13 Maggio 2016
12:33
Un arresto per spaccio e cinque denunciati. La Squadra Mobile in poche ore chiude quattro attività di indagine
ALESSANDRIA – Quella di giovedì è stata una intensa giornata di lavoro per la Squadra Mobile della Questura di Alessandria. Ognuna delle quattro sezioni dirette da Mario Paternoster ha infatti concluso un’attività di indagine.
La prima ad entrare in azione è stata la Sezione Criminalità organizzata e straniera che, all’alba, si è presentata a casa di un cittadino italiano di 42 anni, residente a Valle San Bartolomeo. Da qualche tempo gli agenti tenevano d’occhio il culturista sospettando potesse fare uso di anabolizzanti per aumentare la massa muscolare. Scattata la perquisizione, la Polizia ha avuto conferma dei suoi sospetti. Nella casa sono state infatti sequestrate diverse confezioni di medicinali fatti arrivare in Italia senza la necessaria prescrizione medica. Tra le varie scatole i poliziotti hanno però sequestrato anche pillole prodotte in Cina o in Thailandia che non possono in alcun modo superare i confini nazionali. “Si tratta di farmaci molto pericolosi per la salute, di cui non si conoscono i principi attivi” ha rimarcato il Dirigente della Squadra Mobile.
Mentre la sezione Criminalità organizzata e straniera procedeva quindi alla denuncia del culturista per aver raggirato il sistema di prescrizione medica e per aver introdotto illegalmente dei farmaci, i colleghi delle Sezione Reati contro il patrimonio entravano intanto in azione nelle abitazioni di tre cittadini cinesi a Tortona.
Ad attirare i sospetti della Polizia in questo caso erano stati gli attestati sulla conoscenza della lingua italiana consegnati all’Ufficio Immigrazione per ottenere i permessi di soggiorno. Balzate subito all’occhio alcune anomalie in quei certificati apparentemente rilasciati dall’Università per Stranieri di Perugia, i poliziotti giovedì mattina sono andati personalmente a verificare la conoscenza della lingua italiana delle tre persone. E’ bastato chiedere di entrare in casa, poi, per avere la prova della falsificazione dei certificati. Nonostante un punteggio d’esame che ha sfiorava il massimo dei voti i tre cittadini non capivano e non parlavano una parola di italiano e sono stati quindi tutti e tre denunciati.
E’ scattata poi nella tarda mattinata di giovedì l’operazione della Sezione Antidroga della Squadra Mobile di Alessandria che ha portato all’arresto di un cittadino marocchino di 38 anni, Hamid El Houtari. L’uomo, già noto alle forze dell’ordine per spaccio di droga, è stato sorpreso a vendere un grammo di cocaina a un cittadino italiano in una delle vie vicino al ponte Tiziano ad Alessandria. Bloccato lo scambio, i poliziotti hanno scoperto un vano ricavato in uno dei sedili dell’auto dello spacciatore dove l’uomo aveva nascosto un calzino con all’interno 17 dosi da un grammo l’una di cocaina. Sequestrato lo stupefacente la Sezione Antidroga ha quindi esteso la perquisizione anche all’abitazione dell’uomo, a Vignale, dove ha recuperato altri 50 grammi di cocaina in pietra, un bilancino di precisione e circa 2000 euro in banconote da 50, 20 e 10 euro.
Sempre giovedì, infine, la Sezione reati contro la persona della Squadra Mobile ha chiuso le indagini sull’alessandrino di 26 anni che nelle passate settimane aveva denunciato una finta rapina nel centro di Alessandria. Il ragazzo aveva chiesto l’intervento dei Carabinieri fingendo di essere stato aggredito in centro città da quattro nordafricani che, dopo averlo picchiato, erano scappati con quattro cellulari che il giovane avrebbe dovuto consegnare ad alcuni conoscenti. Fin da subito anche i militari avevano avuto dubbi su quella versione dei fatti, che non aveva trovato alcun tipo di riscontro neppure nelle riprese dei sistemi di videosorveglianza installati vicino al luogo della millantata aggressione. Quella rapina, hanno scoperto ora gli agenti della Squadra Mobile, era stata in realtà inscenata dal 26enne che aveva speso tutti i soldi che alcuni coetanei gli avevano consegnato per acquistare “sottobanco” telefoni di ultima generazione. Il ragazzo è infatti un “mago” nel riparare pc e cellulari e sfruttandola sua notorietà in questo campo aveva convinto alcuni ragazzi di poter avere anche telefoni a prezzi vantaggiosi. Sperperato tutto il denaro raccolto, il ragazzo aveva poi simulato la rapina per giustificarsi con i “clienti”. La sua storia ha fatto però subito acqua da tutte le parti e quando il ragazzo la mattina dopo ha deciso di formalizzare la denuncia in Questura ha dato il via agli ulteriori accertamenti della Polizia. Ricostruito l’accaduto gli agenti della Squadra Mobile hanno denunciato il 26enne per simulazione di reato e anche per detenzione di una scacciacani priva di tappo rosso, sequestrata nella sua abitazione, insieme a un bilancino di precisione e una piccola quantità di marijuana, presumibilmente per uso personale.
Tatiana Gagliano