Autore Redazione
lunedì
5 Settembre 2016
06:46
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Cronaca - Casale Monferrato

Vecchio vertice della Croce Rossa di Casale indagato per peculato

Vecchio vertice della Croce Rossa di Casale indagato per peculato

CASALE MONFERRATO – Le diverse segnalazioni di ammanchi e varie irregolarità da parte dei nuovi vertici del Comitato casalese della Croce Rossa Italiana hanno permesso alla Guardia di Finanza di segnalare, alla Procura della Repubblica di Vercelli, per peculato, cinque persone, appartenenti alla precedente gestione. Per le Fiamme Gialle sarebbero responsabili, nel periodo dal 2006 al 2015, a vario titolo, di sottrazione di beni e denaro da destinare agli assistiti in difficoltà. Dopo gli iniziali accertamenti e l’approfondimento delle varie ipotesi individuate, nel corso dell’estate 2015, le Fiamme Gialle, su provvedimento dell’Autorità giudiziaria vercellese, hanno perquisito le abitazioni di 4 persone, titolari di incarichi di responsabilità, in passato, nella locale CRI, rinvenendo copiosa documentazione.

Secondo quanto riscontrato dalla Guardia di Finanza gli indagati erano soliti utilizzare le tessere di benzina dell’associazione per rifornire le auto personali. Quelle per gli acquisti nei supermercati erano invece impiegate per l’acquisto di beni ad uso personale come piccoli elettrodomestici, capi di abbigliamento, prodotti per la casa, cosmetici, superalcolici, cibo per animali, farmaci per patologie sofferte dagli interessati, facendoli apparire, invece, come destinati alle famiglie indigenti.

I militari, grazie alla preziosa collaborazione dell’attuale vertice del Comitato della Croce Rossa casalese, hanno poi ricostruito e documentato, nel corso di numerosi anni, il rimborso non spettante di spese per oggetti personali e viaggi effettuati dagli indagati o loro parenti, estranei all’ambiente della Croce Rossa.

Al termine dell’attività investigativa, è stata segnalata la presunta responsabilità penale di cinque soggetti nonché quantificata la sottrazione alle finalità istituzionali dell’Associazione di oltre 173.000 euro, che gli indagati dovranno ora giustificare davanti all’Autorità Giudiziaria di Vercelli che ha diretto le indagini.

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