16 Agosto 2017
08:00
La febbre di vita e l’ideale. Recensione di “La terra della mia anima” a Paesaggi e oltre
COSTIGLIOLE D’ASTI – Su una collina, sotto le stelle, immersi in una storia di avventure, così fantastiche da sembrare una favola, eppure vere.
La sera di Ferragosto a Paesaggi e oltre, nella frazione San Martino di Costigliole d’Asti, di fronte ad un pubblico numerosissimo, Titino Carrara è stato il contrabbandiere Beniamino Rossini, in “La terra della mia anima”, per la regia di Laura Curino e con l’accompagnamento dei sassofoni di Maurizio Camardi.
Il testo, tratto dal libro di Massimo Carlotto, è di Carlotto stesso, di Laura Curino e Titino Carrara. Lo scrittore passò in giovinezza un periodo in carcere per un errore giudiziario e lì conobbe veramente Beniamino Rossini, fuorilegge gentiluomo. In “La terra della mia anima” Carlotto ha voluto rendere onore alla reale personalità del protagonista, che gli aveva già ispirato la serie di libri gialli della saga dell’Alligatore.
Titino Carrara è un affabulatore, in lui si riassume tutta la tradizione del teatro viaggiante del Carro di Tespi, di cui è erede e testimone. Il suo Beniamino Rossini è animato da passione inarrestabile, una sorta di febbre vitale che si va ad aggiungere a vicende già burrascose. L’anima è la rincorsa all’ideale e i luoghi della sua realizzazione sono la montagna, bella da piangere, il mare che brilla come una distesa di gemme, la frontiera, dove sentirsi veri. Perché Beniamino/Carrara è un fuorilegge, inizialmente uno spallone per il contrabbando al confine con la Svizzera, ma è anche un uomo rispettoso del prossimo, della natura e della bellezza.
Il taglio registico di Laura Curino fa della narrazione in prima persona una cascata torrenziale che fonde il suo ritmo a quello della musica. La vita di Rossini è un romanzo, passa attraverso un’infanzia di fame a Milano, la prima giovinezza sui monti, per arrivare ovunque la porti il contrabbando e poi anche la rapina. Il suo desiderio di pensare in grande abbraccia la fede politica per il comunismo, gli amori (uno su tutti, totale e immortale) e la solidarietà nell’amicizia, mentre intorno il mondo cambia e la Storia, con l’iniziale maiuscola, tutto coinvolge.
Non c’è pace per un’anima traboccante di vita e non c’è vita che possa racchiudere tanto desiderio di amare, fare grandi cose e non arrendersi mai. Rossini verrà consumato da una malattia, ma, negli anni, anche quelli trascorsi in carcere (dove conobbe oltre a Carlotto anche lo stesso Maurizio Camardi, lì in quanto insegnante di musica) seppe rinascere e ricostruirsi sempre una dignità. Rimane il segno di una personalità che ipnotizza per nobiltà, valori e fierezza d’animo; rimane l’immagine indomabile di un idealista che Titino Carrara ha fatto rivivere, proprio come è bello pensare che sia stato. Uno spettacolo che ha incantato i tantissimi spettatori, in un luogo circondato da un panorama da rubare il cuore, anch’esso un luogo dell’anima.
Paesaggi e oltre, rassegna promossa dalla Comunità Collinare tra Langa e Monferrato con il contributo di Regione Piemonte, Fondazione C.R. Asti e Fondazione C.R.T, con la direzione del Teatro degli Acerbi. continua venerdì 18 agosto alle 21.15 nel giardino del castello di Coazzolo, con “Orlando. Furiosamente solo rotolando”, presentato da Enrico Messina.
Info: 339/2532921. Il programma completo sul sito www.teatrodegliacerbi.it e su fbteatro.degli.acerbi.