14 Febbraio 2016
23:00
Nella cascina confiscata alla mafia pronti ad allevare pesci e coltivare ortaggi con l’acquaponica
BOSCO MARENGO – Cascina Saetta, il primo bene confiscato alle mafie in provincia di Alessandria è pronto a sperimentare l’acquaponica. A frazione Donna, a Bosco Marengo, sorgeranno degli impianti che permettono di allevare pesci, filtrare dagli scarti l’acqua delle vasche e utilizzarla poi per coltivare ortaggi. Una tipologia di allevamento mista ad agricoltura sostenibile, ha spiegato Carlo Piccini, referente provinciale di Libera, già sperimentata in altre parti del mondo e che la Fao ha in particolare sostenuto a Gaza, finanziando un centinaio di questi impianti “a bassissimo consumo ma a grande produttività”. “Vedremo se funzionerà anche alle nostre latitudini” ha aggiunto il referente di Libera. Quello avviato dall’Associazione Parcival grazie al sostegno della Fondazione Social è infatti “un progetto pilota” ma l’obiettivo è di far partire anche corsi di formazione professionale, magari rivolti a disoccupati o persone affette da disabilità interessati a sperimentare questo settore, e creare così possibili sbocchi lavorativi. Le attrezzature verranno intanto installate a primavera e poi si avvierà il primo ciclo produttivo.”Per valutare un eventuale sviluppo anche commerciale dovremo aspettare circa 20 mesi – ha aggiunto Piccini – Queste sono nuove tecnologie ancora da testare, ma come Libera siamo convinti che l’evoluzione tecnologica e l’impegno sociale siano il futuro“. Con questo progetto, il cammino di Libera per restituire alla collettività un bene della mafia vede quindi finalmente il traguardo. Quella che oggi è una cascina intitolata alla memoria di Antonino Saetta, il giudice che iniziò la sua carriera come pretore ad Acqui e venne poi ucciso dalla mafia insieme al figlio nel 1988, fino al 2005 era il covo di un boss del clan gelese che gestiva il traffico di droga e prostitute a Genova ma che a Bosco Marengo nascondeva “armi e latitanti” ha ricordato Piccini. Una volta sequestrato il bene è rimasto poi nella disponibilità del Demanio e solo nel 2010 è passato al Comune di Bosco Marengo. Gli anni trascorsi hanno però indebolito la struttura originaria che, alla fine, è stata abbattuta. “Proprio per questo motivo non eravamo riusciti a concretizzare il progetto della Cooperativa Senape di trasformare Cascina Saetta in un allevamento di quaglie“. Nel novembre del 2014 è poi arrivata la tanto attesa delega all’associazione Parcival e sono iniziati i lavori per ripulire l’area dalle macerie, realizzare una tensostruttura e nuovi servizi igienici. “Anche se la casa originale non c’è più, Cascina Saetta ha un forte valore simbolico e grandi potenzialità di sviluppo” ha aggiunto Piccini che insieme all’associazione Libera accompagna periodicamente scolaresche e gruppi scout a frazione Donna per raccontare la storia di questo bene e soprattutto come la criminalità organizzata si muova anche nel Nord Italia e nella nostra provincia.
Una visita che verrà ripetuta anche il prossimo 7 marzo in occasione dell’Open Day sui beni confiscati alla criminalità organizzato nell’ambito delle iniziative nazionali per i 20 anni dall’approvazione della legge n. 109. Uno dei “Cento passi” che anche Libera Alessandria sta muovendo in vista della “Giornata nazionale della memoria e dell’impegno per le vittime innocenti delle mafie” del 21 marzo. Un ricco calendario di eventi che mercoledì 17 febbraio porterà i referenti provinciali di Libera a confrontarsi con gli studenti del Liceo Saluzzo-Plana di Alessandria sul tema “Mafie al Nord, dall’infiltrazione al radicamento” e poi il 25 febbraio a partecipare alla tavola rotonda, in collaborazione il Presidio ”Anna Pace” di Libera Alessandria, “Crisi, usura ed azzardo patologico. Istituzioni e associazioni insieme per una risposta efficace” in programma dalle 14.30 nella sede della Camera di Commercio di Alessandria, in via Vochieri. Per il calendario completo degli appuntamenti potete cliccare QUI.