Autore Redazione
mercoledì
4 Maggio 2016
08:24
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Cronaca - Tortona

Caporalato nel tortonese: dall’alba al tramonto nei campi a 5 euro all’ora

Caporalato nel tortonese: dall’alba al tramonto nei campi a 5 euro all’ora

TORTONA – Nelle campagne tortonesi si svolgeva una vera e propria attività di caporalato. È quanto hanno scoperto i militari del Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro di Alessandria, insieme al personale della Direzione Territoriale del Lavoro di Alessandria e al Comando Compagnia Carabinieri di Tortona. L’operazione è scattata il 20 e il 21 aprile e ha permesso di scoprire una organizzazione di almeno cinque persone, cittadini marocchini, che da anni esercitavano l’attività di intermediazione illecita di manodoperasu tutto il territorio della piana, utilizzando diversi automezzi“.

Tutta l’organizzazione è stata denunciata con l’accusa di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, truffa aggravata in danno degli istituti, immigrazione clandestina e falso in atto pubblico, oltre a diverse violazioni amministrative per lavoro nero. 

Come ricostruito dai militari di fatto la cooperativa reperiva la manodopera con diversi automezzi. I braccianti, tutti cittadini marocchini, arrivavano da Castelnuovo Scrivia e Sale per essere portati nelle aziende che ne avevano fatto richiesta e utilizzati per la piantumazione e la raccolta dei prodotti della terra.
Sfruttati e sottopagati, i lavoratori ricevevano dall’amministratore unico della fantomatica cooperativa, una paga oraria di 5 euro e stavano nei campi per dieci-dodici ore al giorno, dalle sette del mattino alle sette di sera, senza alcuna tutela legale. I braccianti sottostavano a queste condizioni pur di avere un lavoro e di ottenere un contratto indispensabile per il rinnovo del permesso di soggiorno stagionale.

I controlli sono partiti in seguito alla ben nota tendenza di molte aziende agricole ad affidare all’esterno intere attività affidandosi a terzi attraverso la “sottoscrizione di contratti di prestazione di manodopera“. Come spiegato dagli inquirenti “queste metodologie se, da un lato, consentono al soggetto committente di sostenere costi per il personale più contenuti, sotto il profilo contributivo e fiscale, dall’altro possono spesso preludere alla consumazione di comportamenti fraudolenti e simulatori” che danneggiano i lavoratori impiegati e che creano concorrenza sleale nei confronti di quanti rispettano le regole. In più “sotto le mentite spoglie di strutturate prestazioni di servizi, vengono occultate vere e proprie attività di lavoro dipendente svolto da persone fisiche che, nella maggioranza dei casi, sono completamente inconsapevoli dei comportamenti irregolari assunti dai propri datori di lavoro“.

Le indagini sono ancora in corso ma intanto l’operazione ha portato al controllo di otto aziende agricole di grandi e piccole dimensioni. In tutto sono stati identificati 45 lavoratori di cui 30 marocchini e sette senza regolare permesso di soggiorno per motivi di lavoro.

I militari hanno contestato violazioni amministrative e penali anche a carico delle aziende agricole che hanno utilizzato i lavoratori.

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