Cronaca - Alessandria

Alessandria dirà sì al taser per la Polizia Locale: “Scelta non ideologica, al di là dei casi di Olbia e Genova”

ALESSANDRIA – “La decisione di procedere era già stata presa e a breve si concretizzerà”. Ai microfoni di Radio Gold l’assessore alla Sicurezza, Enrico Mazzoni, ha spiegato così la scelta di dotare la Polizia Locale alessandrina del taser, una decisione sulla quale, ha specificato l’esponente della giunta Abonante, non hanno influito le recenti notizie di due persone decedute dopo essere state attinte dai dardi scoccati dall’arma a impulsi elettrici in dotazione alle forze dell’ordine: il 57enne Gianpaolo Demartis, mancato lo scorso 16 agosto a Olbia, e il 41enne Elton Bani, morto il giorno dopo in provincia di Genova.

“La nostra non è stata una decisione ideologica” ha spiegato a Radio Gold l’assessore Mazzoni “questo strumento infonde sicurezza ai nostri agenti. Modificheremo il regolamento dell’Armamento della Polizia Locale. Sarà adottata una fase sperimentale di sei mesi, preceduta da corsi specifici di formazione che gli agenti dovranno seguire”.

Alessandria adotterà l’ultima versione di questo strumento, il taser 10, presentato proprio due anni fa dall’azienda produttrice Axon durante una giornata dimostrativa organizzata in piazza Garibaldi: “Il Taser 10 rappresenta una rivoluzione” aveva spiegato a Radio Gold Luca Mascelloni, country manager di Axon Italia “ha 10 colpi e non più 2, è a colpo singolo e non spara due dardi contemporaneamente come la versione precedente ma uno solo, fino a 15 metri di distanza e non più 7.5 (occorre infatti sparare due dardi sul corpo per attivare il circuito elettrico, ndr). In strada ha una efficacia di quasi il 100%. I rischi per la sicurezza sono bassissimi, nel mondo ci sono sul taser oltre 900 studi medici di enti indipendenti. Hanno stabilito che questo strumento non comporta rischi per la salute. Nella maggioranza dei casi, però, il taser non viene neanche usato perché basta la sola estrazione o l’arco elettrico che emana a interrompere l’azione violenta del soggetto”. 

Rispetto alle due persone decedute a metà agosto, proprio sul caso Demartis questo lunedì il consulente della Procura di Tempio Pausania ha riferito che il decesso del 57enne è stato “ascrivibile a uno scompenso cardiaco in cardiopatia ischemica (presenza di stent coronarico)”. Sembra, quindi, che l’uomo avesse problemi cardiaci pregressi, anche se serviranno altri esami più approfonditi. Riguardo a Elton Bani dall’autopsia non sarebbero emerse patologie al cuore pregresse che potrebbero avere causato la morte. Un dardo avrebbe colpito l’uomo di striscio, nella parte anteriore del corpo mentre gli altri due lo hanno colpito sulla parte alta della schiena causando un arresto cardiaco.

Nei giorni il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, aveva difeso l’utilizzo del taser: “Chi, in maniera ideologica, critica l’utilizzo del taser deve tener presente che si tratta di uno strumento imprescindibile che viene fornito agli agenti proprio per evitare l’utilizzo di armi da sparo. Le regole di ingaggio prevedono che venga usato soltanto quando ci si trova di fronte a soggetti violenti e aggressivi che rappresentano un concreto pericolo per i presenti. La sicurezza dei cittadini è il primo obiettivo che deve essere perseguito. E dalle prime ricostruzioni è esattamente la situazione in cui si sono ritrovati i carabinieri intervenuti. Dunque, vanno respinte, perché del tutto pretestuose, pregiudiziali e infondate, le polemiche contro le forze di polizia a cui va tutta la gratitudine e il completo sostegno del nostro Governo” aveva detto l’esponente del Governo Meloni.

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