4 Agosto 2017
05:00
Il caldo torrido e l’assenza di piogge spaventano gli agricoltori
PROVINCIA DI ALESSANDRIA – L’emergenza caldo ha nuovamente messo in ginocchio il mondo agricolo alessandrino. Dopo l’acqua e il fango dell’alluvione dell’inverno e le gelate tardive della primavera, questa torrida estate ha inferto un ulteriore duro colpo. Anche se è ancora troppo presto per avere un quadro preciso dei danni, secondo il presidente Coldiretti Alessandria Roberto Paravidino ad oggi le aziende hanno già subito una perdita tra il 70 e l’80%. “Vanno però aggiunti anche i danni indiretti – ha precisato – Per avere un raccolto minimo gli agricoltori devono affrontare maggiori costi di produzione. Chi coltiva il mais, ad esempio, quest’anno ha dovuto sostenere spese molto più alte rispetto all’anno precedente per irrigare i campi”.
Oltretutto, come aggiunto dal presidente Cia Alessandria Gianpiero Ameglio, l’ondata di afa non accenna a lasciare la provincia e le alte temperature di questi giorni non fanno che aggravare i danni dei mesi scorsi. A patire gli sbalzi di temperature è ad esempio il frumento ma anche i frutteti sono in sofferenza. Delicata la situazione nelle vigne, ha aggiunto Ameglio. “La vendemmia si annunciava di ottima qualità ma se a breve non arriveranno piogge abbondanti si dovrà iniziare a lavorare in vigna con largo anticipo”.
Abituati ormai alle inattese gelate e alle violente grandinate estive gli agricoltori sono decisamente più in difficoltà di fronte a prolungati periodi senza piogge. “Per grandine e gelo gli agricoltori possono fare affidamento sulle assicurazioni – ha ricordato il presidente Confagricoltura Luca Brondelli – Per quanto riguarda la siccità serve una programmazione del Governo per creare dei nuovi invasi. In una provincia come quella di Alessandria, così vicina alle Alpi e bagnata da tanti fiumi, non si può arrivare al periodo estivo in queste condizioni. Il 90% dell’acqua piovana viene lasciata defluire nei fiumi. Se si creassero degli invasi, invece, si potrebbe utilizzare quella risorsa d’acqua durante il periodo estivo”.
Per gli agricoltori, ha sottolineato Ameglio della Cia, è sempre più difficile far capire ai cittadini il valore del lavoro svolto nei campi. “Siamo il 3% della forza produttiva italiana e circa 1,5% di noi produce l’80-90% del fabbisogno. Quelli che un tempo erano chiamati semplicemente ‘contadini’ oggi sono agricoltori esperti che faticano però a far passare un messaggio semplice: il problema non sono solo i cambiamenti climatici ma anche la scarsa attenzione alla natura e all’ambiente”.
Il mondo agricolo ha fatto grandi passi avanti in questa direzione, ad esempio installando nei campi nuovi sistemi di irrigazione che consentono di risparmiare acqua. Come ricordato dal presidente Coldiretti Paravidino oggi vengono utilizzate nuove tecnologie per regolamentare il flusso a goccia su tutte le culture e apposite manichette.
Oltre all’impegno degli agricoltori, ha rimarcato il presidente Confagricoltura Brondelli serve però un’attenta programmazione da parte di Stato e Regione perché improvvise gelate, alluvioni e lunghi periodi di siccità non sono più eventi rari ma costanti che mettono seriamente in crisi le aziende agricole e mesi di duro lavoro.