3 Novembre 2025
13:29
Intervento all’avanguardia di un medico alessandrino su una paziente: asportato un tumore cardiaco benigno
TORINO – Ora sta bene una paziente di 37 anni, sottoposta a un delicato e urgente intervento chirurgico di rimozione di un tumore cardiaco benigno al Maria Pia Hospital di Torino. La complessa operazione è stata realizzata dall’alessandrino Davide Ricci, da 20 anni responsabile della Cardiochirurgia della struttura torinese. In particolare è stato asportato un mixoma, il tumore cardiaco primitivo più frequente (40%-60% dei casi), con un’incidenza di 5 casi ogni 10mila persone, e che nelle donne è di 3 volte maggiore rispetto agli uomini. Si definisce benigno perché non si diffonde ad altri organi, ovvero non dà metastasi ma dal punto di vista clinico si comporta in modo “maligno”: può crescere e peggiorare l’ostruzione del flusso sanguigno fino a bloccare il passaggio del sangue, causare embolie ed eventi acuti gravi (ictus, ischemia di organi o arti) e, nei casi peggiori di occlusione acuta della valvola mitrale, anche provocare la morte improvvisa. L’intervento in questo caso è considerato urgente e risolutivo, perché l’asportazione completa porta alla guarigione e riduce al minimo il rischio di recidiva.
“La rimozione è stata complessa per diversi motivi – ha spiegato il professor Ricci –: il tumore si colloca infatti in una sede delicata, vicino al setto interatriale, a contatto con valvole e vasi, quindi serve estrema precisione. Per questo impieghiamo la chirurgia mininvasiva operando con un accesso ridotto rispetto alla sternotomia tradizionale. Il chirurgo lavora in uno spazio limitato ma con una visibilità migliorata, nonostante ridotti margini di manovra, grazie all’utilizzo di una specifica telecamera (videoscopia). Inoltre, si rende necessario collegare il paziente alla macchina cuore-polmone in circolazione extracorporea, operazione che richiede tecnica ed esperienza. Infine, vi è il rischio di frammentazione del tumore che va invece rimosso integro, evitando che frammenti si stacchino causando embolie”.
Dopo l’intervento la paziente è stata ricoverata in ospedale per 7 giorni per poi rientrare a casa in ottime condizioni di salute generale. “Vogliamo continuare a potenziare le metodologie mininvasive per offrire interventi sempre più efficaci e meno traumatici per il paziente, così come fatto per questo caso. In cardiochirurgia il lavoro di squadra è cruciale, un coordinamento puntuale con il team dei cardioanestesisti, guidato dal dottor Andrea Cuccio, con gli infermieri della sala operatoria, i tecnici di perfusione e fisiopatologia cardiovascolare, e con il personale dei reparti di Cardiochirurgia, Terapia Intensiva, Cardiologia Riabilitativa (diretta dal Dott. Marco Ribezzo) ed Emodinamica (diretta dal Dott. Mauro De Benedictis)”, conclude il prof. Ricci.
Laureato in Medicina e Chirurgia all’Università di Pavia nel 2003, Ricci si è specializzato in Cardiochirurgia nel 2008 e per poi proseguire nelle università di Pavia e Torino. Vanta inoltre una esperienza alla Mayo Clinic di Rochester MN USA dove si è occupato per due anni di ricerca in ambito trapiantologico. È docente all’Università di Torino fin dal 2012 e Professore Associato all’Università degli Studi di Genova dal 2020.