Autore Redazione
venerdì
2 Febbraio 2018
08:04
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Eventi - Tortona

Denaro e utopia egualitaria. Recensione di “Dio Pluto” a Tortona

Denaro e utopia egualitaria. Recensione di “Dio Pluto” a Tortona

TORTONA – La ricchezza e la sua distribuzione, da Aristofane ai giorni nostri, è un argomento che tocca corde etiche e problemi di convivenza sociale, passando attraverso speculazioni e crisi finanziarie. Nel “Dio Pluto”, presentato dalla compagnia Progetto URT, giovedì 1 febbraio al Teatro Civico in prima nazionale, c’è tutto questo, condito dal sarcasmo, dalla comicità e dall’attualizzazione che già era nel testo originario di Aristofane. La riscrittura di Jurij Ferrini è zeppa di richiami all’oggi, come era quella del commediografo greco, che non risparmiava riferimenti pungenti ai personaggi e fatti del tempo.

La vicenda ruota intorno ai personaggi di Carione (Jurij Ferrini) e del suo servo (Federico Palumeri), che ridonano la vista a Pluto (Francesco Gargiulo), il dio cieco della ricchezza, per ottenere un’equità  sociale  che si rivela impossibile. E qui entrano in gioco le reazioni di uomini e dèi (a partire dal vicino Ficcanappia/ Andrea Peron, anche nel ruolo di Hermes), l’inflazione, le banche , i fondi monetari e un finale in marcia sulle note di “El pueblo unido”.

Il taglio registico di Ferrini è quello del teatrante che vuole rispettare il nucleo di un testo classico, ponendolo in forma snella e di grande effetto comico al pubblico contemporaneo. E’ un’operazione molto distante da mire intellettualistiche, è buon teatro che valorizza i contenuti e avvicina lo spettatore, grazie ad una forma accattivante e ad un’interpretazione di grande effetto.

Sono parecchi gli elementi che si amalgamano e vanno a confluire in una riflessione che dall’economico sfocia nel filosofico. Tra questi, una scena in cui cuscini grigi ammassati fanno intuire rovine greche, una musica orientale che, come gli abiti, suggerisce un’atmosfera afgana, spostando l’asse geografico ad est, come per un’intenzione di internazionalizzazione. Su tutto, l’arringa della Povertà, una bravissima Rebecca Rossetti, ferocemente ascetica nella dissertazione dialettica e poi grottesca nella perversione della donna anziana, che paga le attenzioni amorose di un bel giovane. Ferrini/Carione non lesina citazioni e frecciate, toni da comizio popolare, luoghi comuni da utopia egualitaria e un ritmo che imprime una forte comicità. Intorno a lui un cast di attori giovani, bravissimi e perfettamente in parte.

Uno spettacolo molto godibile, certo semplificato e, dal punto di vista filologico, un po’ reprensibile, ma ben centrato sullo scopo di trasmettere, divertendo, l’enormità di sempre della potenza del denaro.

Sold out al Teatro Civico di Tortona e grande successo di pubblico. Il debutto nazionale di “Dio Pluto” non poteva essere migliore.

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