Autore Redazione
sabato
8 Febbraio 2025
12:30
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Cronaca - Alessandria

L’ultima collezione di Valentino ispirata al saggio di Umberto Eco “Vertigine della lista”

L’ultima collezione di Valentino ispirata al saggio di Umberto Eco “Vertigine della lista”

ITALIA – Si intitola “Vertigineux” la prima collezione del Creative Director Alessandro Michele nell’haute couture di Valentino. Presentata nei giorni scorsi, come ha sottolineato l’artista romano i 48 abiti si ispirano al saggio Vertigine della lista, del semiologo alessandrino Umberto Eco. “Eco parla di vertigine della lista per evocare quella sensazione che si produce nell’atto dell’elencazione tumultuosa, inarrestabile e ossessiva che spesso si interrompe sulla soglia di un eccetera” ha sottolineato Michele -. È in quell’eccetera che si produce una sospensione di fronte a qualcosa che potenzialmente può continuare all’infinito, che non può essere contenuto o circoscritto. La vertigine subentra, infatti, nella constatazione dell’incompiutezza di ogni possibile catalogazione. Nella sete di infinito che dimora in ogni cosa finita”. Foto tratte dalla pagina Facebook Valentino.

“In ognuna di queste 48 liste” le parole di Michele riportate da Adnkronos “coabitano elementi materiali ed immateriali: grandezze misurabili, fili emotivi, riferimenti pittorici, appunti merceologici, trapunte biografiche, trame cinematografiche, geometrie cromatiche, cuciture filosofiche, segni musicali, orditi simbolici, ricami linguistici, pieghe del tempo, frammenti botanici, archetipi visivi, tessuti storici, intarsi narrativi, nodi relazionali, eccetera. È come se ogni abito richiamasse, per associazione, una pluralità di mondi interconnessi. Calvino chiamerebbe questa lista ‘uno zodiaco di fantasmi’, una poetica dell’eccetera in cui ogni filo, ogni cucitura, ogni traccia di colore si trasfigura in una molteplicità di parole che trascendono i confini del visibile”. Ogni abito non è soltanto un oggetto, quindi, “ma il nodo di una rete di significati, una cartografia vivente che conserva traccia di memorie visive e simboliche (…) è il viaggio nella vertigine di una molteplicità incompiuta”.

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