Edilizia: nel 2024 calo delle imprese artigiane in provincia e +88% di ore di cassintegrazione
PROVINCIA DI ALESSANDRIA – “Una inversione di tendenza“. Il calo delle imprese artigiane in provincia di Alessandria nel 2024 rispetto ai 12 mesi precedenti rappresenta uno dei dati più significativi del consueto report dell’edilizia presentato da Ance-Collegio Costruttori Edili del nostro territorio. Il numero di imprese artigiane è sceso del 7.5%, con il -9% degli addetti e l’incremento dell’88% delle ore di cassintegrazione. Stabili, invece, i numeri delle imprese industriali (+2%) così come il numero degli addetti (+1%): in questo caso le ore di cassintegrazione sono calate del 31%.
In generale il presidente di Ance Alessandria, Paolo Valvassore, ha parlato di una “ritrovata solidità di base del settore” e “un progressivo consolidamento strutturale delle imprese”. Quattro i “segnali” evidenziati nel report: resilienza, capacità di adattamento, stabilizzazione e trasformazione.
Stabile il numero di imprese del territorio iscritte ad Ance nel 2024: 882, in calo però del 35% rispetto al 2008. In rapporto a 16 anni prima, però, aumenta dell’1.2% il numero dei lavoratori. A livello di tipologia di imprese ben l’85% ha meno di 9 dipendenti: cresce, però, del 18% il numero di imprese con oltre 10 dipendenti.
“La progressiva diminuzione dell’incidenza del Terzo Valico dei Giovi, infrastruttura strategica per il territorio, sul totale della massa salari conferma, inoltre, una crescente diversificazione delle attività sul territorio” ha aggiunto Valvassore “il progressivo invecchiamento della forza lavoro, con la difficoltà nel reperimento di figure professionali in possesso delle competenze richieste dai datori di lavoro e l’elevata incidenza della manodopera straniera, che pesa sul settore per oltre la metà degli addetti, impongono tuttavia riflessioni sulle politiche future in tema di formazione ed
immigrazione. Buoni, infine, i risultati delle verifiche introdotte in tema di congruità della manodopera utilizzata nei cantieri, in attesa che la “patente a punti” mostri i suoi primi effetti”.
Nel 2024 la domanda di lavori pubblici è diminuita, seppur con diversa intensità, sia a livello nazionale (-40%) sia a livello regionale (-13%) e provinciale (-18% quella complessiva, ma quella per gli appalti d’importo fino a 5 milioni, che rappresentano la linfa vitale per le PMI, è calata del 32%). Circostanza che – pur essendo in gran parte la logica conseguenza di quella crescita
esponenziale che, nell’ultimo biennio, era stata determinata non solo dall’attuazione del Pnrr ma anche dalle misure meritoriamente adottate dal legislatore per fronteggiare gli eccezionali incrementi dei prezzi dei materiali da costruzione – pare tuttavia già legittimare una certa preoccupazione riguardo alle prospettive del mercato dei lavori pubblici.
“Nella migliore delle ipotesi, infatti, i dati sulla programmazione autorizzano a confidare (o forse, più propriamente, a sperare) in una stabilità della domanda solo per il prossimo biennio (ma a livello provinciale è già ipotizzabile, sin dall’anno in corso, una riduzione degli appalti d’importo fino a 5 milioni). Oltre che dell’inevitabile diminuzione delle risorse disponibile, ciò potrebbe anche essere l’effetto dell’entrata in vigore (proprio a partire da quest’anno) dell’obbligo, cui soggiacciono tutti (o quasi) gli enti locali, di redigere il cosiddetto Piano annuale dei flussi di cassa (che, nell’ottica di assicurare la tempestività dei pagamenti, impone una rigorosa programmazione trimestrale degli incassi e dei pagamenti)”.
Valvassore ha poi evidenziato come “il recente provvedimento con cui sono state semplificate le modalità di rendicontazione degli interventi PNRR, compresi quelli fuoriusciti (ossia quelle «piccole e medie opere» affidate dagli enti locali). Essendo stata eliminata quell’originaria «struttura a rimborso», che aveva fortemente penalizzato tutti quegli enti locali che non disponevano delle ingenti risorse necessarie, diviene finalmente lecito attendersi che le imprese possano, a breve, ricevere il pagamento dei crediti residui inerenti a lavori già ultimati da tempo (in taluni casi anche da due anni). Pur doverosamente ricordando come nella nostra provincia, grazie all’egregio lavoro del presidio territoriale (istituito in Prefettura), la percentuale dell’importo pagato rispetto a quello complessivo dei predetti interventi sia stata la più elevata (a livello regionale), deve tuttavia precisarsi che l’ammontare dei pagamenti, a ottobre 2024 (perché purtroppo il Dipartimento competente ha deciso, per ragioni incomprensibili, di limitare l’accesso ai dati aggiornati ai soli utenti autorizzati), era ancora pari al 52% dell’importo complessivo”.
Di particolare importanza, infine, “la recente delibera, fortemente voluta dall’assessore Bussalino, con cui la Giunta regionale – per rimediare alle criticità segnalate dai Comuni cui compete realizzare gli interventi previsti dal cosiddetto “Progetto Condiviso di sviluppo del territorio piemontese” (opere per 75 milioni) – ha opportunamente approvato sia una riduzione (da 60 a 30 giorni) del termine entro cui RFI dovrà erogare le risorse ai Comuni (in ragione dell’avanzamento dei lavori) sia una proroga del termine di ultimazione (dal 31 dicembre 2025 al 31 dicembre 2027)”.
I dati provinciali dell’Osservatorio del Mercato Immobiliare resi disponibili dall’Agenzia delle Entrate relativi ai volumi di compravendita del settore residenziale confermano la lieve flessione già emersa lo scorso anno: la proiezione sull’intero anno 2024 del trend dei volumi di compravendita provinciali registrati nei primi 3 trimestri, induce a pronosticare una leggera flessione del – 5,3 % rispetto al 2023. Nell’intervallo di tempo 2013-2024 le proiezioni evidenziano comunque un incremento complessivo dei volumi di compravendita provinciali del +90,2 %, (in leggera flessione a partire dal 2022). Tale scenario è parallelamente caratterizzato da una intensa domanda di residenze in locazione da parte di studenti e lavoratori fuori sede che, stando ai dati rilevati dagli altri stakeholders, non riesce a trovare risposta nell’offerta di abitazioni attualmente disponibili sul mercato degli affitti. Come già segnalato nei precedenti report la fase di maggior attrattività dell’incentivo straordinario del Superbonus ha, di riflesso, determinato nel biennio 2022-2023 (rispetto al 2021) nei 7 comuni centri zona della Provincia una contrazione pari al – 13 % del n. Cila e di Scia “ordinarie” per comunicare manutenzioni e trasformazioni di edifici esistenti che non beneficiavano dell’aliquota straordinaria. Successivamente il “decalage” delle aliquote del Superbonus (da 110% a 90%, 70% a 65%) e le limitazioni alla possibilità di cederne i crediti maturati, hanno determinato un brusco un crollo a partire dal 1° semestre 2023 (-96%) delle comunicazioni (c.d. “Cilas”) per avviarne gli interventi, confermato anche nel 2024 (- 73%). Di conseguenza il mercato si è nuovamente riorientato nel 2024 a favore di manutenzioni e trasformazioni “generiche” di edifici esistenti, con un incremento delle comunicazioni “Cila” e “Scia” ordinarie (+4% rispetto al 2023) E’ inoltre da segnalare che tra il primo e il secondo semestre 2024 è stato registrato un aumento di + 25 % del numero dei permessi di costruire, in genere richiesti per nuove costruzioni, sostituzioni edilizie e ampliamenti: tale incremento è, tra l’altro, da correlare all’intervenuta possibilità di sanare le irregolarità edilizie realizzate in passato tramite le nuove misure introdotte dal DL Salva Casa (DL 69/2024).
Dai dati dalle notifiche preliminari tramesse allo Spresal ai sensi del D.lgs. 81/2008 nel secondo semestre 2023, è inoltre emerso che il 32% dei cantieri comporta lavori superiori ai 100.000 € (rispetto al 38 % del 2023) e il 48 % dei cantieri comporta lavori inferiori ai 50.000 € (rispetto al 44 % del 2023): nel corso del 2024 è stata quindi riscontrata una contrazione del numero di cantieri che comportano opere di rilievo e un contestuale orientamento del mercato provinciale a favore delle opere più contenute (per l’appunto inferiori ai 50.000 €).
Dai dati pubblicati dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e dall’ENEA emerge che gli interventi che usufruiscono del Superbonus sul territorio piemontese al 30 dicembre 2024 risultano 36.133 per un ammontare di investimenti di circa 8,9 Miliardi di €. L’importo medio dei lavori agevolati dal Superbonus in Piemonte per ciascun intervento ammonta a circa 564.208 € per i condomini, 120.151 € per gli edifici unifamiliari e 93.721 € per gli edifici funzionalmente indipendenti.