Autore Redazione
mercoledì
24 Dicembre 2025
15:22
Condividi
Cronaca - Alessandria

Pfas, la Rete Zero Italia pronta alle vie legali: “Va tutelato il diritto alla salute”

Pfas, la Rete Zero Italia pronta alle vie legali: “Va tutelato il diritto alla salute”

ITALIA – La Rete Zero PFAS Italia, composta da cittadini, associazioni e comitati di diversi territori colpiti dall’inquinamento, ha annunciato l’intenzione di attivarsi attraverso gli strumenti dell’ordinamento giuridico per garantire il diritto alla salute, messo a rischio dall’inquinamento da PFAS. La decisione arriva dopo la pubblicazione del report di Greenpeace “Respirare PFAS”, che ha analizzato i dati di oltre 4 mila stabilimenti industriali italiani contenuti nel Registro europeo PRTR, il sistema di monitoraggio delle emissioni inquinanti. Dal report emerge che tra il 2007 e il 2023 in Italia sono state rilasciate 3.766 tonnellate di F-gas, gas fluorurati a effetto serra, in gran parte PFAS, sostanze chimiche artificiali non presenti in natura e prodotte dall’industria.

“Come cittadini siamo stati e continuiamo a essere esposti a inquinanti chimici che, in netto contrasto con i diritti costituzionali, mettono a rischio la nostra salute”, sottolineano i membri della Rete. “Questa situazione chiama in causa responsabilità precise, soprattutto della politica, verso le generazioni presenti e future”.

La Rete Zero PFAS Italia ha ricordato come queste sostanze, note come “inquinanti eterni”, siano persistenti e bioaccumulabili, contaminino aria, acqua e suolo, entrino nel sangue, negli organi, nel latte materno e nella catena alimentare. Una pericolosità ormai riconosciuta dalla comunità scientifica internazionale. Anche l’Istituto Superiore di Sanità ha evidenziato che “l’accumulo dei PFAS nell’organismo umano ha effetti tossici e può essere correlato a patologie neonatali, diabete gestazionale e, in caso di esposizione cronica, alla formazione di tumori”, aggiungendo che “alcuni PFAS sono potenziali interferenti endocrini”.

Per quanto riguarda le emissioni in atmosfera, i dati PRTR indicano il Piemonte come epicentro nazionale: il 76% delle emissioni italiane di F-gas, pari a 2.863 tonnellate, si concentra nell’area del Comune di Alessandria, dove ha sede l’unica industria chimica italiana ancora produttrice di PFAS, la ex Solvay, oggi Syensqo. (qui la replica della multinazionale). 

Emissioni, seppur inferiori, hanno interessato gran parte del Paese, in particolare il Veneto, già segnato da uno dei più gravi inquinamenti idrici da PFAS in Europa causato dalla Miteni, azienda oggi chiusa e condannata in primo grado, seguita da Toscana e Lombardia.

Alla luce dei principi di prevenzione e precauzione previsti dal d.lgs. 152/2006, del Regolamento europeo 573/2024 sui gas fluorurati, degli obblighi di controllo delle autorità competenti e della giurisprudenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea, la Rete ritiene inevitabile un intervento istituzionale. Per questo la Rete Zero PFAS Italia chiederà un’azione tempestiva e adeguata alle autorità regionali, affinché vengano tutelati la salute dei cittadini delle regioni coinvolte e gli obiettivi di mitigazione climatica previsti dalla normativa nazionale ed europea.

Condividi