10 Giugno 2025
05:50
Ex Ilva: Governo annuncia nuove risorse ma i sindacati chiedono garanzie: “A Novi produzione ancora per un mese”
NOVI LIGURE – “Massimo impegno a tutti i livelli” per il rilancio del settore e la tutela dell’occupazione. Questa la rassicurazione del Governo ai sindacati sull’ex Ilva nell’incontro di questo lunedì a Palazzo Chigi sul futuro del colosso siderurgico. L’esecutivo ha chiarito, inoltre, che la trattativa per la vendita “prosegue con continue interlocuzioni“ e ha assicurato la copertura finanziaria per il proseguimento delle attività dell’azienda attraverso un decreto legge. Sono state inoltre confermate le attuali condizioni per il beneficio della cassa integrazione. Le parti si sono aggiornate e un nuovo incontro è previsto tra circa dieci giorni. La situazione di incertezza tocca anche la provincia di Alessandria vista la presenza dello stabilimento ex Ilva di Novi Ligure.
I sindacati hanno accolto con perplessità le parole di Palazzo Chigi. Secondo Fiom Cgil, infatti, mancano le garanzie “che avevamo chiesto nell’incontro precedente” ha sottolineato il segretario generale Michele De Palma “L’unico elemento che è venuto fuori è che il Governo ha intenzione di fare un nuovo decreto su Ilva che prova a garantire un elemento di continuità. In questo momento lo Stato deve fare lo stato fino in fondo, assumersi la responsabilità della gestione con capitale proprio e rilanciare l’ex Ilva”. Su Baku Steel De Palma ha chiarito che “ad oggi non abbiamo ulteriore informazioni al riguardo di ulteriori trattative”.
Per la Fim Cisl l’entità delle risorse “non sarebbe ancora stata quantificata con precisione”. “Il finanziamento è importante perché ci fa prendere un po’ di ossigeno, ma il tema è: il finanziamento senza la prospettiva occupazionale e industriale finisce e noi saremo punto e a capo a quello che è successo negli ultimi anni”, ha dichiarato Ferdinando Uliano, segretario generale della Fim Cisl che ha anche sottolineato la mancanza di rassicurazioni concrete rispetto al piano industriale e all’identità di eventuali acquirenti: “Se si ritirano fuori proposte che erano state accantonate, ci viene il dubbio se quella che era stata considerata la prioritaria ci sia ancora”. La Fim Cisl ha ribadito che i numeri dei lavoratori non devono aumentare e che l’accordo di programma deve essere funzionale all’ottenimento dell’Autorizzazione Integrata Ambientale, strumento essenziale per poter avviare una vera trattativa con Baku Steel. “Non possiamo più permetterci soluzioni tampone. Servono certezze per i lavoratori e per il futuro della siderurgia italiana”, ha concluso Uliano.
Luigi Tona, segretario generale della Fim Cisl Alessandria-Asti, sottolinea la gravità della situazione: “Aspetto prioritario è la questione delle risorse, perché diversamente non ci sarebbero le condizioni per garantire la continuità produttiva. La cassa integrazione non può essere la soluzione. Non c’è più tempo, la situazione è grave. Il governo deve assumere le decisioni necessarie per dare una svolta. Il piano su cui si basava la cessione dell’acciaieria di fatto non sta più in piedi. Con un solo altoforno attivo — l’AFO 2 è in manutenzione e tornerà operativo solo tra 4-5 mesi — la produzione si è dimezzata, e sarà così per 7-8 mesi: si passa quindi da 4 a 2 milioni di tonnellate l’anno. Un dimezzamento che si riflette direttamente sui lavoratori. A Novi Ligure le materie prime attualmente disponibili permettono di proseguire la produzione per circa un mese. È indispensabile intervenire subito”.
“Non è andata bene” ha concluso Rocco Palombella, segretario della Uilm Uil “non ci sono novità ma solo un ulteriore lasso di tempo che il governo ha preso per fare un decreto per le risorse finanziarie per andare avanti. Tutte le nostre preoccupazioni e i problemi restano inalterati, non ci sono rassicurazioni sul futuro. Tra dieci giorni il Governo ha detto che ci darà risposte, ma noi riteniamo che il tempo è ormai scaduto e qualsiasi ipotesi di rinvio è negativa”.