Autore Redazione
venerdì
1 Dicembre 2017
05:52
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Eventi - Alessandria

“Era d’Ottobre”, Paolo Mieli racconta cento anni di comunismo

Un racconto lezione al teatro San Francesco per la rassegna Marte.
“Era d’Ottobre”, Paolo Mieli racconta cento anni di comunismo

ALESSANDRIA – Nuovo appuntamento con la rassegna Marte della compagnia Stregatti. Venerdi 1 dicembre arriva al teatro San Francesco, il giornalista Paolo Mieli con lo spettacolo “Era d’Ottobre“.

Al centro del racconto c’è « I funerali di Togliatti », la sterminata tela (4,40 metri per 3,30 con 140 ritratti tutti in bianco e nero, sedici bandiere rosse in primo piano e cinque sullo sfondo) dipinta da Renato Guttuso nell’arco di otto anni, dal ’64 al ’72. Il giornalista, saggista e storico Paolo Mieli con il suo racconto-lezione «Era d’Ottobre» dedicato ai cento anni di storia del comunismo. Spiega Mieli: «Tutto comincia nel giugno 2013 a Milano, a Santa Maria delle Grazie, nel quadro degli incontri ideati da Editori Laterza e dedicati alla storia dell’arte. Lì parlai della tela di Guttuso e del rapporto tra gli intellettuali e il Pci. Quest’anno, per il centesimo anniversario della Rivoluzione russa, abbiamo ripreso il tema. La tela è straordinariamente significativa per le presenze e le assenze decise da Guttuso attorno al feretro di Togliatti».

Mieli, insomma, ricorrerà sia alla sua esperienza di giornalista militante e di storico che a quella, ormai consolidata, di divulgatore televisivo («Correva l’anno», «La Grande Storia», «Italiani») per proporre un racconto che è insieme molto rigoroso dal punto di vista delle fonti e delle testimonianze ma anche spettacolarizzato e avvincente. La tela, spiegherà Mieli, ha una gestazione lunga e tormentata, otto anni di lavoro a Velate, la residenza di Guttuso in provincia di Varese. L’opera venne finalmente esposta a Mosca il 18 ottobre 1972 all’Accademia delle Belle Arti e assicurò al pittore il Premio Lenin, 20.000 rubli che Guttuso regalò al Vietnam del Nord per la ricostruzione. Mieli citerà anche il ricordo dello storico Victor Zaslavsky che ricostruì lo stupore di molti visitatori davanti al quadro, durante una mostra all’Hermitage di Leningrado: «Si deve capire che per moltissime persone quei simboli, quelle facce significano oppressione, terrore, ricordi di morte, di amici scomparsi, parenti uccisi, la cancellazione totale di ogni giustizia e legalità». Altro aneddoto: Lev Razgon, complessa figura di intellettuale che passò 17 anni nei Gulag, chiese a Guttuso come mai avesse deciso di raffigurare Stalin ma non Krusciov. Guttuso semplicemente non gli rispose…

Un omaggio, in teatro, a questi cento anni di storia.

La stagione M.AR.T.(E). migrAZIONI è realizzata grazie al contributo della Fondazione Piemonte dal Vivo progetto Corto Circuito e alla Fondazione CRT di Torino insieme al supporto del Comune di Alessandria.

INFO BIGLIETTI 3314019616 Intero 20€, ridotto (under 18) 10€

 

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