Autore Redazione
lunedì
21 Luglio 2025
14:28
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Cronaca - Novi Ligure

Bambina di 11 anni in arresto cardiaco salvata all’Ospedale di Novi Ligure

Bambina di 11 anni in arresto cardiaco salvata all’Ospedale di Novi Ligure

NOVI LIGURE – La prontezza e la competenza del team sanitario del Dipartimento di Emergenza del Pronto Soccorso di Novi Ligure sono state decisive per salvare una bambina di 11 anni, arrivata in arresto cardiaco al Pronto Soccorso dell’Ospedale San Giacomo nella notte tra venerdì e sabato scorsi. La piccola è stata subito rianimata con successo e, vista la gravità delle sue condizioni, è stata portata con l’elisoccorso all’Ospedale Regina Margherita di Torino, centro di riferimento regionale per le emergenze pediatriche, in coordinamento e collaborazione con Azienda Zero – Regione Piemonte.

In particolare è stato rilevante il ruolo della dottoressa Roberta Virtuani, direttrice della Struttura Complessa di Medicina e Chirurgia di Accettazione e d’Urgenza dell’Ospedale di Novi Ligure: allertata per la peculiarità del caso, la professionista si è subito recata al Pronto Soccorso, dove “ha coordinato le attività e gestito con grande sensibilità le comunicazioni con i familiari della giovane paziente, garantendo sicurezza, continuità informativa e supporto umano in un momento di estrema criticità”. L’Asl si è unita al ringraziamento di tutta la comunità per il salvataggio della giovane paziente” e ha sottolineatol’importanza della risposta rapida e dell’elevata professionalità delle proprie strutture di emergenza”.

Accanto alla prontezza dell’emergenza, il Presidio Ospedaliero di Novi Ligure rappresenta un modello di riferimento anche nella gestione dei pazienti cronici, fragili e complessi, grazie all’impegno della dottoressa Lidia Celesti, direttrice della Struttura Complessa di Medicina Interna. Dal suo insediamento nell’ottobre 2023, la dottoressa Celesti ha avviato una profonda riorganizzazione clinico-assistenziale, basata sulla centralità del paziente e sulla presa in carico integrata, sin dal momento del ricovero. L’approccio internistico, oggi più che mai, si rivela cruciale per gestire la crescente complessità delle condizioni cliniche, non più riconducibili a singole patologie d’organo, ma da affrontare in un’ottica globale che tenga conto anche del contesto sociale e familiare.

Tra le innovazioni più significative introdotte: ambulatorio di Continuità di Cure (attivo da gennaio 2024), che permette il monitoraggio post-dimissione di pazienti fragili (ematologici cronici, diabetici, affetti da scompenso cardiaco, broncopneumopatici cronici), con l’obiettivo di ridurre le ri-ospedalizzazioni e migliorare gli esiti clinici. Nei primi 12 mesi di attività ha già seguito 164 pazienti, con risultati significativi in termini di efficacia e gradimento; potenziamento dei rapporti ospedale-territorio, con una più stretta collaborazione con i Medici di Medicina Generale e con i caregiver, al fine di garantire una continuità assistenziale fluida e personalizzata; riorganizzazione interna dei percorsi clinici, con équipe stabili che condividono quotidianamente le informazioni tra medico, infermiere e OSS, migliorando così la comunicazione, la soddisfazione degli utenti e la qualità dell’assistenza.

Sviluppo di competenze specifiche tra il personale, con progetti mirati su: lesioni da pressione e ulcere vascolari, in collaborazione con la Dr.ssa Merlano; ventilazione non invasiva, sempre più frequente per i pazienti cronici respiratori, grazie al lavoro della Dr.ssa Boero; accessi venosi eco-guidati (midline, PICC, power), per garantire terapie endovenose sicure e continuative; broncoscopia disostruttiva, per pazienti neurologici e BPCO con difficoltà di espettorazione; stewardship infettivologica, promossa dalla Dr.ssa Calabresi e dal Dr. Bruzzone, per l’uso corretto e sostenibile degli antibiotici; ambulatorio per lo scompenso cardiaco, in via di definizione strutturale, con presa in carico precoce dei pazienti già in degenza e formazione dedicata del personale (Dr.ssa Ghiglione, Dr.ssa Merlo), per contrastare la mortalità legata a questa patologia cronica ad alta prevalenza.

Inoltre, è in fase avanzata di progettazione, insieme ai direttori di Urologia e Rianimazione, un percorso interdipartimentale per la gestione del paziente fragile candidato a chirurgia urologica, ispirato a modelli di co-management tra internista, chirurgo, anestesista, MMG e servizi territoriali. Un approccio innovativo che mette davvero il paziente al centro di una rete multidisciplinare, con l’obiettivo di ridurre rischi, migliorare la gestione post-operatoria e favorire un reinserimento efficace nel territorio. “La Medicina Interna oggi non può più essere solo un contenitore. È un reparto dove si gestisce la complessità, si costruiscono percorsi, si crea rete – spiega la dottoressa Celesti -. Il nostro obiettivo è offrire una cura completa, continua e personalizzata, valorizzando le risorse professionali e umane presenti nell’Asl”.

Il Presidio Ospedaliero di Novi Ligure si conferma dunque non solo presidio d’emergenza d’eccellenza, ma anche polo di riferimento per la medicina della cronicità, dell’integrazione e dell’umanizzazione delle cure. “Ciò che rende la ASL AL e quindi questo presidio ospedaliero così efficace – ha sottolineato il Direttore Generale, Francesco Marchitelli è la sinergia tra innovazione clinica e attenzione alla persona. L’umanizzazione delle cure non è un valore astratto, ma una pratica quotidiana, costruita nella relazione tra pazienti, familiari e professionisti. È il cuore pulsante della nostra strategia aziendale”.

Grande apprezzamento per l’operato dell’Ospedale di Novi è stato espresso anche dall’assessore regionale alla Sanità, Federico Riboldi: “Quanto accaduto a Novi è la fotografia perfetta di cosa è per noi il servizio sanitario pubblico e dove la Regione sta andando: prontezza, competenza e umanità. Il lavoro dei medici e operatori sanitari nel salvare una bambina in arresto cardiaco, così come il modello gestionale messo in atto nella Medicina Interna, rappresentano l’eccellenza della sanità piemontese. Come Regione, siamo determinati a rafforzare e replicare esperienze come queste, che mettono davvero al centro la persona e valorizzano le competenze del territorio”.

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