Autore Redazione
martedì
5 Luglio 2016
22:00
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Cronaca - Alessandria

Ecoreati in Piemonte: ad Alessandria il maggior numero di illeciti nel ciclo di rifiuti

Ecoreati in Piemonte: ad Alessandria il maggior numero di illeciti nel ciclo di rifiuti

PIEMONTE – I numeri del nuovo rapporto “Ecomafia” di Legambiente raccontano il “lento ma grande” cambiamento che ha preso il via in Italia dall’approvazione della legge sugli ecoreati del 2015. “Finalmente” ha commentato l’associazione, si cominciano a raccogliere i primi frutti di un’azione repressiva più efficace e “degna di un Paese civile che punisce davvero chi inquina“. Nei primi otto mesi dall’entrata in vigore della legge sono stati contestati a livello nazionale 947 ecoreati che hanno portato a 1.185 denunce e al sequestro di 229 beni per un valore di 24 milioni di euro. Sono stati 118 i casi di inquinamento e 30 le contestazioni in forza del nuovo delitto di disastro ambientale.

Per quanto riguarda il Piemonte i dati raccolti da Legambiente parlano di 502 infrazioni di natura ambientale, 490 persone denunciate, 9 arresti e 192 sequestri.  Proprio l’aumento dei sequestri, che nel 2014 erano stati 106, è proprio uno degli elementi evidenziati da Legambiente così come gli arresti, saliti da 2 a 9. In Piemonte continuano a primeggiare i settori tradizionali della criminalità ambientale: il ciclo dei rifiuti (140 infrazioni accertate) ed il ciclo del cemento (86). Per quanto riguarda quest’ultimo settore sono le province di Torino e del Verbano Cusio Ossola a far registrare il primato negativo con 18 infrazioni a testa, 58 persone denunciate nel Verbano Cusio Ossola e 25 nella provincia di Torino. Il primato per arresti e sequestri nel settore del cemento va invece alla provincia di Novara con 2 persone arrestate e 7 beni sequestrati. Il ciclo illecito dei rifiuti in Piemonte ha invece portato nel corso del 2015 alla denuncia di 232 persone, 3 arresti, 101 sequestri e la maggior parte delle infrazioni è stata riscontrata proprio in provincia di Alessandria (84 denunce, 3 arresti e 48 sequestri).

Per contrastare le ecomafie c’è ancora da fare” ha evidenziato l’associazione. “La criminalità organizzata la fa ancora da padrone (sono 326 i clan censiti nel Paese) e la corruzione rimane un fenomeno dilagante, il volto moderno delle ecomafie che colpisce ormai anche il Nord Italia”. Lo dimostrano, ha aggiunto Legambiente, i 250 arresti avvenuti in Piemonte dal 1 gennaio 2010 al 31 maggio 2016, il 9,4% del totale nazionale, che piazza così la nostra regione al quinto posto per corruzione in campo ambientale.

Quelli di quest’anno sono numeri e storie che dimostrano quali effetti può innescare un impianto normativo più efficace e robusto come i nuovi ecoreati, in grado di aiutare soprattutto la prevenzione oltreché la repressione dei fenomeni criminali – ha dichiarato Fabio Dovana, presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’AostaSe il 2015 è stato un anno spartiacque grazie all’introduzione della legge sugli ecoreati è fondamentale che le procure sviluppino una prassi operativa comune e condivisa per una corretta applicazione della nuova legge. Certo è che il miglior modo di prevenire le ecomafie resta un deciso cambio di paradigma economico: l‘economia ecocriminale si combatte promuovendo un’economia civile, fondata sul pieno rispetto della legalità, sui principi della sostenibilità ambientale e della solidarietà, capace di creare lavoro, soprattutto per le giovani generazioni, e crescita pulita“.

Quest’anno il rapporto Ecomafia si arricchisce di un approfondimento on line, sul sito noecomafia.it, dedicato alle storie di illegalità ambientale più emblematiche. Per il Piemonte vengono ad esempio ripercorse le vicende del falso riso bio nel Vercellese, degli incendi dolosi in Valsessera e del processo per l’interramento di car fluff nelle campagne cuneesi.

 

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