Autore Redazione
lunedì
3 Aprile 2017
01:30
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Cronaca

Legambiente contro il consumo del suolo in Piemonte

Legambiente contro il consumo del suolo in Piemonte

PIEMONTE – Secondo il Rapporto 2015 di ISPRA sul consumo di suolo in Italia, tra il 2008 e il 2013, il 19% del nuovo consumo di suolo ha distrutto, per sempre, aree naturali, vegetate e non, mentre per il 22% ha riguardato aree aperte urbane e per il 60% le aree agricole.

Legambiente Piemonte torna a sottolineare l’impatto delle infrastrutture sul territorio, sul suolo e sul paesaggio. In Piemonte l’associazione punta il dito non solo contro i centri commerciali e i nuovi poli logistici ma anche contro diverse opere stradali e ferroviarie con un notevole impatto sul suolo e il paesaggio. Il riferimento è legato alla realizzazione del Terzo Valico dei Giovi, “collegamento tra il porto di Genova e l’entroterra padano annoverato tra le opere strategiche per l’interesse nazionale, sulla base di previsioni di incremento del traffico portuale che negli anni sono state smentite nei fatti. La nuova linea si sviluppa complessivamente per 53 km e interessa 12 comuni delle province di Genova e Alessandria. L’estensione dell’ingente porzione di suolo occupata dal Terzo Valico è difficilmente quantificabile. All’area del tracciato bisogna infatti aggiungere quella delle gallerie di servizio, dei cantieri e campi base a ridosso dei centri abitati, degli allargamenti delle strade e dei bypass e ponti costruiti ex-novo per agevolare il passaggio dei camion e quella dei siti in cui verrà stoccato lo smarino estratto per far spazio ai tunnel. A seguito di una lunga serie di espropri, queste zone collinari e pianeggianti, una volta ricoperte da orti, giardini, boschi, rigogliosi prati verdi e cascine sono state deforestate e sottratte alla società, per un progetto dalla discutibile utilità”.
Tra outlet, strade e ferrovie inutili – secondo Legambiente – il Piemonte continua a perdere suolo agricolo“. Come spiegato da Fabio Dovana, presidente della sezione Piemonte e Valle d’Aosta, “ogni anno in Europa vengono inghiottiti dal cemento 1000 chilometri quadrati di suolo nell’assenza totale di norme condivise che lo difendano. La nostra associazione da sempre richiama i cittadini e le amministrazioni pubbliche alla loro responsabilità di custodi del territorio e delle sue risorse, ma questa consapevolezza non basta: occorrono anche regole e incentivi per riconoscere e premiare i comportamenti responsabili di salvaguardia del suolo e della sicurezza collettiva. Per questo, insieme ad oltre 300 associazioni in tutta Europa, siamo mobilitati per chiedere all’UE norme specifiche per tutelare il suolo, bene essenziale alla vita, come l’acqua e l’aria“.

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