Cronaca - Alessandria

Pfas: su 135 residenti vicino al Polo Chimico 15 hanno valori sopra soglia. “No allarme ma controlli nel tempo”

ALESSANDRIA – “Non solo valori allarmanti ma meritano un controllo nel tempo e una osservazione dell’evoluzione degli stati di salute delle persone”. Il professor Luigi Castello, coordinatore della Commissione Clinica della Task Force Regionale sui pfas, ha commentato così i risultati della prima fase del biomonitoraggio sui cosiddetti inquinanti eterni, effettuato tra gli scorsi novembre e dicembre a 135 residenti entro 500 metri dal Polo Chimico di Spinetta. Giovedì sera all’Auditorium del Marengo Museum sono stati presentati tutti i dati.

Le analisi del sangue hanno riguardato un gruppo di persone tra i 22 e gli 88 anni. Circa l’83% (113 cittadini) di loro ha riportato concentrazioni di Pfas per i quali sono stati definiti valori soglia (somma di Pfas storici di cui sono noti gli effetti sulla salute) compresa tra 2 e 20 microgrammi per litro, l’11% (15 persone) ha riscontrato una concentrazione di Pfas normati superiore alla soglia di 20 ng/ml, e solo nel 5% (7 unità) dei casi è emersa una concentrazione di Pfas normati inferiore alla soglia di 2 ng/ml. Come ha sottolineato Enrico Bergamaschi, direttore di Medicina del Lavoro dell’AOU Città della Salute e delle Scienze di Torino alla sezione di Medicina del Lavoro-Tossicologia ed Epidemiologia Industriale dell’Università degli Studi di Torino, tra le discriminanti con valori più alti di pfas ci sono il genere maschile rispetto a quello femminile, l’aver compiuto più di 65 anni, chi coltiva frutta e chi mangia le uova delle proprie galline. 

Per quanto riguarda i Pfas per cui non sono stati ancora definiti valori soglia, l’Adv ha un valore mediano riscontrato sui 135 partecipanti pari a 2,6 ng/ml, mentre il cC6O4 è stato riscontrato con un valore superiore a 0.05 ng/ml (dove 0.05 ng/ml è il limite di quantificazione) solo in cinque soggetti. Tutti i cittadini nel cui sangue sono stati rinvenuti valori anche minimi di queste sostanze per le quali ancora non c’è il valore soglia saranno comunque presi in carico, anche in caso di minime quantità riscontrate e sempre su base volontaria.

In rapporto al primo monitoraggio svolto sui residenti o lavoratori in aziende agricole dove sono state trovate matrici vegetali e animali contaminate i risultati hanno evidenziato una concentrazione di Pfas nel sangue inferiore rispetto ai risultati del primo monitoraggio effettuato ad inizio 2024 su 29 soggetti, quando circa il 20% aveva Pfas, per i quali sono stati definiti valori soglia su base scientifica, maggiori di 20 ng/ml, mentre nei risultati dei 135 prelievi effettuati tra novembre e dicembre (residenti maggiorenni entro 500 m dal polo chimico) questa percentuale è quasi dimezzata (11% circa).

I referti potranno essere ritirati da giovedì 20 febbraio all’ambulatorio di Spinetta Marengo, dal lunedì al venerdì dalle 14 alle 16, alla presenza di un medico pronto a dare indicazioni e proporre un percorso di presa in carico. “Faremo una raccolta della storia clinica delle persone” ha aggiunto il professor Castello “sottoporremo questi cittadini a una visita medica e clinica, e a degli esami del sangue e delle urine oltre a una ecografia addominale. Una volta elaborati i primi dati valuteremo un approccio personalizzato per le singole situazioni”.

In via precauzionale i Medici di Medicina Generale dei soggetti arruolati, informati dai loro assistiti circa i valori dei livelli di Pfas riscontrati nel loro sangue, saranno invitati ad attenersi alle seguenti indicazioni: per valori compresi tra 2 e 20 ng/ml, poiché esiste la possibilità di effetti avversi, specialmente in popolazioni sensibili come le donne incinte, consiglieranno misure di riduzione dell’esposizione quali:
• utilizzare a fini alimentari le sole acque provenienti dall’acquedotto evitando le acque di pozzo
• non utilizzare l’acqua di pozzi privati o da falda superficiale sia per uso domestico che per uso alimentare o agricolo
• integrazione regolare nella dieta del consumo di alimenti di produzione propria o in generale locale, con il consumo di alimenti di provenienza diversa
• considerare l’azione additiva di queste esposizioni con altre esposizioni a rischio per gli stessi outcome di salute (in questo caso il medico prende in carico il paziente anche per gli stili di vita scorretti, ad es tabacco, alcool, sedentarietà e alimentazione).

Per valori superiori a 20 ng/ml, poiché esiste un incremento del rischio di effetti avversi, consiglieranno invece di adottare le misure di riduzione dell’esposizione e procederanno con una serie analisi e alla raccolta di alcuni dati sulla vita delle persone. È stato inoltre deciso di proporre un ulteriore livello di monitoraggio che verrà predisposto nelle prossime settimane e che consentirà di controllare lo stato di salute della popolazione potenzialmente esposta.

La Task Force Clinica guidata dal professor Luigi Castello, tenuto conto che si tratta di una area nella quale sono presenti altri contaminanti ambientali, ha proposto un ulteriore livello di monitoraggio pluriennale, che vedrà la partecipazione dei medici di medicina generale e di specialisti ospedalieri e universitari, la cui adesione sarà possibile da parte di tutti i cittadini che prenderanno parte al Biomonitoraggio attualmente in corso.

“Massima trasparenza e piena condivisione” ha sottolineato l’assessore regionale alla Sanità Federico Riboldi “questi i due impegni che ho preso e che intendo perseguire con determinazione. Per questo motivo sono qui stasera, la quarta volta in cinque mesi, per ribadire, ancora una volta, ciò che ho confermato coi fatti. Avevo promesso, appena insediato, che avrei preso in mano direttamente la problematica di Spinetta Marengo e così ho fatto, creando una task force composta da tecnici e professionisti sanitari di indiscussa fama e avviando in brevissimo tempo un biomonitoraggio, a cui mi sono sottoposto anch’io come impegno personale, che potesse analizzare le eventuali concentrazioni di Pfas nel sangue di chi vive nei pressi del polo chimico. E questa sera siamo qui a condividere, in piena trasparenza, i risultati delle prime 135 analisi, senza nascondere o tacere nulla. Anzi, annunciando anche le modalità di presa in carico dei cittadini e di proseguimento del biomonitoraggio”. 

“Con Syensqo c’è stato un colloquio” ha aggiunto l’esponente della giunta Cirio “abbiamo ribadito che l’utilizzo e la fuoriuscita di Pfas dallo stabilimento non saranno tollerati dalle autorità. Per eliminare la dispersione dei Pfas o si lavora in stabilimenti che non disperdono e sono sicuri al 100% o si elimina l’utilizzo dei Pfas. Ma non c’è solo la contaminazione da Pfas in quell’area, reduce da un secolo di storia della chimica. Su questo andremo a compiere altre indagini e bisognerà lavorare per le bonifiche. Se Syensqo ha contribuito alle spese per il biomonitoraggio? No,” ha concluso Riboldi rispondendo a una domanda dei cittadini “il biomonitoraggio è stato interamente finanziato dalla Regione, un segno di indipendenza e trasparenza”. 

Ultimata la fase di rodaggio, riprenderà dal 1° marzo il biomonitoraggio sulla popolazione residente da 0 a 3 chilometri dallo stabilimento di Spinetta Marengo. Le modalità e i luoghi saranno le stesse, prelievo e questionario presso l’ambulatorio distrettuale ASL AL di Spinetta Marengo, cambiano invece le modalità di adesione: non più una preadesione a chiamata, come nella prima fase, ma la possibilità di esprimere la preadesione su una piattaforma online. I residenti da 0 a 3 chilometri dallo stabilimento che sono interessati ad aderire al biomonitoraggio potranno trasmettere la loro preadesione tramite una piattaforma online e saranno poi ricontattati da operatori ASL AL per fissare l’appuntamento in ambulatorio nelle date disponibili. Verrà infine attivata una campagna di comunicazione per segnalare la prosecuzione del Biomonitoraggio e invitare la popolazione ad aderire.

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