Autore Redazione
sabato
25 Agosto 2018
01:21
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Eventi - Novi Ligure

Presentato ad Hortus Conclusus “Marguerite, e io” di Elena De Carolis

La nuova produzione si ispira alla preparazione dello spettacolo “Suzanne” di Lanza-De Carolis e conferma la natura di cantiere teatrale della rassegna nei cortili e giardini del centro storico di Novi
Presentato ad Hortus Conclusus “Marguerite, e io” di Elena De Carolis

NOVI LIGURE – Uno spettacolo che parla di uno spettacolo è l’abbozzo della nuova produzione di Agave Teatro ad Hortus Conclusus, la rassegna diretta e ideata da Andrea Lanza, andato in scena venerdì 24 agosto nel piccolo, e, come sempre, affollato,  cortile di via Monte di pietà 2.

Marguerite, e io” scritto e interpretato da Elena De Carolis è uno stralcio di vita di lei stessa, attrice e donna,  intrecciato alle prove dello spettacolo “Suzanne”, ispirato a “Suzanna Andler” di Marguerite Duras, scritto e diretto da Andrea Lanza.  A volte tutto succede al contempo e qualcosa sembra condizionare il resto. Così “l’effetto Andler”, come De Carolis e Lanza hanno chiamato l’influenza del testo della Duras su di loro, diventa l’asse della narrazione. Due costanti: il mare e il treno. Il primo è quello di Livorno, dove la protagonista si è recentemente trasferita, ma anche quello della Costa Azzurra, dove è ambientato “Suzanna Andler”, che si presenta appunto come “la donna più tradita di Saint Tropez”. Il treno è il secondo luogo che ricorre, transitorio ma costante, perché legato alla lettura delle opere della scrittrice francese, come alla stesura di “Marguerite, e io”.  Tra mare e treno, la residenza teatrale al Castello Pasquini di Castiglioncello, sede di un prestigioso festival, il debutto a Livorno e l’euforia di una storia d’amore che fa sentire protagonista e desiderabile chi la vive, proprio come ne “L’amante”, romanzo con il quale Duras si guadagnò il prestigioso Premio Goncourt.

Elena De Carolis procede per ricordi personali, emozioni accennate, brani della scrittrice e un pizzico di ironia nei confronti di una fatalità che tutto avvolge. E’ la storia di un anno di vita, di lavoro e di contraddizioni, di confronti tra testo teatrale e riduzione a monologo, ma anche tra attrice e regista, mentre la vita sentimentale esterna emerge e prende il sopravvento. E’ “l’effetto Andler”, ma sono anche le parole di “Suzanne”, “uno spettacolo di fantasmi”, come l’aveva definito Lanza in un’intervista, dove il vuoto degli interlocutori dà forma ad insoddisfazione, turbamento e mancanza indefinita.

Convincono la bravura di Elena De Carolis, la naturalezza che rende la verità di quanto raccontato e l’effetto acerbo di un non-ancora-spettacolo, dove si è invitati ad immaginare sottotitoli proiettati, immagini e accorgimenti tecnici ancora da definire. Ad Hortus capita di assistere a delle produzioni in fieri e di sentirsi parte di qualcosa che sta nascendo. Rimane il desiderio di leggere almeno qualcosa della grande scrittrice oggi da noi quasi dimenticata e di assistere quanto prima a “Suzanne”, per ritrovare ciò che si è assaporato in “Marguerite, e io”.

Elena De Carolis sarà ad Hortus Conclusus anche oggi, sabato 25 agosto, alle 16, sempre nel piccolo cortile di via Monte di pietà 2, con il workshop aperto a tutti “Un viaggio nella mia città”. Il tema sarà il raccontare, trattato con argomenti inusuali e tecniche assolutamente nuove.

 

 

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