Autore Redazione
venerdì
16 Settembre 2016
12:08
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Cronaca - Alessandria

Da Valenza ai sobborghi di Alessandria aumentano le proteste dei cittadini lasciati a “piedi” dai bus

Da Valenza ai sobborghi di Alessandria aumentano le proteste dei cittadini lasciati a “piedi” dai bus

VALENZA – La penuria di autobus “funzionanti” ad Amag Mobilità non sta lasciando a piedi solo gli studenti dell’alessandrino. Tra i cittadini in attesa per interminabili minuti davanti alle fermate ci sono anche tanti lavoratori che usano i mezzi pubblici. E non tutti, che siano diretti a scuola o al lavoro, possono semplicemente fare “due passi a piedi” per arrivare a destinazione, ha puntualizzato una lettrice del sito radiogold.it rispondendo a uno dei commenti relativi alla notizia del mancato avvio dell’orario invernale dell’azienda di trasporto alessandrino. Ad aspettare invano l’autobus in questi giorni ci sono anche tantissimi studenti e lavoratori dei sobborghi, “Cantalupo, Casalbagliano, Villa del Foro, San Giuliano, Spinetta” ha segnalato Anna Maria e “non tutti hanno l’auto“.

Stanno rimanendo “a piedi” anche i valenzani che usano l’autobus per arrivare ad Alessandria. Cristina Porta, ha raccontato, venerdì mattina si è sentita particolarmente “nel pezzo” quando ha ascoltato l’intervista dell’amministratore unico di Amag Mobilità, Stefano Rossi, in onda su Radio Gold. In quei minuti era in auto con altri valenzani che, all’ultimo, hanno organizzato una “macchinata di fortuna” dopo aver atteso fino all’ultimo minuto disponibile l’autobus delle 6.15 in partenza dall’autostazione di Valenza. “Con tutto il rispetto gli studenti – ha scritto questa mattina al nostro numero whatsapp noi andiamo a lavorare tutto l’anno e permettetemi di dire che non è certo un problema di orario estivo o invernale”. A Valenza lo sanno bene, ha aggiunto Cristina che nei mesi scorsi insieme a una “compagna di sventura” aveva organizzato una raccolta firme proprio per denunciare questi disservizi. “All’inizio la situazione sembrava migliorata ma ora siamo punto e da capo, se non peggio. Sappiamo che mancano i mezzi e quelli che ci sono scassati, perché noi quegli autobus li prendiamo tutti i giorni e vediamo che sono sempre gli stessi. Vorremmo però capire quando verrà trovata una soluzione”. Cristina, e come lei tanti altri valenzani, si alza tutte le mattine alle 5.30 e alle 6.10 si ritrova con gli altri pendolari alla fermata del bus diretto ad Alessandria. “Quando arrivo devo poi prendere l’autobus Arfea per raggiungere Felizzano. Io ho un discreto margine per il cambio ma con me viaggiano anche tanti valenzani che devono prendere il treno per Genova o Milano e che non possono accumulare ritardo”. Figuriamoci quando l’autobus proprio non passa come accaduto questo venerdì mattina. “Io ed altri ci siamo arrangiati usando una delle nostre auto ma non abbiamo certo potuto caricare tutti. In autostazione eravamo una decina ma ci sono anche le fermate in viale Santuario, viale Dante e poi ancora a Valmadonna e onestamente non so dire quante persone potrebbero essere rimaste a piedi”. Per i valenzani, ha rimarcato Cristina, l’orario estivo o invernale non fa differenza perché la corsa delle 6.15 c’è tutto l’anno. Noi non chiediamo la luna, ma solo di trovare il mezzo che ci porti a destinazione. Abbiamo tutti pagato gli abbonamenti con anticipo ma ormai abbiamo iniziato amaramente a pensare di dover organizzare noi una colletta per comprare i pezzi di ricambio degli autobus visto che con il continuo scaricabarile la situazione non si risolve mai“.

 

Tatiana Gagliano

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