Autore Redazione
mercoledì
26 Marzo 2025
05:34
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Cronaca - Alessandria

“Offerti spiccioli in cambio di impunità”: le associazioni ambientaliste sui risarcimenti di Syensqo al processo

“Offerti spiccioli in cambio di impunità”: le associazioni ambientaliste sui risarcimenti di Syensqo al processo

ALESSANDRIA – Gli esponenti di Greenpeace Italia, del Comitato Stop Solvay e di Vivere in Fraschetta hanno definito “irrisorie, financo offensive e irrispettose” le cifre offerte da Syensqo alle parti civili nell’ambito del processo per disastro ambientale colposo nei confronti degli ex direttori dello stabilimento di Spinetta Stefano Bigini e Andrea Diotto. 

“Invitiamo tutte le parti civili, incluse le associazioni ambientaliste e gli enti pubblici, a rifiutare le condizioni economiche proposte dall’azienda e fare in modo che sia il Tribunale di Alessandria, all’esito di un processo, ad accertare tutte le responsabilità del disastro ambientale in cui versa l’area alessandrina” hanno sottolineato le tre associazioni “Syensqo attualmente sta offrendo alle parti civili una sorta di “risarcimento” monetario, ma le cifre offerte sono irrisorie: poche migliaia di euro per i singoli cittadini, qualche centinaio di migliaia di euro per i Comuni. Secondo quanto trapela a mezzo stampa al Comune di Alessandria l’azienda avrebbe offerto 100 mila euro, poco più di un euro per ogni abitante. Alle associazioni ambientaliste costituite parti civili l’offerta scende a circa 20 mila euro, mentre alle singole persone l’importo ammonterebbe a 3500 euro, oltre a mille euro di contributo per le spese legali. Riteniamo queste cifre irrispettose dei danni subiti da ambiente e salute pubblica: evidentemente per l’azienda il diritto alla salute e a vivere in un ambiente pulito e non contaminato hanno scarsissimo valore”.

Greenpeace Italia, Comitato Stop Solvay e Vivere in Fraschetta hanno condannato questo comportamento “che, benché lecito, è messo in atto dall’azienda non per riconoscere un giusto risarcimento per i danni causati dalla produzione chimica, ma esclusivamente per accorciare i tempi del processo e affievolire le pene sui reati commessi. La salute delle persone e dell’ambiente non vale alcuna cifra. (…) Nemmeno tutti i soldi di questo mondo possono risarcire i danni subiti. L’unico risarcimento giusto per la popolazione è il blocco della produzione e la bonifica del territorio compromesso. Non da ultimo il Presidente della Commissione Ambiente e Sicurezza del Comune di Alessandria, Adriano Di Saverio, dopo la riunione del 6 marzo e la relazione della direttrice di Arpa Alessandria, Marta Scrivanti, ha espresso con fermezza la sua preoccupazione. I dati rilevati da Arpa confermano livelli allarmanti di PFAS inclusi PFOA, da tempo banditi perché cancerogeni. Questa situazione impone una riflessione seria sulle conseguenze di un eventuale patteggiamento che rischia di tradursi in un sostanziale via libera al perpetuarsi del disastro ambientale in corso, senza alcuna reale assunzione di responsabilità, né garanzia di bonifica per il territorio”. 

“Proprio in queste settimane in Veneto, nel corso del dibattimento per il caso Miteni che presenta numerose analogie con la situazione alessandrina, le richieste di risarcimento di alcune delle parti civili coinvolte anche nel processo di Alessandria ammontano a cifre estremamente elevate. Syensqo invece sta offrendo spiccioli in cambio di impunità e della possibilità di continuare a produrre e dunque inquinare, e questo è inaccettabile. Prima di valutare qualsiasi offerta risarcitoria da Syensqo, gli enti pubblici come Regione, Provincia e Comuni coinvolti dovrebbero avere un’unica priorità: azzerare l’esposizione dei cittadini a queste sostanze tossiche che si trovano nell’acqua, nell’aria e negli alimenti e, dunque, l’arresto della loro produzione e del loro utilizzo e la contestuale bonifica ambientale dell’area interessata”. 

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