Autore Redazione
martedì
5 Aprile 2016
22:34
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Cronaca - Alessandria

Francesco incontra Francesco

Francesco incontra Francesco

ALESSANDRIA – Francesco Margaria, dell’Anmil Alessandria, a fine gennaio ha vissuto un’esperienza destinata a rimanere impressa nella memoria. Un incontro faccia a faccia con Papa Francesco. Di seguito proponiamo il racconto che ha descritto questo momento unico:

“Sabato 30 gennaio 2016 rimarrà per sempre impresso nella mia memoria ma soprattutto nel mio cuore e sarà una data indimenticabile. Dopo quasi trentacinque anni, da quel 19 marzo 1981, un altro avvenimento è infatti giunto a sconvolgere la mia esistenza. La vita può essere segnata nuovamente a 52 anni, quando uno pensa che niente di nuovo possa entrare nell’orizzonte dei suoi giorni… ed invece… Il caso o, per chi è credente come me, la Provvidenza ha voluto inserirsi nella mia esistenza con un fatto che si è presentato in maniera inattesa, anticipato da tanti piccoli eventi di cui non mi sono neppure reso conto, ma che hanno portato ad una gioia nella mia vita e che l’ha trasformata, segnandola per sempre. Ho incontrato il Papa e la mia protesi, quella che dall’infortunio aveva sostituito il mio braccio, ha stretto ed è stata stretta dalla mano di Papa Francesco! Immaginate quale esplosione emotiva è avvenuta nella mia mente e nel mio cuore in quell’istante. Un attimo ed ho rivisto me stesso nel letto d’ospedale con un sacerdote che mi faceva coraggio spiegandomi che dovevo ricominciare nonostante il destino mi avesse riservato, pur così giovane, un futuro privo del braccio destro. Ho voluto credere alle sue parole e da allora mi sono impegnato perché mi aveva convinto che la vita, tracciata da un disegno divino, mi avrebbe riservato sorprese che allora non avrei potuto nemmeno immaginare. Tra le emozioni più forti provate nel corso della mia esistenza posso ora dire che quella di trovarmi casualmente e grazie all’Associazione in prima fila all’Udienza papale nell’anno del Giubileo della Misericordia è sicuramente quella che mi provoca la maggiore tenerezza, insieme al ricordo del matrimonio con Patrizia e della nascita dei nostri 3 figli. Papa Francesco è un grande uomo che con la sua semplicità conquista il cuore di ogni fedele ma anche dei non credenti. Nei momenti che precedono l’Udienza non mi rendevo nemmeno conto di quello che stava per accadermi quel sabato mattina in Piazza S. Pietro, grazie all’incontro organizzato dall’ANMIL. Il Papa dopo aver terminato la tradizionale benedizione a conclusione della celebrazione è sceso dalla scalinata del Sagrato per raggiungere la “papamobile”, ma invece di salire subito sulla vettura ha camminato verso gli ammalati delle prime file e poi è risalito nuovamente verso il Sagrato dove vi era il posto a me assegnato e avvicinandosi lentamente inizio a pensare: “Cosa gli dico se si ferma davanti a me… gli bacio l’anello?”. Mentre si approssimava sempre di più, erano tante le parole che si affollavano nella mente ma non riuscivo a metterle in fila per riuscire a pronunciarle. Ormai era poco distante… eccolo! Ero capace solo a tendere la mano destra istintivamente per salutarlo, non mi ricordavo che è una protesi ed è così che la mia mano artificiale ha toccato quella del Papa! In un secondo il suo sguardo si è incrociato con il mio e in quegli occhi ho visto subito tutta la tenerezza di un padre verso un figlio a cui lui vuole bene. Ha toccato, ed immediatamente capito, che non era carne ma un braccio finto e in un attimo lo stupore si era trasformato in amore aumentando la sua stretta come per dirmi senza parlare “Sono vicino a te figliolo… capisco il dolore che hai vissuto e non sei solo”. Io non ho avuto la forza di far uscire una sola parola, ero sommerso dalla presenza di questo uomo straordinario e carismatico. Un istante che vale una vita, la mia vita ferma in quell’attimo. Lui intanto si era allontanato per salutare altri che erano dopo di me mentre io ero rimasto quasi inebetito da quell’incontro che mi è rimasto aggrappato al cuore. Al termine del saluto, sono sceso dalla scalinata per entrare a San Pietro attraversando la Porta Santa, rendendomi conto che il Francesco che stava camminando nel mio corpo in quel momento era un altro, quello prima dell’incontro con il Papa era rimasto sul Sagrato dopo un lungo cammino iniziato ben 35 anni fa in una piccola officina di paese, dove, in seguito all’amputazione, era dovuto cambiare per forza ed era stato sostituito da un Francesco nato dallo sguardo e da un abbraccio con un Papa sacerdote di 78 anni che senza parole mi aveva rimesso a nuova vita. Ora comprendo ancora di più il significato di certe frasi scritte nel Vangelo, forse lo stesso sguardo che ha colpito me è lo stesso che hanno ricevuto coloro che avevano incontrato e scelto Gesù, conquistati da un’emozione soprannaturale… Ringrazio l’ANMIL e la generosità del Presidente Balistreri che mi ha ceduto in quell’occasione il suo posto in prima fila, permettendo al destino di segnarmi per sempre. Auguro a chiunque abbia vissuto un dolore come il mio, a 18 anni, di incontrare anche lui uno sguardo e una tenerezza come quello che ha inciso a fuoco nel mio cuore questa frase “… felice la colpa che ci meritò di avere un tal Redentore”. Da ora in avanti quando farò toccare ai ragazzi delle scuole la mia protesi durante gli incontri fatti perché capiscano come vive un amputato infortunato sul lavoro, potrò dire loro che il 30 gennaio 2016 anche Papa Francesco ha toccato la stessa protesi, e certamente questa mano artificiale non andrà in soffitta come le altre che l’hanno preceduta perché per la mia famiglia sarà sempre “un braccio speciale”.

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