9 Gennaio 2017
05:19
Carcere San Michele: convocato un incontro col Provveditore sul problema della carenza del personale
ALESSANDRIA – Ad oggi sono solo 70 gli agenti in servizio all’istituto penitenziario alessandrino di San Michele: per sorvegliare i 320 detenuti presenti ne servirebbero almeno 40 in più. Il problema della carenza del personale sarà oggetto di un incontro previsto martedì a Torino, convocato dal Provveditore Regionale alla Polizia Penitenziaria Luigi Pagano. Nel dettaglio si parlerà proprio della situazione di Alessandria, con i direttori dei carceri di San Michele e Cantiello e Gaeta: “l’auspicio è che si trovi il modo per alleviare il disagio” ha detto il direttore del carcere di San Michele Domenico Arena “confido che si possa trovare una soluzione.”
Solo la scorsa settimana, infatti, un detenuto è stato sfregiato al volto con una lametta da altri carcerati e il giorno dopo è stato sventato un tentativo di ritorsione tra altri due uomini.
I sindacati si sono fatti sentire con appelli, comunicati e lettere, indirizzate anche al prefetto di Alessandria, Romilda Tafuri. Dallo scorso 22 dicembre, inoltre, i poliziotti non mangiano più il pasto servito in mensa, visti gli eccessivi carichi di lavoro causati dalla carenza d’organico nell’istituto.
“Questo personale, il poco rimasto, nonostante “affamato”, non ha indugiato, per l’alto senso del dovere, a sobbarcarsi di turni di servizio che vanno ben oltre le nove ore continuative, di turni notturni a raffica e anche a compiere servizio rientrando dallo smontante per mandare avanti questa “baracca sgangherata” di San Michele” ha scritto Salvatore Carbone, segretario regionale Uilpa “e il fatto che ci sia un direttore non fisso, un comandante e un vicecomandante che non sono dei loro fa sì che non venga trasmesso quel senso di appartenenza che rinforza le relazioni. Il morale del personale è sceso a livelli inferiori allo zero.”
“Spesso c’è un solo poliziotto a controllare 90 detenuti nelle sezioni detentive” ha scritto Andrea Mancaniello, delegato locale del sindacato Uspp “viviamo nel buio totale. In queste condizioni non possiamo più controllare al meglio la sicurezza dei detenuti e la nostra. Da un anno siamo in pochi ma finora abbiamo sempre affrontato le criticità dell’istituto ma così è molto difficile.”