4 Novembre 2025
07:27
Barosini sulla sanità: “Ora è diventata un privilegio ma serve rimetterla al centro come dice la Costituzione”
ALESSANDRIA – La sanità è uno dei pilastri della Costituzione e deve essere salvaguardata e potenziata. Lo ha detto il Presidente di Azione Piemonte, Giovanni Barosini, dopo i confronti di questi giorni sui temi legati allo sviluppo di questo ambito e al lavoro legato al nuovo piano socio-sanitario. “Il nostro partito partito ritiene che la sanità, insieme all’istruzione, sia centrale e attorno a questi due pilasti si deve e si può fare molto ma molto di più. L’articolo 32 della Costituzione è tra i principi fondanti del nostro Paese, tuttavia è stato in parte tradito. Riconosce l’universalità delle cure, equità e uguaglianza eppure negli ultimi 15 anni il diritto alla salute, un dogma per noi, è stato tradito dai vari governi, attraverso tagli continui e progressivi“.
Secondo Barosini nel tempo “i fondi della sanità sono stati quelli più aggrediti e aggredibili e infatti noi siamo in Europa tra i Paesi che investono meno. Almeno dal 2010 in avanti ci sono stati definanziamenti continui con la sola parentesi del periodo covid durante il quale l’impressione è stata di un incremento di risorse, ma è stato un fuoco di paglia. La verità è che il diritto alla salute non è più tale, anzi, è diventato un privilegio. Il concetto costituzionale di raggiungere e aiutare tutti è venuto meno: da dati rilevati in Italia almeno 1 persona su 10 rinuncia a curarsi ed è gravissimo“.
Il problema, rileva il responsabile di Azione è che “il finanziamento alle Regioni viene valutato in base al numero di residenti e all’età senza considerare altri criteri critici come quello dell’orografia dell’Italia perché in punti dove il paziente è lontano dai centri abitati c’è più disagio da parte dell’utente, ma anche più costi da sostenere per raggiungere i luoghi“. Poi ci sono le ferite aperte sotto gli occhi di tutti come le criticità nei pronto soccorsi o la carenza di personale.
Se a questo si aggiunge quanto succede nei pronto soccorso, nelle liste d’attesa le criticità sono molto alte e preoccupanti puntualizza il politico di Azione. “Per esempio i medici sempre più spesso preferiscono il settore privato e creano quelle carenze che in alcuni settori sono fortemente critici, senza contare il forte deficit di infermieri e operatori sociosanitari, sempre meno attratti da questo lavoro per gli stipendi bassi, la stasi nella progressione in carriera e il fortissimo rischio di burnout“. Barosini immagina soluzioni che possano dare risposte immediate in questo ambito, come “alcuni benefit per i parcheggi, per esempio, oppure affitti a prezzi calmierati, il tutto con l’appoggio degli enti locali“. Sul fronte poi dei medici di famiglia una maggiore serenità per questa categoria, oltre che un miglior servizio, dovrebbe arrivare da una revisione del numero massimo di pazienti: “Non la soglia di 1500 ma cifre più basse anche per l’aumento della popolazione anziana e la necessità di una maggiore attenzione verso queste persone“. Popolazione anziana che ha bisogno anche di percorsi più sostenibili attraverso un miglior impiego delle risorse europee “perché o non sfruttate o non funzionali a percorsi strutturati“, senza dimenticare le strutture di riposo, “inavvicinabili per la maggior parte della popolazione a causa di rette esorbitanti“.
Sul piano sociosanitario piemontese il presidente di Azione ha apprezzato il fatto che “dopo tanti anni sia stato elaborato un documento che contiene diversi elementi apprezzabili, come la ricerca dell’integrazione tra ospedale e territorio, le case di comunità e la digitalizzazione, ma rimangono, tuttavia, il problema dell’evanescenza sulla medicina generale e del numero dei medici di famiglia, vero cuore della sanità territoriale. I principi contenuti nel nuovo piano sociosanitario quindi rischiano di essere su carta e un elenco di strutture ma senza sostenibilità concreta“.
Anche il progetto di digitalizzazione “rimane senza spiegazioni concrete in merito al percorso di attuazione anche perché questo processo deve viaggiare di pari passo con l’alfabetizzazione digitale dei cittadini“. Parallelamente il “finanziamento della medicina territoriale è ambiguo perché la domanda è come verrà finanziata la telemedicina, questione che si deve associare a una mancanza di studi su quanti medici di famiglia serviranno sul territorio in prospettiva“.
Concentrandosi sull’Alessandrino Barosini auspica progressi sul nuovo ospedale, ritenuto “un’opera pubblica necessaria e imponente che deve andare avanti, insieme al percorso verso il riconoscimento di Irccs“. Un iter che dovrà necessariamente “vedere sottoscritto l’accordo di programma per definire i tempi e la modalità di attuazione passando dalla necessità di un maggiore coinvolgimento di tutti, compreso un dialogo migliore tra Asl e Aso“. “La Costituzione anche sulla Sanità detta la linea e dobbiamo tornare a seguirla – conclude Barosini”.