28 Febbraio 2014
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Il bombardamento informativo annacqua la verità anche in medicina: il caso dei vaccini e delle cure miracolose
Basterebbe prestare più attenzione ed essere più sinceri con noi stessi per evitare di incappare nelle bugie legate alla salute. Il succo del libro del medico chirurgo Salvo Di Grazia è questo, corredato da una serie di analisi e riferimenti storici precisi e attenti. Il suo libro ‘Salute e bugie‘ è un manuale che accompagna i lettori nelle farmacie, nelle corsie degli ospedali, tra le insidie della pubblicità. “Le bugie – ha spiegato Di Grazia – si diffondono tramite media, giornali, tv e internet e per questo occorre prestare attenzione“.
Nel libro emerge come molto spesso la verità sia sotto i nostri occhi, eppure alla fine si preferisce credere a una dolce bugia anziché all’amara verità e tutto questo ha una motivazione: “il paziente è quasi sempre una persona fragile e quando abbiamo bisogno di un miracolo c’è chi ce lo vende. Nella medicina tuttavia non esiste la cura miracolosa per tutto. Siamo tutti alla ricerca di cure per malattie gravi, la scienza cerca da anni un rimedio efficace ad alcuni mali però bisogna stare in guardia perché c’è chi in maniera truffaldina cerca di approfittare dei nostri bisogni e delle nostre speranze”.
Perdere peso per esempio non può essere frutto di un miracolo. Non si può pensare di lasciarsi andare in abbuffate e al contempo dimagrire. I prodotti dimagranti però non promettono nulla di diverso da quanto scritto nelle indicazioni. I nomi altisonanti, ‘slim’ o ‘fast’ e le immagini di persone snelle e sorridenti sono uno specchietto per le allodole perché poi nelle indicazioni si spiega che occorre associare una vita sana. Nulla di nuovo. Stesso discorso vale per gli integratori: “spesso all’integratore si collega il concetto del vivere meglio. Noi siamo bombardati dal marketing e allora il messaggio che ci arriva è ‘prendi una pillola cura per stare meglio’. C’è l’integratore della menopausa, della gioventù, ma la verità è che se noi ci alimentiamo bene l’integratore non ci servirà a nulla. La pubblicità invece ci propina la pillola per stare meglio e allora si è convinti che funzioni davvero“. D’altra parte, ha spiegato ancora il dottor Di Grazia, nelle farmacie, su banchi, oggi troviamo sempre più spesso prodotti che nulla hanno a che fare con la medicina in senso stretto “perché le farmacie alla fine devono vivere e vendere per tirare avanti e basarsi su un ampio campione di prodotti che ha poco di fermaceutico. Il farmaco di classe A è venduto anche a tanto però prevede rimborsi dopo 6 mesi o un anno. Per questa ragione si vende il prodotto dietetico, di bellezza o l’integratore. Questi prodotti hanno un valore commerciale ma dal punto di vista medico non servono a nulla. Si pensi che la legge stessa dice che un integratore deve dimostrare di essere innocuo ma non di essere efficace. Quindi è la stessa norma che spiega come quella pillola non abbia nessun valore terapeutico“.
I temi affrontati nel libro sono diversi e tra questi si incappa nel delicato tema dei vaccini. Spesso se ne mette in dubbio la necessità ma Di Grazia mette in guardia anche rispetto ad alcune leggende associate a questo tema. Una di queste collega a un vaccino il rischio di autismo, ma la verità è un’altra: “il vaccino è un farmaco e quindi comne tutti i farmaci può causare anche degli effetti collaterali che fortunatamente sono rarissimi. La sotria del vaccino collegato con l’autismo nacque per un falso. Un ex medico inglese realizzò uno studio fallace e, scoperta la truffa, questo mito cadde. Tuttavia ancora oggi si crede che il vaccino possa causare l’autismo. In realtà si tratta di una bufala assoluta smentita da diverse ricerche. non c’è nessun nesso tra vaccino e autismo.” Queste leggende non vengono però spazzate via perché un vero e proprio bombardamento di informazioni ha reso complicato individuare la verità e ha dato valore anche a notizie false. Si tratta di un problema ulteriore perché “una volta l’ignoranza era la mancanza di informazione, l’impossibilità di accedere alla cultura, oggi invece si registra un eccesso di informazioni e spesso non riusciamo a distinguere la verità dal falso. Non sappiamo cos’è l’informazione scientifica da quella di intrattenimento. La ricerca è lunga e costosa e non può basarsi sui sentimenti e sull’impatto mediatico. Basti pensare al caso Staminal”. Questo ultimo fatto dimostra infatti come spesso l’opinione pubblica possa inquinare percorsi che dovrebbero essere garantiti e certi: “alla fine si tratta di argomenti particolarmente delicati che per forza di cose colpiscono la massa e questa ha un peso perché a livello politico conta anche l’opinione della maggioranza. In realtà spesso proprio perché si tratta di argomenti delicati la pressione pubblica può arrivare a conclusioni sbagliate. In questi casi non vi è nulla di scinetifico ma al acontrario una spinta dal ‘bassso’ nei confronti delle autorità. per accontentare la pressione della gente si dà credito a situazioni che non ne meritano”
Alla luce di quanto detto la verità è che probabilmente non ci rassegnamo alla condizione del genere umano e cioé alla malattia o alla fine del percorso naturale e quindi alla morte, d’altra parte ormai “neanche mentalmente possiamo accettare di soffrire o peggio di contrarre una malattia. Se si parla con i nostri avi una volta fare 10 figli e vederne morire 4 era quasi normale. Oggi non sarebbe accettabile e questo è anche giusto da un lato, però induce alcuni a propinarci anche miracoli impossibili e quindi a raggirarci”.
Il libro Salute e bugie è un insieme di spunti e riflessioni illuminanti sul mondo della pubblicità, sui falsi di miti di alcune medicine alternative, e sul ripetersi di certi raggiri in cui si rende semplicemente più sofisticata la forma.
Salvo Di Grazia scrive anche sul Fatto Quotidiano ed è il creatore del blog Medbunker. ‘Salute e bugie’ è edito da Chiarelettere.