 2023 allo scorso giugno si è registrato nel nostro territorio un trend in aumento su due aspetti: +19% di codici rossi (la legge in vigore da 5 anni che rafforza la tutela delle vittime di violenze, per atti persecutori e maltrattamenti) e +35% delle misure emesse dai giudici, soprattutto il divieto di avvicinamento monitorato dai cosiddetti braccialetti elettronici.
“Nell’ultimo anno abbiamo assistito a una impennata sia di reati iscritti che di misure. Nei due anni precedenti, invece, i numeri erano simili” ha sottolineato il Procuratore Aggiunto Arnaldi di Balme “ci sono più denunce, più sensibilità su questo tema. Un campo, quello della violenza di genere, che assorbe molte delle nostre attività. Basti pensare che, su 10 Sostituti Procuratori, 6 sono costantemente impegnati nell’applicazione dei codici rossi. La Rete Provinciale Antiviolenza rappresenta per noi un grandissimo aiuto”.
“Abbiamo ribadito l’importanza del confronto per migliorare l’operatività nel sostegno alle donne in difficoltà” ha aggiunto la presidente del centro antiviolenza me.Dea Sarah Sclauzero “è stata sottolineata l’importanza di promuovere tavoli operativi con le forze dell’ordine, coinvolte insieme alla magistratura, oltre alla necessità di promuovere corsi di formazione congiunta. Anche me.Dea ha registrato un aumento degli accessi nel 2024: nei primi sei mesi è emerso un +25% rispetto al 2023, numeri in crescita anche in questa seconda parte dell’anno. Questi dati sono anche il frutto dell’importante opera di formazione e sensibilizzazione delle donne: aumenta in loro la coscienza che si può chiedere un aiuto e, di conseguenza, aumentano le denunce. Sono numeri che devono rappresentare per noi uno sprone ad andare avanti”.
“Iniziative come questa dove si attivano La violenza sulle donne rappresenta un problema culturale, sociale, politico oltre che sanitario” ha sottolineato l’assessora alle Politiche Sociali di Alessandria, Roberta Cazzulo “i bambini diventano spettatori indifesi. La violenza domestica rappresenta un problema che si discosta dalle condizioni sociali, culturali, etniche e dalla fascia d’età delle vittime, purtroppo comprende anche donne molto giovani, con importanti conseguenze all’interno della sfera lavorativa e personale ed inevitabili problematiche psicologiche e/o psichiatriche. La gravità della violenza sulle donne è tanto maggiore, quanto minore è l’azione di contrasto messa in campo dalle Istituzioni stesse. La politica può e deve fare la sua parte intervenendo concretamente: indirizzando più risorse ai centri antiviolenza, che non possono vivere di solo volontariato e stabilendo più ore formative nelle scuole per educare al rispetto di genere. Nel nostro paese è necessario costruire una rete socio-sanitaria ed assistenziale, agendo su tutte le cause che determinano violenza e offrendo sostegno psicologico e giuridico alle donne che la subiscono in modo tale da aiutarle a reinserirsi in società e restituire loro una vita dignitosa. Inasprire le pene, a mio parere, non basta: le donne che subiscono violenza necessitano di maggior sicurezza per sé e per i propri figli e soprattutto di una comprensione profonda del loro percorso di dolore e di nuove opportunità che permettano loro di ricostruirsi la vita. L’educazione, la disapprovazione sociale, la non indifferenza, l’attenzione e il sostegno fanno la differenza”.