26 Ottobre 2016
16:20
Terzo Valico: “sistema disinvolto e spregiudicato per affidare i lavori” [VIDEO]
PIEMONTE – Sono 14 le ordinanze di custodia cautelare nei confronti degli indagati dell’operazione Arka di Noè condotta dalla Guardia di Finanza di Genova, coordinata dalla Procura della Repubblica del capoluogo ligure.
L’inchiesta ha permesso di portare alla luce una serie di appalti truccati per la realizzazione del Terzo Valico, la linea ferroviaria destinata a collegare Genova e Milano, passando per la provincia di Alessandria. Quattordici gli arresti complessivi e 55 le perquisizioni, alcune di queste compiute anche in provincia di Alessandria, in una abitazione ad Acqui Terme, e nei cantieri della Tav tra Serravalle, Arquata e Ovada.
Nei guai sono finiti dirigenti ed ex dirigenti del consorzio Cociv, nei cui confronti, a vario titolo, sono stati contestate le ipotesi di corruzione, concussione e turbativa d’asta. Secondo le Fiamme Gialle, dall’attività di indagine “è emerso in maniera incontestabile un sistema alquanto disinvolto e spregiudicato adottato dai dirigenti del Consorzio nell’affidamento dei lavori pubblici relativi all’imponente opera di interesse nazionale, distorto rispetto alle regole“.
Secondo quanto appurato dagli inquirenti, l’assegnazione dei lotto veniva manovrata per favorire alcune società ed escluderne altre. In alcuni casi, alle aziende compiacenti, venivano svelate le somme offerte da altre società per favorire le prime nelle gare. In altre situazioni invece gli inviti alla partecipazione alle gare venivano inviati a imprese non interessate; in questa maniera la società che si intendeva privilegiare veniva ovviamente favorita. I benefici dell’attività corruttiva erano denaro contante e in alcuni casi anche prestazioni di escort.
Tra i vari fatti contestati emersi dalle indagini, riguardo la provincia di Alessandria, nel così detto lotto Libarna, per esempio, alcuni indagati (Ottolin, Lorenzi e Parri), componenti della commissione incaricata del procedimento di verifica ed esclusione delle offerte, erano riusciti a evitare l’esclusione dalla gara della Oberosler s.p.a. che, seconda in graduatoria, aveva effettuato un’offerta anomala, omettendo di calcolare il costo del vitto e dell’alloggio per il personale.
I finanzieri hanno individuato inoltre una turbativa d’asta nel lotto Serravalle, e una serie di pretestuose “procedure di non conformità” per interrompere un rapporto di subappalto con una società.
La Guardia di Finanza ha condotto agli arresti domiciliari l’attuale presidente di Cociv, Michele Longo e il vice Ettore Pagani oltre a vari imprenditori. I domiciliari sono scattati anche per Pietro Paolo Marcheselli, ex presidente di Cociv; Maurizio Dionisi, imprenditore; Antonio e Giovanni Giugliano, imprenditori; Giuseppe Pretellese, tecnico che lavora nella impresa di Giugliano; Andrea Ottolin, funzionario Cociv; Giuliano Lorenzi, dipendente Cociv; Antonio Parri, dipendente Cociv; Giulio Frulloni; Marciano Ricci, imprenditore; Giampiero De Michelis, ingegnere; Domenico Gallo, imprenditore.
In serata, intanto, il Cociv “preso atto dell’attività degli inquirenti, sottolinea di essere in questa vicenda parte lesa, e precisa che, in ogni caso, non sussistono oneri aggiuntivi a carico dello Stato così come nessuna differente qualità delle opere il cui controllo è in capo al committente pubblico attraverso l’organo di alta vigilanza. In tutte le ipotesi in corso di verifica, si tratta infatti di procedure di scelta interna al Consorzio di subappaltatori e subaffidatari, il cui eventuale maggior costo ricade esclusivamente sul contraente generale, trattandosi per il pubblico committente di opera a prezzo fisso ed invariabile. Eventuali interferenze in corso di accertamento investigativo possono riguardare solo iniziative infedeli di funzionari venuti meno al dovere di lealtà verso l’azienda e soprattutto in violazione delle regole di trasparenza e di controllo predisposte allo scopo, inclusa l’adozione di gare telematiche e procedure anticorruzione. Il Consorzio adotterà ogni opportuno provvedimento per garantire l’operatività del progetto confidando in una veloce conclusione della vicenda giudiziaria in corso e dichiarando fin d’ora la più ampia collaborazione, sia alla magistratura inquirente sia all’Autorità Anticorruzione. Eventuali responsabilità che dovessero emergere a carico di singoli saranno perseguite in tutte le sedi opportune”.