5 Marzo 2025
05:23
Ex Ilva: cassintegrazione prorogata di un anno. Sindacati: “Accordo importante, non risolutivo”
ITALIA – Il numero dei lavoratori di Acciaierie d’Italia in cassa integrazione scenderà a poco più di 3 mila a livello nazionale e di circa 30 unità nello stabilimento di Novi Ligure. Questo il risultato dell’accordo sulla proroga dell’ammortizzatore sociale un altro anno firmato ieri tra il colosso della siderurgia e i sindacati al Ministero del Lavoro. Accolta la richiesta delle parti sociali di ridurre i dipendenti in cassintegrazione. Tra i punti principali dell’accordo riguardo l’ex Ilva anche l’integrazione salariale al 70% e la rotazione dei lavoratori coinvolti senza alcuna sospensione a zero ore. Tra le novità, anche l’esclusione dalla cassintegrazione dei manutentori impiegati nell’attuazione del piano di ripartenza, la maturazione dei ratei di 13esima e almeno 1 giorno ferie. È stato inoltre predisposto l’impianto del premio di welfare (1% del valore annuo della paga base a raggiungimento di 3 milioni di tonnellate di acciaio, 2% a 3,5 milioni, 3% a 4 milioni). L’azienda – affermano poi le tute blu – ha garantito infine l’impegno a mantenere i tavoli di monitoraggio del Piano di ripartenza e investimenti su impianti.
“Non escludiamo affatto che ci sia una partecipazione largamente minoritaria dello Stato che possa accompagnare questo processo di rilancio produttivo e di riconversione industriale dai forni a caldo ai forni elettrici” ha detto anche il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso “se gli attori dovessero chiederlo potremmo mettere in campo una partecipazione pubblica. Una partecipazione che ci consenta di garantire meglio lo sviluppo industriale degli impianti evitando gli errori del passato, che sono stati fatti anche in questo campo”.
Il prossimo martedì 11 marzo, inoltre, a Palazzo Chigi si terrà un nuovo incontro tra le parti. “Questa convocazione è un importante risultato ottenuto dal sindacato, che riporta al centro i lavoratori nella discussione sul futuro degli stabilimenti dell’ex Ilva” hanno sottolineato Loris Scarpa, coordinatore nazionale siderurgia per la Fiom Cgil, Francesco Brigati, segretario generale della Fiom-Cgil di Taranto e Federico Porrata, della segreteria della Fiom-Cgil di Alessandria “oggi al Ministero del Lavoro siamo entrati, quindi, nel merito della discussione sulla cassa integrazione e abbiamo siglato l’accordo di proroga. Il piano di ripartenza verrà seguito con il raggiungimento, nel corso del 2025, di 4 milioni di tonnellate di acciaio invece che le 5 milioni tonnellate originariamente previste. Sono confermati tutti i trattamenti previsti dal precedente accordo di luglio scorso, tra cui l’integrazione della cassa integrazione al 70%, la rotazione e la formazione. L’accordo siglato oggi conferma, inoltre, l’assenza di esuberi e la piena validità dell’accordo sindacale del 2018. E’ un accordo importante ma non risolutivo. Ora il confronto si sposterà a Palazzo Chigi. Come Fiom-Cgil ribadiremo al Governo la nostra posizione: per la vendita dell’ex Ilva occorre garantire tutta l’occupazione, l’integrità del gruppo siderurgico e la presenza in equity nel capitale da parte dello Stato”.
“La conferma dell’accordo, oltre a mettere in sicurezza i lavoratori e il loro reddito, ci consente di proseguire in un solco di relazioni industriali che saranno fondamentali per la costruzione di un accordo sindacale in vista della cessione alla nuova proprietà. Servirà l’impegno di tutti i soggetti coinvolti per rendere definitiva una svolta per la ex Ilva e la sua vertenza” hanno aggiunto Valerio D’Alò e Biagio Prisciano, della Fim Cisl “ci riteniamo abbastanza soddisfatti e siamo convinti che per l’anno che seguirà i lavoratori saranno accompagnati da qualcosa che da qualche risposta in più sul fronte salariale”.
“L’accordo sostanzialmente mantiene i trattamenti di miglior favore per i lavoratori di Acciaierie d’Italia previsti nell’accordo di luglio 2024; risultato non scontato alla vigilia della vendita” e ora “attendiamo il previsto incontro dell’11 marzo alla Presidenza del Consiglio per conoscere lo stato dell’arte della procedura di cessione dell’ex Ilva e per poter ribadire, al governo, il vincolo della salvaguardia di tutta l’attuale occupazione, dell’appalto e di quella di Ilva As” hanno detto Guglielmo Gambardella, segretario nazionale Uilm, e Davide Sperti, segretario Uilm Taranto “ricordiamo che anche se non fosse indispensabile e non previsto l’accordo con le organizzazioni sindacali dalla normativa sulla Cigs dell’ex Ilva, siamo riusciti a condividere con l’azienda trattamenti di miglior favore per attenuare l’impatto economico per i lavoratori, oltre ad aver preteso nel testo la conferma della non determinazione di esuberi strutturali e la validità dell’accordo del 6 settembre 2018”.
“Dopo quasi 13 anni di sofferenze e incertezze per i lavoratori dell’ex Ilva e dopo la tragica esperienza di ArcelorMittal, speriamo quanto prima di poter avere una svolta con un futuro investitore, credibile e seriamente intenzionato a rilanciare il più grande gruppo siderurgico italiano e dare una prospettiva industriale con un piano compatibile con l’ambiente e con un ruolo sociale per il futuro di 20.000 lavoratori, diretti e indiretti dell’indotto, che non può prescindere dalla permanenza dello Stato in qualsivoglia assetto societario futuro”.