18 Febbraio 2018
11:18
Shakespeare al bar o a teatro. Recensione di “0tello unplugged” a Bistagno
BISTAGNO – Shakespeare raccontato, interpretato ed evocato in tutta la sua potenzialità da un cantastorie capace di dar forma all’immaginazione. Questo è l’ “Otello unplugged” di Tournée da Bar, una compagnia singolare e a suo modo straordinaria, che rilegge i classici del bardo fondendo capacità interpretative di alto livello, musica eloquente, fare scanzonato e tradizione narrativa popolare.
Sabato 17 febbraio “Otello unplugged”, di e con Davide Lorenzo Palla accompagnato dal polistrumentista Tiziano Cannas Arghedu, per la regia di Riccardo Mallus, è andato in scena nell’ambito della fortunata stagione Bistagno in Palcoscenico, organizzata da Quizzy Teatro di Monica Massone e dalla Soms di Bistagno con Fondazione Piemonte dal Vivo. Di fronte al tanto pubblico del tutto esaurito Teatro Soms (e questo è il termometro di una stagione bella e gradita), Davide Lorenzo Palla ha introdotto lo spirito di Tournée da bar, coinvolgendo gli spettatori nel gioco di immaginazione e compartecipazione, come avveniva nel Globe Theatre di Shakespeare.
L’atmosfera è quella delle fiere di paese, il fare è da cantastorie e le parole sono di un interprete poliedrico, capace di creare mondi, far ridere e, subito dopo, essere credibile nei monologhi del perfido Jago e del tormentato Otello. La vicenda è nota: a Venezia, Otello, condottiero “Moro” al servizio della Repubblica Veneta, convinto dal diabolico jago del tradimento dell’amata Desdemona con il luogotenente Cassio, impazzisce di gelosia e la uccide.
In terra, due piccole pedane, simili a casse, sono palchi minimali su cui si giocano i due piani dello spettacolo. Il primo, vicino al musicista, è luogo del racconto, divertente e minuzioso nell’evocare il teatro come potrebbe essere in tutta la sua magnificenza di scenari, interpreti e maestranze all’opera (e ovviamente l’assunto è l’impossibilità economica, dunque supplisce la fantasia). Sulla seconda cassa/pedana c’è la parola di Shakespeare, drammatica senza alcuno sconto, vicina e vibrante attraverso un microfono che amplifica la sua importanza su tutto.
In mezzo, le caratterizzazioni esilaranti dell’ignaro Cassio, dalla parlata toscana, dello stolto ad oltranza Roderigo, complice-vittima di Jago, del Doge dalla prevedibile cantilena veneziana. Assolutamente caricaturale e comico il personaggio di Emilia, l’ancella di Desdemona e moglie di Jago, dipinta come un donnone onesto e un po’ balbuziente. Sarà lei a rivelare la verità dell’inganno, al culmine della tragedia già consumata.
Ad ogni prova, Tournée da Bar stupisce per l’empatia che riesce a creare con il pubblico (di solito in luoghi alternativi come bar, ma in questo caso in un canonico teatro), con una bravura che sale man mano che ci si rende conto di non essere di fronte a simpatici destrutturatori di classici in chiave comica. Tanto per cominciare, la veste è comica, ma la tragedia c’è tutta, fin nei minimi particolari delle indicazioni di inizio e fine atto, e soprattutto i monologhi sono alti, prendono nel profondo e rivelano l’immortalità delle passioni. I passaggi dal tragico al registro “fiera di paese” (che molto devono alla fisarmonica, alla tromba e al sassofono di Cannas Arghedu), confermano un’abilità attoriale che avvicina lo spettatore, come solo il vero teatro sa fare.
Al Teatro di Bistagno gli applausi hanno rasentato l’ovazione. Shakespeare è sempre da vedere, così lo è un po’ di più.