Cronaca - Alessandria

Confindustria Alessandria: “Si continua a investire nonostante le incertezze. I dazi? Una tassa al consumo”

PROVINCIA DI ALESSANDRIA – Si prolungano i problemi e le incertezze ma tengono gli investimenti. Si può riassumere così la 203esima edizione dell’indagine congiunturale trimestrale di Confindustria Alessandria sulle previsioni delle 99 imprese associate del nostro territorio (tra le manifatturiere e quelle dei servizi alla produzione) per il periodo luglio-settembre di quest’anno. Le criticità internazionali, in particolare l’annuncio dei dazi dagli Stati Uniti, preoccupano (“una tassa al consumo” ha sottolineato il neo presidente di Confindustria Alessandria Gian Paolo Aschero, ndr) ma spiccano alcune note positive: l’abbassamento dei tassi di interesse, la stabilità della propensione a investire delle nostre aziende (sempre al 71% come nel trimestre scorso) e la competitività del nostro export. “I nostri imprenditori sono più rapidi nell’adattarsi ai cambiamenti” ha rimarcato Aschero. Otto industriali su dieci, inoltre, sono fiduciosi sui fronti occupazione e redditività. Basso il ricorso alla cassintegrazione: appena il 2%.

“La tenuta degli investimenti delle nostre imprese è il segnale più importante che emerge da questa indagine” ha aggiunto Gian Paolo Aschero, Presidente di Confindustria Alessandria – Le previsioni degli imprenditori, meno ottimistiche di quelle di primavera, sono influenzate dalle prolungate incertezze in cui dobbiamo operare, ma anche dalla pausa feriale estiva che porta a registrare una lieve flessione fisiologica. I dazi sull’export e l’incertezza stanno deteriorando la fiducia: lo sottolinea l’ultima analisi del Centro Studi Confindustria esaminando le principali criticità di questo periodo. E invece, tra i dati confortanti, rileva ‘il proseguire del taglio dei tassi dell’Eurozona’ e anche che “gli investimenti hanno sorpreso in positivo nel primo trimestre’. E quello degli investimenti rimane un indice che per la nostra provincia fa ben sperare, che si conferma costante nelle nostre rilevazioni, e che attesta la volontà degli imprenditori di programmare, anche in mezzo ai dubbi che il contesto genera. E per le nostre imprese, che sono spiccatamente esportatrici, ci conforta anche il dato analitico sull’export italiano che ‘ha dimostrato di essere molto competitivo non solo sui prezzi, ma soprattutto sulla qualità dei beni’ come sottolinea il Centro Studi che aggiunge: ‘inoltre, un reindirizzamento parziale delle vendite su altri mercati può attenuare l’impatto dei dazi’. Confidiamo anche noi in queste tendenze positive su export, competitività e investimenti per superare il prolungato periodo problematico che stiamo affrontando”.

I principali indici che registrano lo sbilancio tra ottimisti e pessimisti, indicano andamenti più cauti a confronto con il precedente trimestre: gli indici sono tutti in lieve flessione per occupazione, produzione e ordini totali ed export, la redditività migliora ma è ancora negativa, mentre sono sempre elevate e stabili la propensione a investire e l‘utilizzo degli impianti, ed è sempre bassa ed in calo la previsione di ricorso alla cassa integrazione. La rilevazione che riguarda i prezzi migliora ed evidenzia meno timori rispetto al precedente trimestre: il 33% delle imprese prevede un aumento dei prezzi delle materie prime (era il 47% in primavera), il 35% prevede aumenti per quelli dell’energia (era il 56%) e sono stabili i costi della logistica per il 40% degli intervistati come nella precedente indagine.

In dettaglio: la previsione dell’occupazione scende a -4 (era +6 nell’ultimo trimestre), quella della produzione a -2 (era +4), quella degli ordini totali a -2 (era +9), quella degli ordini export a -1 (era +3). Migliora ma resta negativa la previsione sulla redditività a -4 (era -6). La previsione di ricorso alla cassa integrazione è sempre bassa e in calo ed è formulata dal 2% degli imprenditori intervistati (era il 5%) e sono sempre in maggioranza al 78% (era l’80%), quelli che prevedono invariata l’occupazione. Sempre elevata e stabile la propensione ad investire, che segnala investimenti significativi o marginali che è dichiarata dal 71% degli intervistati (era il 71%), e anche il tasso di utilizzo degli impianti è sempre alto al 77% della capacità (era 77%). Ha lavoro per più di un mese l’83% degli intervistati (era l’80%). Tra i segnali positivi l’indagine evidenzia che la maggioranza delle imprese, i due terzi degli intervistati, prevede costanza per i prossimo trimestre e andamenti invariati non solo per l’occupazione ma anche per produzione e ordini.

I principali settori produttivi hanno andamenti non peggiori, e in alcuni casi migliori rispetto all’indagine complessiva: il metalmeccanico con occupazione negativa ma ordini a zero ed export negativo. Sono a zero gli indici dell’alimentare, settore che risente della stagionalità e ancor più nel periodo feriale. Segnali positivi, invece, nuovamente, per le imprese della chimica, gomma e plastica. Per il settore dei servizi alle imprese le previsioni sono meno positive rispetto al precedente trimestre: occupazione a +5 (era +11), il livello di attività a zero (era +7), gli ordini interni scendono a +5 (erano +30), la redditività cala a zero (era +4). Nel raffronto con l’andamento regionale i dati locali sono in maggioranza allineati, ma per l’alessandrino sono anche migliori per ordini totali ed export, redditività, utilizzo degli impianti e per un minore ricorso alla cassa integrazione.

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