29 Maggio 2016
22:00
Pioppicoltura: superfici in drastica diminuzione in uno dei comparti più importanti per la provincia
PROVINCIA – La pioppicoltura è uno dei comparti agricoli più importanti per la provincia. Alessandria è infatti la terza città in Piemonte in ordine di importanza per produzione di pioppi, dopo Torino e Cuneo. In dieci anni l’alessandrino ha però visto praticamente dimezzarsi le superfici coltivate. Dai 6768 ettari del 2000, ha denunciato la Cia, Confederazione Italiana Agricoltori, nel 2010 si è scesi a 3419 ettari. La riduzione, tra l’altro, ha colpito l’intera regione e tutta la Pianura Padana dove si trova circa il 70% dei pioppeti italiani. In Piemonte, da 25797 ettari in dieci anni si è scesi a 10979 e a livello la nazionale la riduzione si attesta a un 30% delle superfici totali. Diverse sono le cause di questa riduzione, dal prezzo stabile riconosciuto al ribasso, alle fitopatologie, fino al mancato trasferimento dei contributi PAC e all’aumento dei costi di produzione.
Il pioppo è però il più utilizzato dall’industria nazionale del legno, del mobile e della carta e conta complessivamente circa 350.000 addetti. Proprio per non perdere questo importante ricchezza, in particolare per la provincia di Alessandria, la Cia ha radunato in assemblea i produttori del settore per analizzare la situazione e definire possibili strategie di intervento. La discussione si è basata sulla verifica delle criticità e sul confronto con i produttori, al fine di elaborare istanze e proposte che saranno portate in discussione ai tavoli di lavoro preposti a livello regionale. Durante l’incontro si è riflettuto sull’apertura e la chiusura del bando 8.1.1 del PSR sull’arboricoltura da legno per le domande da presentare e infine è stato illustrato l’operato all’interno della Commissione in sede regionale e nazionale per la ricerca e consulenza di nuovi cloni per l’inserimento nell’Albo nazionale, al fine di creare nuove tipologie più resistenti alle varie fitopatologie e permettere maggiore sostenibilità ambientale.
“La pioppicoltura alessandrina è invidiata a livello nazionale e internazionale – ha sottolineato il vicepresidente regionale Cia Piemonte Gabriele Carenini – e il momento di confronto e dialogo con i produttori è fondamentale, perché la Cia si faccia portavoce delle esigenze riscontrate”. Proprio dal dialogo tra i produttori, insieme anche al presidente provinciale Cia Alessandria Gian Piero Ameglio, al membro di Commissione nazionale per il Pioppo al Ministero delle Politiche Agricole Massimo Ponta e al direttore dell’Unità di ricerca per le produzioni legnose fuori foresta del Crea Giuseppe Nervo è emersa una soluzione per salvaguardare questo comparto. “Secondo il confronto all’interno del nostro Osservatorio nazionale – ha spiegato Ponta – la soluzione alla difficoltà di mercato può essere ricercata nel contratto di filiera: questo può permettere di stabilire una varietà adeguata per la trasformazione con un prezzo concordato e gestito, che darebbe garanzie dalla fase di piantumazione a quella di raccolta”. E proprio in questo senso, ha concluso il membro della Commissione nazionale, andrà l’impegno politico della Cia.