6 Aprile 2017
11:33
Nuova bega condominiale: alcuni non pagano e l’acqua viene ridotta
ALESSANDRIA – Nuova grana in un condominio ad Alessandria per le morosità di alcune famiglie, motivo di danno per tutti gli altri. La vicenda riguarda un condominio in via Bensi 116, il condominio Diana-Eliana. Ieri mattina la portata dell’acqua alle utenze è stata ridotta da Amag in virtù di un cospicuo debito maturato nel tempo. Immediate quindi le proteste dei residenti che hanno riottenuto la normale erogazione a partire dalle 20.
Tutto nasce da un lungo contenzioso tra l’azienda erogatrice dell’acqua, Amag, e l’attuale amministratore, Gianfranco Sanelli. Una vicenda complessa che ripropone il problema dei pagamenti delle utenze all’interno dei condomini e che ora rischia di sfociare in una animata battaglia legale.
“Originariamente – ha spiegato Gianfranco Sanelli – all’acquedotto erano collegati tre condomini: il Flora, il Gloria e il Diana-Eliana, quest’ultimo titolare dell’utenza. Si tratta di realtà con una certa problematicità gestionale perché parecchie persone hanno situazioni economiche difficili che hanno portato a una morosità diffusa, con parecchi problemi nel pagare le bollette. Tutto questo ha creato, nel tempo, un debito considerevole, intorno a 86.000 euro”.
Il debito, ha spiegato l’Amministratore delegato di Amag, Mauro Bressan, ammonta a 106.918 euro e la situazione avrebbe radici lontane, esattamente dal 2009. Ed è proprio il protrarsi nel tempo della situazione che ha portato l’Amag a decidere per la riduzione dell’acqua ieri mattina.
La vicenda riguarda 44 nuclei familiari complessivamente e “di queste sono circa 20, in misura differente tra loro, quelle che non hanno pagato – ha spiegato ancora l’amministratore Andrea Satella. Il problema è che noi abbiamo avuto la riduzione dell’acqua al condominio Diana-Eliana. I condomini ‘Flora’ e ‘Gloria’ invece, a cui abbiamo fatto fare due allacci separati dopo lunghe battaglie, pur dovendo al Diana-Eliana, il titolare della vecchia utenza, oltre 50 mila euro, non hanno avuto ripercussioni. Fino a dicembre ‘Flora’ e ‘Gloria’ erano allacciati a Diana-Eliana, poi si sono separati, e ora a subire le conseguenze è solo la palazzina che vanta un debito importante con i primi due“.
Il debito complessivo tuttavia rimane anche se, ha precisato l’amministratore di condominio, “abbiamo pagato delle quote, continuando a fare versamenti costanti, fino all’anno scorso, quando ci è stato pignorato il conto corrente. Poi ieri questa riduzione drastica dell’erogazione dell’acqua con un diaframma installato in mattinata poi rimosso dagli stessi tecnici in serata dopo le proteste per l’esiguità della distribuzione idrica. Il diaframma installato recava un forellino minuscolo di un millimetro – ha contestato Sanelli. Il risultato è stato che 44 famiglie sono rimaste letteralmente senza un goccio d’acqua ed è inammissibile che un’azienda municipalizzata attui misure di tale gravità nei confronti degli utenti, per la gran parte paganti. Ci sono altri modi per recuperare somme dovute senza arrivare a queste ridicole comparsate alla luce del fatto che le bollette dopo il 2014 sono state tutte pagate dal condominio e che per quelle antecedenti si stava provvedendo al loro graduale pagamento.”
“Noi abbiamo fatto le cose regolari come dice l’Authority – ha puntualizzato Mauro Bressan – mantenendo la disponibilità minima stabilita dall’organizzazione mondiale della sanità. Per il resto non vediamo pagate le bollette della nostra acqua da tempo e quindi chiediamo semplicemente che la situazione venga sanata. Se l’amministratore provvederà tutto si risolverà“.
Il legale dell’amministratore, Gianfranco Sanelli, l’avvocato Matteo Taverna, ha contestato però la decisione che ha portato “a privare dell’acqua tutti i condomini, in presenza di pagamenti del dovuto, da febbraio 2015 a dicembre 2016, con in più uno sforzo nel recupero dei debiti pregressi”. “Se i pagamenti non ci fossero stati del tutto – ha spiegato l’avvocato Taverna – avrei anche potuto capire l’azione di Amag, ma che utilità ha procedere in questi termini? Io capisco le ragioni di una società che gestisce l’acqua e che deve recuperare il denaro, ma spero anche che un’azienda, tenuta a fare un servizio di pubblica utilità, addivenga a una soluzione un po’ più mediata che preveda il recupero dei soldi ma con tempi ragionevoli e sostenibili”.