13 Novembre 2013
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Siria problema aperto. Se ne parla a Casale
Il missionario italiano, padre Damiano, sarà il protagonista dell’incontro, organizzato questa domenica a Casale nella parrocchia del Cuore Immacolato di Maria, “Siria, problema aperto“. Il religioso appartiene alla Chiesa Maronita, ed è missionario in Libano da oltre dieci anni. Dal 2011 opera nei campi di confine, punto di accoglienza dei profughi che cercano di fuggire dalle atrocità della guerra civile siriana. L’incontro, in programma dopo la messa delle 16,30, sarà un’occasione per approfondire, attraverso immagini, video e testimonianze, la difficile situazione dei profughi siriani e della loro fuga verso le frontiere del Libano. Una lunga odissea nel disperato tentativo di sfuggire alla sanguinosa guerra civile tra i ribelli e i lealisti del presidente Bashar al-Asad.
L’iniziativa, presentata mercoledì mattina nella Sala Guala di Palazzo San Giorgio, nasce dalla collaborazione tra il Centro Missionario Casalese Diocesano, il Comune di Casale Monferrato e il Centro Studi Galileo. Secondo gli organizzatori l’appuntamento mirerà a sensibilizzare l’opinione pubblica sul problema siriano, «concentrandosi – come ha spiegato l’assessore Federico Riboldi – non sulle cause del conflitto, ma sulle drammatiche conseguenze che questo comporta. La popolazione civile, presa tra i fuochi incrociati dei ribelli e delle milizie governative, sta attraversando una situazione di emergenza umanitaria senza pari».
«Vogliamo portare la gente a domandarsi cosa si possa fare per aiutare il prossimo – ha spiegato don Giuseppe Cesana, parroco del Cuore Immacolato di Maria e direttore dell’Ufficio Missionario Diocesano di Casale. Questo per fare in modo che la nostra società non sia chiusa a riccio ma aperta a tutte le problematiche. Essere missionari oggi non significa andare a fare catechismo in giro per il mondo ma essere portatori di novità di vita, di notizie e di proposte per coinvolgere le persone in situazioni che esigono una nostra risposta. Non si può restare a guardare fuori dalla finestra ma bisogna scendere in strada».