9 Giugno 2016
03:49
Polizia Penitenziaria: da 199 anni al lavoro nell’ombra. “Nel 2015 quasi 200 proteste o tentativi di autolesionismo” [FOTO]
ALESSANDRIA – Conciliare severità e umanità. Questa da sempre la missione della Polizia Penitenziaria che ieri mattina ha celebrato nel carcere alessandrino di San Michele il 199^ anno di vita, alla presenza delle autorità civili e militari della città. In questa occasione è stato tracciato un bilancio dell’ultimo anno: come sottolineato dal Comandante Felice De Chiara è stata superata la fase di massima criticità a livello di numero di detenuti, ad oggi circa 570 tra i due istituti cittadini. Nell’ultimo anno sono stati registrati 182 episodi critici: da gesti di autolesionismo a manifestazioni di protesta, durante i quali è emersa l’alta professionalità degli agenti. Sempre nel 2015 sono stati operati 1605 trasferimenti di detenuti e 17 piantonamenti. In numerose occasioni, poi, è stato bloccato il passaggio di sostanze stupefacenti all’interno delle mura carcerarie, nascosti nelle lettere o passate durante i colloqui. La Polizia Penitenziaria, composta ad Alessandria da circa 300 unità, si è anche distinta nel contrasto a episodi di fanatismo religioso e di fondamentalismo islamico, all’interno delle strutture. “Un grazie per l’impegno di tutto il personale nell’assolvere i propri doveri e lontano dalle luci della ribalta” ha concluso il Comandante De Chiara.
“Siamo di fronte a una svolta, a un nuovo modello di carcere, che tenda a far rientrare nella civitas, nel contesto sociale, chi sconta una pena: il carcere deve mantenere un rapporto col mondo esterno” ha detto il direttore dell’istituto di San Michele Domenico Arena “evitando di far diventare la prigione una “periferia”, un incubatore di disagio. In passato la Polizia Penitenziaria ha visto, invece, una limitazione del proprio compito, relegato a una vicinanza statica al detenuto, trascurando l’aspetto delle relazioni.” Il direttore Arena ha anche speso parole di ringraziamento per il vescovo di Alessandria, Guido Gallese, deciso a creare una comunità cristiana all’interno della struttura e per i volontari dell’associazione Betel, intenzionati ad aprire a breve una abitazione per quei parenti dei detenuti che arrivano ad Alessandria da città lontane.
Francesco Conti