28 Dicembre 2024
09:40
Imprese femminili: la provincia di Alessandria è prima in Piemonte
PROVINCIA DI ALESSANDRIA – Questa volta il nostro territorio guarda il resto del Piemonte dall’alto in basso. Come ha riferito l’Associazione Artigiani e Piccole Imprese Mestre C.G.I.A., infatti, al 30 settembre 2024 la provincia di Alessandria è prima nella nostra regione per numero di imprese femminili. In Italia l’Alessandrino si è attestato al 51° posto, intorno alla metà della graduatoria guidata dalla provincia di Cagliari. In provincia di Alessandria le 8284 imprese femminili rappresentano il 23.6% del totale, pari a 35.046.
Al secondo posto in Piemonte c’è Vercelli al 59° (23.2%), insieme al Verbano Cusio Ossola. Novara è al 62° posto con il 23.1%. Al quinto posto in Piemonte c’è Asti con il 22.9%. La provincia del capoluogo di regione, Torino, è sesta con il 22.4% (73esima in Italia). Segue di poco il Cuneese al 74° posto con il 22.3%. Chiude la classifica Biella all’83° posto con il 21.3%.
L’ITALIA HA IL PIU’ ALTO NUMERO DI IMPRENDITRICI IN UE
Nonostante continuiamo ad avere il tasso di occupazione femminile più basso d’Europa , l’Italia presenta, in termini assoluti, il numero più elevato di lavoratrici indipendenti . Nel 2023, le donne italiane in possesso di partita IVA che lavorano come artigiane, commercianti, esercenti o libere professioniste ammontano a 1.610.000, a fronte di 1.433.100 presenti in Francia e 1.294.100 occupate come autonome in Germania. Un record europeo che evidenzia ulteriormente la notevole propensione degli italiani, sia maschi che femmine, all’imprenditorialità (vedi Tab. 1). A segnalarlo è l’Ufficio studi della CGIA.
L’assoluto primato delle imprenditrici assume una rilevanza ancor più significativa se consideriamo che la popolazione femminile italiana in età lavorativa, compresa tra i 20 e i 64 anni, è costituita da 17.274.250 persone; al contrario, la Francia registra un surplus di 1,9 milioni di donne rispetto a tale cifra e la Germania supera addirittura il nostro dato di ben 7,3 milioni (vedi Tab. 2).
QUASI 8 DONNE SU 10 GUIDANO UN’IMPRESA DI SERVIZI O COMMERCIALE
Circa il 56 per cento delle donne imprenditrici attive nel nostro Paese è impiegato nel settore dei servizi alla persona (quali parrucchiere, estetiste, tatuatrici, massaggiatrici, pulitintolavanderie, ecc.) e nei servizi alle imprese (in qualità di titolari o socie di agenzie di viaggio, agenzie immobiliari, imprese di pulizie, noleggio di veicoli, agenzie pubblicitarie, fotografe, video maker, studi di commercialisti e consulenti del lavoro). Inoltre, poco meno del 20 per cento opera nel commercio, mentre poco oltre il 10 per cento è attivo nell’Horeca e circa un ulteriore 6 per cento nell’industria, medesima percentuale si riscontra anche nell’agricoltura.
A DIFFERENZA DEI MASCHI, LE DONNE ASSUMONO DONNE
Il basso tasso di occupazione femminile in Italia è principalmente attribuibile all’elevato carico di lavoro domestico che grava sulle spalle delle donne. Purtroppo, il nostro Paese ha storicamente investito in misura limitata nello sviluppo dei servizi sociali e della prima infanzia, penalizzando le donne in modo duplice. In assenza di adeguati investimenti in questi ambiti non sono stati creati nuovi posti di lavoro che avrebbero potuto essere occupati prevalentemente da donne. Numerosi studi a livello internazionale dimostrano come l’imprenditoria femminile possa rappresentare una chiave per incrementare l’occupazione femminile; infatti le donne che fanno impresa tendono ad assumere altre donne in misura significativamente maggiore rispetto ai loro colleghi maschi.
L’AUTOIMPIEGO COME STRUMENTO PER TORNARE NEL MERCATO DEL LAVORO E CONSEGUIRE I PROPRI SOGNI
La letteratura specializzata evidenzia almeno due fattori che motivano le donne a intraprendere un percorso imprenditoriale. Il primo è strutturale ed è correlato alla condizione socio-economica: situazioni di disoccupazione, tradizioni familiari o la presenza di incentivi economici inducono a considerare l’imprenditorialità come necessità. Il secondo fattore è motivazionale e concerne ragioni intrinseche che spingono le donne ad abbracciare tale opportunità; questo aspetto sembra rispecchiare maggiormente la sensibilità femminile. Grazie all’autoimprenditorialità, le donne possono gestire con maggiore flessibilità gli impegni lavorativi insieme a quelli familiari. Inoltre, coloro che si trovano in condizioni di inattività a causa della nascita di un figlio incontrano notevoli difficoltà nel reinserirsi nel mercato del lavoro. L’autoimpiego si è affermato come uno degli strumenti più efficaci per riconquistare protagonismo nella propria vita professionale e realizzare i propri obiettivi e aspirazioni nella speranza di ottenere risultati economici gratificanti e una maggiore indipendenza.
Foto di hamonazaryan1 da Pixabay